La banca d’affari parla di space mining in una nota ai clienti lunga 98 pagine.
Estrarre materie prime da un asteroide nello spazio non è più fantascienza, ma una possibilità abbastanza concreta da essere presa in considerazione da Goldman Sachs. “Potrebbe essere più realistica di quanto percepito” ha detto la banca ai suoi clienti.
L’analista Noah Poponak e il suo team hanno presentato una nota di 98 pagine in cui sostengono che la diminuzione dei costi dei lanci di razzi, dovuti ai razzi riutilizzabili di SpaceX, e il miglioramento della tecnologia potrebbero rendere lo space mining praticabile in un futuro non troppo distante.
“Anche se la barriera psicologica in merito all’estrazione da asteroide è alta, le vere e proprie barriere finanziarie e tecnologiche sono molto più basse”, si legge nella nota.
“Delle sonde spaziali da esplorazione possono essere costruite probabilmente al costo di qualche decina di dollari l’una e Caltech ha suggerito che un veicolo spaziale capace di afferrare un asteroide potrebbe costare sui 2,6 miliardi di dollari”.
La nota aggiunge che alcuni asteroidi sono ricchi di materie prime preziose come il platino:
“Un asteroide delle dimensioni di un campo di football potrebbe contenere platino per un valore tra i 25 e i 50 miliardi di dollari”.
Ma la nota contiene anche un avvertimento.
“La possibilità di poter estrarre con successo materie prime da un asteroide farebbe sprofondare il prezzo glonale del platino, dato un asteroide largo 500 metri contiene da solo quasi 175 volte la produzione mondiale di platino, secondo quanto riferisce la Mission 2016 del MIT”.
Goldman aggiunge che raccogliere il capitale necessario un’impresa di space mining sarebbe alla portata per molte società dotate di risorse ingenti e che sono solite spendere miliardi di dollari su progetti colossali.
Continuate a osservare il cielo.