Le authority dei mercati finanziari americani si esprimono su bitcoin, criptovalute e blockchain
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07 febbraio 2018

Jay Clayton (Sec) e Christopher Giancarlo (Cftc) hanno detto la loro al Senato.

Non ci sarebbe nessuna tecnologia del registro distribuito, se non fosse per il bitcoin (Bitcoin). Lo ha dichiarato Christopher Giancarlo, capo della Commodity Futures Trading Commission (Cftc), l’autorità di vigilanza sui futures negli Stati Uniti, durante un’audizione tenutasi ieri alla Commissione bancaria del Senato.

Giancarlo è stato interpellato insieme a Jay Clayton, che presiede la Sec (Securities and exchange commission), organo di controllo del mercato azionario Usa, in merito al quadro regolatore da applicare al fenomeno delle criptovalute.

Alla domanda se il bitcoin sia una materia prima (commodity), un titolo o un ibrido, Giancarlo ha sostenuto che la creazione di Satoshi Nakamoto mostra di avere caratteristiche comuni a più classi di asset. Ma, se visto come una riserva di valore come l’oro, il bitcoin si comporta in maniera “molto simile a una commodity”, ha detto.

“È importante ricordare che se non ci fosse Bitcoin, non ci sarebbe la tecnologia del registro distribuito”, ha affermato Giancarlo quando gli è stato chiesto il valore della tecnologia alla base base di Bitcoin, la blockchain.

“Sessantasei milioni di tonnellate di soia americana sono state spostate in Cina attraverso una transazione registrata su blockchain dalla società Dreyfus. Così Bitcoin viene ora utilizzato nel nostro sistema americano di trasporto e logistica”, ha detto Giancarlo, aggiungendo che sua nipote è una cosiddetta HODLer e che bisogna rispettare “l’entusiasmo delle nuove generazioni per le criptovalute”.

Da parte sua Clayton ha ricordato che le agenzie si stanno coordinando con il Dipartimento del Tesoro e la Federal Reserve sulla materia (regolamentazione delle criptovalute), ma ha aggiunto che i legislatori potrebbero dover chiarire e migliorare le norme a disposizione.

“Potremmo tornare di nuovo in compagnia dei nostri amici del Tesoro e della Fed per chiedere leggi ulteriori”, ha risposto Clayton quando gli è stato chiesto se il Congresso doveva prendere provvedimenti sul trading di criptovalute.

Il presidente della Sec ha delineato anche la sua posizione in merito alla natura delle criptovalute e delle Ico:

“Potete chiamarla moneta, ma se funziona come un titolo, allora è un titolo. [...] Voglio tornare a separare le Ico e le criptovalute. Le Ico, che sono offerte di titoli, dovremmo regolamentarle come facciamo con le offerte di titoli. Fine della storia”.

Inoltre Clayton si è anche soffermato sulla blockchain:

“Penso che questa tecnologia del registro distribuito abbia un enorme potenziale. Ora, come e quando sarà realizzato, [queste] sono le sfide, non possiamo dirlo. [...] Spero che le persone la perseguano con forza”.

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Sia Clayton che Giancarlo hanno usato l’audizione per parlare degli sforzi che le loro agenzie hanno fatto per controllare il mercato e per evidenziare i limiti dell’attuale struttura normativa statunitense, per cui le valute virtuali occupano in un’area grigia tra Sec, Cftc, Tesoro, Fed e regolatori statali.

Tuttavia Giancarlo e Clayton hanno entrambi sottolineato che, pur avendo una limitata autorità di scrivere regole sulle criptovalute, useranno “in modo molto aggressivo” i poteri a loro disposizione per proteggere gli investitori dai truffatori.

Fonte: Fortune

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