Robert Shiller: “Le criptovalute ricordano altri esperimenti falliti”
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22 maggio 2018

L’economista e premio Nobel Robert Shiller vede nelle criptovalute una falsa rivoluzione.

Robert Shiller, premio Nobel per l’economia 2013 e professore alla Yale University, ritiene che le criptovalute non siano altro che l’ultima iterazione di una serie di tentativi di reinventare il denaro che vanno avanti da quasi due secoli.

Nel suo blog Shiller ricorda il “Cincinnati Time Store” di Josiah Warner, che nel 1827 vendeva la merce in unità di ore di lavoro, affidandosi alle “banconote lavoro”, un progetto durato solo tre anni.

Due anni dopo Robert Owen cercò di creare il “National Equitable Labour Exchange”, basato sulle “banconote lavoro” o “tempo denaro”, come moneta. Anche questo esperimento è fallito.

Un secolo dopo, durante la Grande Depressione, l’economista John Pease Norton propose un “dollaro elettrico” sostenuto non dall’oro, ma dall'elettricità. L’idea di Norton finì in farsa, come le precedenti. All’epoca l’editorialista Harry I. Phillips scrisse che “poteva essere molto divertente ricevere un’imposta sul reddito in bianco e inviare al governo 300 volt”.

Fuori dagli esempi storici, Shiller conferma la sua posizione fortemente scettica nei riguardi delle criptovalute:

“Praticamente nessuno, al di fuori dei dipartimenti di informatica, può spiegare come funzionano le criptovalute. Quel mistero crea un’aura di esclusività, dà glamour al nuovo denaro, e riempie i devoti di zelo rivoluzionario. Niente di tutto ciò è nuovo e, come nel caso delle passate innovazioni monetarie, una storia avvincente potrebbe non essere sufficiente”.

Shiller, considerato uno dei padri della finanza comportamentale, è l’autore di Esuberanza Irrazionale, un libro sulla nascita delle bolle speculative. A dicembre aveva detto che oggi il bitcoin “è il miglior esempio di bolla”.

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