In Svizzera si torna a parlare di una possibile criptovaluta nazionale.
Romeo Lacher, il presidente di SIX Group (la società che gestisce la borsa di Zurigo), ritiene che il lancio di una criptovaluta che ricalchi il franco svizzero presenta “molti vantaggi”.
Lacher ha detto al Financial Times che la sua società è pronta a questo tipo di iniziativa e ha aggiunto che “non gli piace il denaro contante”. “Un franco elettronico sotto il controllo della banca centrale creerebbe molte sinergie, quindi sarebbe un bene per l’intera economia”, ha detto.
La Svizzera ha assunto un atteggiamento sempre più positivo nei confronti delle criptovalute e dell’integrazione a livello nazionale della tecnologia blockchain, nonostante la riluttanza del suo settore bancario a sostenere il bitcoin (Bitcoin). La stessa Banca nazionale svizzera (BNS) è riluttante nei confronti di questa ipotesi, sostenendo che attualmente non vede la necessità di un “cripto-franco”.
Durante il Forum economico mondiale tenutosi a Davos a gennaio, il presidente della BNS Thomas Jordan ha sostenuto che il bitcoin e le altre forme di criptovalute dovrebbero essere regolati in modo simile ai beni ereditati e sottoposti a severi controlli. “Non è possibile, da un lato, limitare fortemente il contante e, dall’altro, consentire l’utilizzo di strumenti totalmente anonimi che possano essere utilizzati per tutti i tipi di transazioni”, ha dichiarato.