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10 settembre 2017

Un tribunale sudcoreano si esprime per la prima volta in merito alla natura della valuta digitale.

Venerdì il tribunale distrettuale di Suwon in Corea del Sud ha stabilito che “il bitcoin non è soggetto a confisca”. Lo riferiscono i media locali, che sottolineano come questa sia la prima volta che un tribunale sudcoreano si occupa della natura delle criptovalute.

Protagonista del caso è un 33enne di nome Ahn, sospettato di aver gestito un sito illegale di pornografia, avsnoop.club, con circa 1,2 milioni di membri. Ahn è stato arrestato a maggio per aver intascato illegalmente 1,9 miliardi di won tramite le spese di iscrizione al sito. Tra questi sono stati rinvenuti 216 bitcoin (Bitcoin), che sono stati confiscati dalla polizia in quanto proventi di reato.

Tuttavia il giudice che ha esaminato il caso si è opposto alla confisca:

“Non è appropriato confiscare i bitcoin perché sono in forma di file elettronici [senza legame con] entità fisiche, a differenza del denaro contante... La moneta virtuale non può assumere un valore standard oggettivo. [...] È difficile calcolare il valore della moneta virtuale anche qualora dovesse essere aggiunta. In alcuni casi, anche se la moneta virtuale viene riconosciuta come profitto criminale, ciò significa che si dovrebbe scegliere di calcolare l’importo corrispondente invece di procedere con la confisca”.

Sebbene il bitcoin non sia stato ancora pienamente regolamentato in Corea del Sud, dal 18 luglio è entrata in vigore una legge che permette alla società fintech di offrire transazioni internazionali in bitcoin.

Fonte: Bitcoin.com

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