L’IRS ha comprato un software per stanare gli evasori fiscali che non dichiarano i loro bitcoin.
Dal 2015 l’Internal Revenue Service, il corrispettivo dell’Agenzia delle entrate negli Stati Uniti, si serve di un software sviluppato da Chainalysis che traccia le transazioni in bitcoin. The Daily Beast ha ottenuto una copia dei documenti che ne confermano l’acquisto da parte dell’IRS.
Questo software, che si chiama Reactor, viene definito dai suoi creatori come uno “strumento investigativo interattivo”, è costato oltre 88.700 dollari all’autorità Usa e certamente questa mossa chiarisce la serietà con cui l’IRS vuole mettere sotto torchio i contribuenti in possesso di bitcoin che vogliono evadere le tasse.
Sebbene Rector non sia in grado di rivelare direttamente l’identità dei proprietari degli indirizzi Bitcoin, fornisce comunque all’agenzia uno strumento molto potente per tracciare il movimento delle coin da un wallet all’altro. E una volta che queste ultime vengono trasferite presso un’entità soggetta a regolamentazioni di anti-riciclaggio (un exchange, per esempio), allora può essere emesso un mandato che obbliga a rivelare alla legge l’identità del cliente in questione.
Nonostante la legge riguardo le imposte sui redditi e plusvalenze sia chiara a riguardo, l’IRS sostiene che solo 802 cittadini Usa hanno menzionato perdite o profitti relativi ai bitcoin nelle loro dichiarazioni dei redditi per il 2015.
A seguito di queste notizie alcuni possessori di bitcoin o altre monete virtuali potrebbero essere incoraggiare a spostarsi su delle criptovalute che fanno dell’anonimato il loro punto di forza, come Dash, Monero, and Zcash, che non possono essere tracciate da software come Reactor.
Sia Dash che Monero sono fresche di nuovi massimi storici. Al momento Dash è l’ottava maggiore criptovaluta in circolazione e viene scambiata a 312 dollari. Da par suo Monero è undicesima per market cap e viene scambiata a 95,25 dollari, dati di Coinmarketcap.