La diffusione del banking online e delle valute digitali è stata citata come una delle cause principali del grande aumento del numero di crimini commessi nel settore finanziario in Australia.
Un rapporto pubblicato la scorsa settimana dalla Australian Criminal Intelligence Commission (ACIC) ha stimato che il riciclaggio di denaro e altri reati perpretati da gruppi appartenenti al crimine organizzato stanno costando al paese oltre 28,43 miliardi di dollari l’anno.
Il documento è servito anche a chiarire la posizione del governo: “Le due tecnologie chiave utilizzate per aiutare il crimine organizzato sono le valute virtuali e il crittaggio. Le valute virtuali, come Bitcoin, sono sempre più utilizzate da gruppi del crimine organizzato in quanto sono una forma di valuta che può essere venduta online in forma anonima, senza doversi affidare a una banca centrale o a un’istituzione finanziaria per facilitare le transazioni”.
Il ministro della Giustizia Michael Keenan ha dichiarato:
“Il bitcoin, che può essere scambiato anonimamente e che viene accettato quanto il denaro contante, ora viene scambiato sugli exchange internazionali più importanti”.
Il rapporto ha anche sottolineato l’aumento dei casi di riciclaggio di denaro attraverso i siti di scommesse online, la cui proprietà in molti casi è riconducibile a dei gruppi criminali internazionali.
A marzo le autorità hanno multato Tabcorp Holdings, la più grande betting company del paese, per 45 milioni di dollari con l’accusa di aver infranto le regole in fatto di riciclaggio di capitali.