Il Brent è sceso del 5,96% a 31,55 dollari al barile, il livello più basso dall’aprile 2004.
L’insolita instabilità della prima settimana dell’anno si fa ancora sentire sul petrolio
Lunedì il petrolio è calato per il settimo giorno consecutivo, avvicinandosi ai livelli minimi in oltre dieci anni, a cui si è sommata l’apprensione generata dai mercati azionari in Cina. Le notizie provenienti dal gigante asiatico hanno portato il petrolio a perdere il 5,96% fino a toccare i 31,55 dollari al barile, il punto più basso da Aprile 2014.
Si dovrebbe notare che la Cina è il secondo maggior consumatore di petrolio nel mondo, superata solo dagli USA. Quindi la sua domanda dioro nero pesa moltissimo per l’andamento del mercato.
Il WTI, indice di riferimento statunitense, è calato del 5,28% a 31,41 dollari al barile.
Secondo i grandi nomi della finanza il crollo del petrolio è destinato a continuare, con Goldman Sachs che dallo scorso anno ha ripetuto che non si stupirebbe di un collasso dei prezzi attorno i 20 dollari.
Anche gli esperti di Bank of America-Merrill Lynch parlano di un calo a questi livelli nelle loro stime, mentre gli analisti di Morgan Stanley aggiungono che:
“La sola svalutazione del 15% dello yuan potrebbe far abbassare il prezzo del petrolio a 20 dollari”.