Davos 2016, atto primo
Ruben Sprich
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Donald Trump, petrolio e sicurezza: ecco cosa ha tenuto banco.

Quali sono stati i temi caldi discussi a Davos nel corso della prima giornata dell’annuale World Economic Forum?

Al primo posto Donald Trump. Se Trump dovesse candidarsi alle primarie di Davos, di certo non vincerebbe.

I CEO delle grandi società presenti hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo il fenomeno Trump. Larry Fink, presidente del consiglio d’amministrazione di Blackrock Financial Management, ha avvertito: “Per quelli che hanno a cuore solo la rielezione e niente di più, abbiamo bisogno di una rivoluzione… Sfortunatamente, ora la rivoluzione potrebbe essere Donald Trump.”

Nel frattempo, con i mercati in una spirale discendente, c’è sempre molto interesse intorno al petrolio. I CEO sono sempre più vicini a uno stato di accezione, riconoscendo che non c’è nessuna ripresa veloce all’orizzonte e che i prezzi potrebbero restare bassi per molto, molto tempo.

La buona notizia è che tra i partecipanti c’è ancora chi guarda al bicchiere mezzo pieno. Resta la speranza che il crollo del petrolio potrebbe dare impulso a una domanda repressa (una concezione popolare un anno fa, ma che appare sempre più relegata a tempi andati). In generale, l’umore non è negativo come i mercati potrebbero far credere.

E infine, la sicurezza.

I rischi legati alla sicurezza, siano essi di natura geopolitica o cibernetica, hanno dominato le discussioni.

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