Stati e banche centrali sono seriamente interessati all’adozione della tecnologia blockchain e delle criptovalute.
Entro il 2019 il 20% delle banche centrali inizierà a utilizzare la tecnologia Blockchain e, nel corso dei prossimi dieci anni, il loro numero salirà al 40%. Questa è la conclusione a cui sono arrivati gli autori di uno studio condotto dal Centre for Alternative Finance di Cambridge.
Secondo indagine, scrive Cointelegraph, le banche centrali in tutto il mondo stanno già studiando con attenzione la tecnologia del registro distribuito, nonostante i commenti della Bce e della Banca di Russia o la stretta della Cina contro ICO ed exchange.
Molti degli intervistati non sono stati in grado di dare una data certa di implementazione, ma hanno comunque dichiarato che l’introduzione della tecnologia blockchain è nella loro lista di priorità.
Le banche centrali sono interessate principalmente alla blockchain per sfruttarla in seno a protocolli o a piattaforme di autorizzazioni, ma una grande percentuale di rispondenti dichiara pure di guardare con attenzione a Bitcoin (EXANTE: Bitcoin) ed Ethereum (EXANTE: Bitcoin), oltre alla possibilità di creare una propria valuta digitale.
Quest’ultima è la motivazione principale di oltre l’80% delle banche centrali intervistate.