La lunga notte dei negoziati tra Ue e Turchia
Reuters
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L’Unione Europea e la Turchia si sono irrigidite sulle loro posizioni riguardo l’ultimo piano sui migranti, lasciando molte dispute ancora da essere risolte sullo sfondo della grande proposta di rispedire indietro sistematicamente i migranti che raggiungono le isole greche.

Dopo un summit di 5 ore a Bruxelles, i leader Ue hanno trovato una posizione comune che si allontana ancora di più dalle richieste di Ankara, preparando il terreno per un scontro odierno sugli elementi chiave del pacchetto, dal punto di vista legale, pratico e politico.

Questi elementi includono il rifiuto della Turchia di applicare pieni standard internazionale sui rifugiati, un veto cipriota sull’apertura alle discussioni sull’adesione della Turchia all’Unione europea e la richieste della Grecia che vuole aumentare di migliaia di unità il suo staff necessario ad implementare il piano.

Rimangono differenze sul fronte Ue riguardo le promesse di accettare i migranti siriani direttamente dalla Turchia per compensare quelli rifiutati dalle isole greche.

Angela Merkel, la cancelliera tedesca, ha detto che la parte finale delle negoziazioni “sarà tutt’altro che facile”. François Hollande, il presidente francese, ha aggiunto: “Non posso garantirvi un lieto fine.”

I colloqui con la Turchia inizieranno con Ahmet Davutoglu, primo ministro turco, che incontrerà Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Mark Rutte, premier olandese e Jean-Claude Juncker, il presidente della Commissione europea.

I diplomatici hanno detto che uno degli ostacoli maggiori è la legalità del piano, con Spagna, Portogallo e Francia che fanno pressione sulla Turchia per rinnovare il suo sistema di asilo, così da permettere ai migranti di tutti i paesi di cercare protezione internazionale lì.

Secondo una bozza che riassume la posizione dell’Ue vista dal Financial Times, il blocco dei 28 paesi chiede alla Turchia di “impegnarsi affinché rispediti in Turchia siano protetti seguendo gli standard internazionali”. Ankara sta resistendo a ogni cambiamento formale di tipo legale, con i funzionari dell’Unione che temono un buco capace di minare la base legale dell’accordo.

La Merkel ha detto che c’erano “certi prerequisiti legali” necessari ad assicurare che i migranti vengano trattati umanamente in Turchia. Mariano Rajoy, premier della Spagna, ha detto: “Io ho difeso il principio che qualsiasi decisione adottata deve essere in conformità con la legge internazionale, e ho chiarito che senza di essa non potremmo supportare le conclusioni.”

Un altro punto sensibile sono le richieste da parte di Ankara affinché Cipro rimuova il congelamento di diversi capitoli delle negoziazioni sull’adesione della Turchia all’Ue, un concessione che Nicosia non è disposta a fare, a meno che la Turchia riconosca il suo governo.

Siccome il problema tocca oltre 40 anni di scontri e ha il potenziale per esplodere, i diplomatici stanno discudendo diversi tipi di compromessi per aggirare il blocco di Cipro.

Hollande ha detto che i leader erano “attenti a non fare nominare quelle (specifiche) parti dell’accordo”.

Sul fronte pratica, la Grecia ha anche richiesto 4.000 persone in più da aggiungere al suo staff (di cui 2.500 provenienti da altri paesi) per controllare le frontiere e detenere e gestire 10.000 arrivi stimati a settimana, che devono essere esaminati individualmente secondo i termini dell’accordo.

Merkel ha detto che la Germania era disponibile a contribuire con del personale per aiutare la Grecia, dicendo che gli stati membri Ue sarebbero in grado di prendere un impegno specifico nello spazio di pochi giorni. Ha inoltre aggiunto:

“Ogni rifugiato deve essere valutato, ogni caso individuale deve essere analizzato. Da un punto di vista logistico, sarà molto importante avere lo staff necessario sulle isole per rendere possibile questa procedura.”

Charles Michel, il primo ministro belga, ha detto: “Anche quando otterremo un accordo nelle ore a venire, dobbiamo essere consapevoli che avremo bisogno di un lavoro logistico e operativo per implementarlo.” Ha poi aggiunto che il personale sarebbe necessario affinché la Grecia possa affrontare celermente i casi e “non nel giro di settimane o mesi come è adesso il caso”.

La Merkel è stata criticata per aver appoggiato un accordo con la Turchia per ricollocare migliaia di rifugiati da Grecia, nonostante secondo le associazioni per i diritti umani la Turchia non sia un paese sicuro per coloro che fuggono da un Medio Oriente dilaniato dalla guerra.

Per l'Onu l'accordo tra Ue e Turchia viola i diritti umani

Nell’approssimarsi dell’accordo, gli ufficiali della linea dura hanno richiesto che ai paesi di fissare una data immediata di inizio dei ricollocamenti verso la Turchia; alcuni dicono che potrebbero partire da domenica notte. Comunque, i leader sono stati incapaci di accordarsi su una data precisa, con Alexis Tsipras, primo ministro greco, che ha detto come una partenza affrettata sarebbe impossibile da implementare.

I leader Ue hanno trovato un accordo per ricollocare 72.000 rifugiati dalla Turchia seguendo un controverso schema “uno-per-uno”, laddove Ankara invierebber un rifugiato siriano direttamente in Europa per ogni migrante che accetta dalla Grecia. Questo piano sarà “revisionato” una volta raggiunto il limite, con un’alleanza composta da paesi dell’Europa centrale e orientale che infatti ne chiede la cessazione quando la cifra massima sarà raggiunta.

La Turchia non riceverà una promessa solenne di riaprire le discussioni per la sua adesione all’Unione, finché non risolverà gli ostacoli ostacoli che un paese deve affrontare per unirsi all’Ue. Ad Ankara sarà invece promessa una decisione sull’inizio di questi negoziati, secondo la bozza del testo.

I capi di governo Ue hanno anche firmato un’offerta per pagare la Turchia fino a 6 miliardi di dollari entro la fine del 2018, promettendo anche di mettere in moto il denaro quando saranno rispettati gli impegni da parte di Ankara.

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