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27 luglio 2017

Gli Stati Uniti hanno presentato 21 capi d’accusa contro BTC-e e Vinnik.

Ieri è stata diffusa la notizia dell’arresto del 38enne russo Alexander Vinnik, accusato dalle autorità statunitensi di riciclaggio di denaro attraverso bitcoin per 4 miliardi di dollari.

Vinnik è stato catturato in Grecia nell’ambito di un’operazione congiunta condotta da agenti greci e statunitensi. La polizia locale riferisce che l’arrestato era a capo di un gruppo responsabile di diversi cyber crimini di alto profilo.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha collegato Vinnik all’exchange di criptomonete BTC-e, che è offline da due giorni, di cui sarebbe uno dei proprietari e amministratori. L’exchange è stato multato per 110 milioni di dollari, mentre il russo dovrà pagare 12 milioni di dollari.

Sono contestati 21 reati diversi e, in caso di condanna, Vinnik rischia fino a 55 anni in prigione. Vinnik è stato accusato anche di aver riciclato il denaro rubato presso l’exchange giapponese Mt. Gox.

Gli inquirenti ritengono che Vinnik abbia messo in piedi uno schema internazionale dove il riciclaggio di denaro sporco si è incrociato con traffici di droga, attacchi informazioni ed evasori fiscali.

L’indagine di WizSec

WizSec, società specializzata in sicurezza informatica in ambito Bitcoin, ha pubblicato un post nel quale illustra i punti di contatto di Vinnik BTC-e e Mt.Gox. Questi sono alcuni dettagli:

  • A settembre 2011 vennero rubate le chiavi private dei portafogli di Mt. Gox per mezzo di una copia dell’archivio wallet.dat. Ciò ha permesso ai pirati informatici di accedere a una quantità significativa di bitcoin, oltre alla possibilità di controllare i depositi che entravano nell’exchange.
  • Gli hacker svuotavano i conti a cui avevano accesso e dirottavano i bitcoin sui portafogli controllati da Vinnik. Questa fase è andata avanti per diverso tempo.
  • Verso la metà del 2013 i ladri ritirarono circa 630.000 bitcoin da Mt. Gox.
  • Quando Vinnik riceveva il denaro, la maggior parte dei fondi venivano spediti su BTE-e, dove finivano presumibilmente con l’essere venduti o riciclati. In totale 300.000 bitcoin vennero depositati su BTC-e, mentre il resto finì su altri exchange, Mt. Gox compreso.
  • Parte dei fondi spostati su BTC-e sembrano essere stati dirottati verso lo storage interno invece che su indirizzi di utenti: tutto questo fa pensare a un legame tra Vinnik e BTC-e.
  • Vinnik non ha solo riciclato le criptovalute rubate da Mt. Gox. I bitcoin rubati da Bitcoinica Exchange, Bitfloor e altri exchange tra il 2011 e il 2012 sono passati attraverso gli stessi wallet.
  • Gli esperti di WizSec dicono di essere riusciti a identificare Vinnik proprio seguendo la scia dei movimenti in cui i bitcoin sono stati riportati indietro da BTC-e a Mt. Gox; i conti utilizzati dall’uomo sono stati collegati alla sua identità online “WME”.
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