Per gli analisti della banca newyorkese la criptovaluta potrebbe diventare una “alternativa praticabile” al denaro tradizionale.
Secondo un report pubblicato da Goldman Sachs le valute digitali potrebbero avere successo nei paesi in via di sviluppo, dove andrebbero ad assumere il ruolo ricoperto ora delle monete locali.
Casi come la Repubblica Democratica del Congo, dove il denaro straniero costituisce oltre il 90% dei depositi e prestiti, e lo Zimbabwe, il cui dollaro ha smesso di avere corso legale nel 2015, si prestano a ipotesi del genere.
Per esempio, soluzioni alternative come il bitcoin potrebbero tornare utili nelle regioni in cui i governi impongono regole severe sull’uso delle valute tradizionali straniere. “In quei paesi e angoli del sistema finanziario in cui i servizi tradizionali di denaro non vengono forniti adeguatamente, il bitcoin (e più in generale le criptovalute) possono offrire delle alternative valide”, scrivono gli esperti della banca d’affari Zach Pandl e Charles Himmelberg.
Il documento lancia inoltre un avvertimento agli investitori in criptovalute, che farebbero bene a non aspettarsi più rendimenti astronomici simili a quelli registrati nel 2017, qualora si dovesse diffondere ampiamente l’uso di queste monete digitali.
Invece i due analisti prevedono un assestamento intorno a rendimenti a una cifra, in quanto “le valute digitali dovrebbero essere considerate come degli asset di copertura o a basso/zero rendimento, in maniera simile all’oro e altri metalli”.