Una miniera di bitcoin vista da vicino
Viaggio dentro una mining farm in Islanda.
Il mining è l’elemento portante dei bitcoin. Chiunque mette a disposizione il potere di elaborazione del proprio computer in modo da permettere di effettuare le transazioni sulla rete, viene ricompensato con la possibilità “minare” bitcoin.
In cambio dell’aiuto per mantenere il network attivo e funzionante, si ha la possibilità di ottenere un pezzo della valuta digitale appena estratta.
Questo pagamento rende l’intero processo, in presenze delle giuste risorse, molto redditizio. E ha contribuito a generare un’industria enorme e dai tratti surrealo. È possibile fare mining anche da casa, e in effetti sono si ci dedicano in parecchi. Ma sono spuntate anche delle società dedicate al mining, alcune delle quali valgono decine di milioni di dollari.
Queste società costruiscono enormi data center o “miniere” che consumano grandi quantità di energia e compiono calcoli folli dando la caccia al cosiddetto oro digitale.
Diamo un’occhiata a una di queste.
Queste foto sono di Genesis Mining, una società di cloud mining. Genesis permette ai clienti di minare utilizzando il loro “cloud”, senza dover acquistare un hardware apposito.
Tecnicamente è possibile minare su qualsiasi computer, ma non è redditizio farlo a meno che non possediate l’attrezzatura giusta. Il modello di Genesis offre un’altra opzione.
All’inizio la società aveva miniere in Bosnia e in Cina e la maggior parte delle sue operazioni hanno attualmente sede in Islanda.
Il paese vanta di tre qualità molto importanti per il mining: energia a basso costo, buone connessioni internet e un clima freddo.
Il clima è un aspetto fondamentale. Gli hardware di mining generano un’enorme mole di calore e utilizzano grandi quantità di potenza.
Se si può risparmiare sui costi di raffreddamento grazie alla temperatura naturale, questo può fare la differenza tra il perdere dei soldi e l’ottenere un profitto.
Ma nonostante tutto questo il consumo di elettricità da parte di Genesis resta comunque notevole. Marco Streng, l’AD 29enne della società, afferma che le compagnie energetiche “ci offrono giri in elicottero ogni volta che arriviamo” e sostiene che potrebbero essere uno dei maggiori consumatori di energia del paese.
Streng sostiene che “il cloud mining abbia un grande problema relativo alla fiducia”. I clienti non vedono mai né posseggono il mining hardware e ciò li pone a rischio di frode.
Possono saltare fuori degli schemi Ponzi, in cui gli esecutori utilizzano il denaro degli ultimi clienti per pagare i primi, tenendone la maggior parte per loro stessi. “Non posseggono nemmeno delle strutture di mining. Prendono foto di altre compagnie, le modificano con Photoshop e fingono che siano le loro”, dice Streng.
“Non posseggono nemmeno delle strutture di mining. Prendono foto di altre compagnie, le modificano con Photoshop e fingono che siano le loro”, dice Streng.
Genesis non si limita a minare i bitcoin, il suo business si estende anche alle altcoin. Attualmente la sua offerta include Ethereum, Monero, Litecoin, Dash e Zcash.
Ecco un altro assaggio delle operazioni di mining di Genesis.
Ci sono più di 10.000 GPU per il mining in questa stanza.
Quindi, quali sono le condizioni in una miniera? Il direttore tecnico Stefan Schindler è schietto a riguardo: “Lavorare in una miniera di bitcoin è assolutamente terribile”.
“Sei costantemente circondato da macchine che ti urlano contro per tutto il tempo”, spiega. “È come se dovessi ascoltare dei jet che partono e atterrano senza fermarsi”. Il calore è un altro fattore – alcune parti della struttura raggiungono dai 40 ai 50 gradi celsius.
Ecco un video di Genesis mentre realizza una nuova struttura islandese. La società ha diverse decine di dipendenti full time, tra cui specialisti elettrici e di internet e prende della manodopera supplementare quando deve creare nuove strutture.