I paesi dell’Ue stringono un’intesa sullo sviluppo della tecnologia blockchain senza l’Italia.
Sono 22 i paesi che hanno firmato una Dichiarazione sull’Istituzione di un Partenariato Europeo per la blockchain. Nella lista dei firmatari manca l’Italia, per cui l’invito resta comunque valido, a quanto si legge sul sito della Commissione europea.
L’accordo è stato stretto martedì 10 aprile e ha lo scopo di consolidare la leadership dell’Europa nello sviluppo e nel lancio di tecnologie blockchain. Vi hanno preso parte: Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia.
Questo partenariato internazionale si propone di essere “uno strumento di cooperazione tra gli Stati membri per scambiare esperienze e competenze in campo tecnico e normativo e prepararsi al lancio di applicazioni blockchain nel mercato unico digitale dell’Ue, a vantaggio del settore pubblico e di quello privato”.
Mariya Gabriel, commissario europeo per l’economia e la società digitali e promotrice dell’accordo, ha detto:
“In futuro, tutti i servizi pubblici utilizzeranno la tecnologia blockchain. La blockchain rappresenta una grande opportunità per l’Europa e gli Stati membri [...]. Il partenariato lanciato oggi consente agli Stati membri di collaborare con la Commissione europea per trasformare l'enorme potenziale della tecnologia blockchain in servizi migliori per i cittadini”.
Dopo il lancio a febbraio dell’Osservatorio e Forum Ue sulla blockchain, la Commissione europea ha già versato 80 milioni di euro in progetti a sostegno del progresso tecnologico e sociale. La Commissione prevede di spendere altri 300 milioni di euro per l’avanzamento della blockchain nei prossimi anni.