I primi tempi, quando era una novità, il bitcoin veniva considerato alla stregua di una moda passeggera e dall’impatto trascurabile. Negli anni a seguire il bitcoin è maturato, ha smesso di essere oggetto di scherno e, soprattutto, il suo valore cresciuto moltissimo.
L’ecosistema delle criptovalute si espanso parecchio dai primi tempi in cui il bitcon (BITCOIN: Bitcoin) è balzato agli onori della cronaca. Era l’epoca in cui Mt. Gox la faceva da padrone, i negozi di cupcakes diventavano beniamini dei media perché accettavano la valuta digitale e la pizza era l’unità di misura del prezzo del bitcoin.
Adesso siamo arrivati al punto in cui ci sono dozzine di criptovalute con una capitalizzazione di mercato a otto cifre e i nuovi arrivati si susseguono a un ritmo sempre più veloce.
Questo particolare milieu di nuove monete ha segnalato l’emergenza delle ICO o “Initial Coin Offering”, il metodo preferito per lanciare una nuova criptovaluta.
Le basi
Una ICO è uno strumento di raccolta fondi che scambia criptomonete future in cambio di criptovalute dotate di un valore liquido immediato.
Il Financial Times definisce le ICO come “emissioni non regolate di criptomonete tramite le quali gli investitori possono raccogliere denaro in bitcoin o [altre] criptovalute”.
Anche The Economist ha scritto a riguardo di questo meccanismo di finanziamento, descrivendo così quello viene comprato in una ICO:
“Le ‘monete’ delle ICO sono essenzialmente dei coupon digitali, dei token o buoni emessi su un libro contabile distribuito indelebile, o blockchain, che sta dietro il bitcoin, una criptovaluta. Questo significa che possono essere scambiate facilmente, sebbene non conferiscano alcun diritto di proprietà, a differenza delle azioni. Gli investitori sperano che il successo dei progetti farà aumentare il valore dei token”.
Il riferimento all’aumento di valore è cruciale per comprendere l’appeal delle ICO. Queste non sono transazioni dettate dall’amore e dalla filantropia. Sono investimenti effettuati nella speranza di rendimenti alti e veloci.
Vale la pena ricordare che non tutte le ICO sono realizzate per criptovalute che manterranno la loro blockchain. Secondo Smith + Crown, gruppo di ricerca specializzato nelle criptovalute, alcune ICO stanno in effetti “lanciando ‘meta-token’ costruiti su Ethereum, Bitcoin, NXT o altri.”
Quindi le ICO possono essere monete sopra monete finanziate dal trasferimento di altre criptovalute verso dei conti, nella caccia della next big thing. Potrà suonare folle, ma sono tempi turbolenti per il mondo del cripto-trading.
E tutto questo non fa che alimentare la bolla delle ICO. Lo stesso articolo dell’Economist, pubblicato ad aprile, nota: “Quasi 250 milioni di dollari sono stati già investiti in ICO, 107 dei quali solo in quest’anno”. Le cifre sono attribuite alla ricerca di Smith + Crown citata in precedenza.
Si tratta di molto denaro e non stupisce quindi che la stampa abbia cominciato ad occuparsi di questo fenomeno.
Far West?
Sorge quindi una domanda: esiste qualche legge che protegge i consumatori?
È sempre Smith + Crown a suggerire che aggirare le regole comunemente associate alla raccolta fondi sia normale nel regno delle ICO (e che ogni tentativo di regolamentazione nel mondo delle offerte iniziali di criptomonete potrebbe essere destinato a restare una questione “privata”):
“Oggi la maggior parte delle ICO vengono pubblicizzate come “token di prevendita di software”, un po’ come nel caso di un accesso a un videogioco online prima della sua uscita ufficiale. Per evitare i requisiti legali necessari a ogni tipo di vendita sicura, oggi molte ICO usano termini come ‘crowdsale’ o ‘donazione’ invece di ICO”.
Quindi all’orizzonte non sembra esserci alcuna possibilità di regolamentazione generale per il momento.
In effetti si potrebbe controbattere che la mancanza di controlli sia un fattore positivo, in quanto permette al mercato delle ICO di imitare e innovare velocemente. Si tratta di un argomento piuttosto ragionevole e corretto dal punto di vista tecnico, ma allo stesso tempo non mitiga il potenziale in termini di truffe a cui sono esposti gli investitori meno sofisticati.
Ma se il mercato vuole continuare a crescere, allora dovrà essere in grado di attrarre quantità più grandi di capitale.
La bolla
C’è una possibilità che le ICO rallenteranno la loro corsa. Ovvio. Ma le forze che le sorreggono sono più profonde di quanto possa apparire a prima vista.
CryptoHustle sostiene che la “ICO mania è dovuta probabilmente ai rendimenti conseguiti dai primi sostenitori di Ethereum dopo l’ultimo rally. Quest’ultimo ha dello sbalorditivo e se sta davvero alimentando il mercato delle ICO, allora potrebbe attenderci un ciclo molto lungo”.
Ma ciò non vuol dire che i mercati delle crypto siano dove e come dovrebbero essere. Alla fine le ICO si fermeranno e andranno in bolla, come molte altre nicchie tech prima di loro. E quando arriverà la correzione, come sempre, vedremo quali criptovalute avranno una chance concreta di di sopravvivenza.
Conclusione
Il mercato delle criptovalute è su di giri e continua a registrare nuovi record, mentre una serie di altcoin si affaccia a reclamare una fetta della torta.
Partecipare a una ICO è una buona idea? Solo sei hai molta voglia di rischiare, nessuna paura di perdere il tuo capitale e, soprattutto, se sei disposto a investire in qualcosa che potrebbe rivelarsi un flop.