Dai Google Glass a Nexus Q: le meteore di Google.
Google (NASDAQ: GOOGL.NASDAQ) è noto per la sua linea di prodotti estremamente popolari, dal motore di ricerca, alle mappe, fino ad Android. Tuttavia, non tutto quello che la compagnia tocca si trasforma in oro. I Google Glass avrebbero dovuto cambiare il mondo, ma sono diventati rapidamente una barzelletta. E vi ricordate di Google Buzz? Adesso, GChat è solo l’ultimo di una serie di servizi sospesi da Google. Diamo un’occhiata ad alcuni prodotti di Google che sono diventati reliquie del passato.
Google Answers era partito come idea di Larry Page e fu il primo progetto su cui lavorò Google. Answers durò più di quattro anni, ma smise di accettare domande nel 2006.
Lively, il mondo virtuale di Google, è durato circa un anno. Google dichiarò di averlo creato perché voleva che “gli utenti interagissero con i loro amici e si esprimessero online in nuovi modi”, ma il progetto non prese piede. Lively venne chiuso nel 2008.
Google annunciò i Glass nel 2012 in maniera teatrale, ma il dispositivo non raggiunse mai le masse. Aveva infatti un prezzo molto alto, problemi di software, potenziali problematiche relative alla privacy e in generale appariva troppo di nicchia. Google pose fine alle vendite dei Glass a gennaio 2015, ma continua a vendere il dispositivo alle aziende e sta lavorando ad una nuova versione.
Google Buzz era un servizio di social networking integrato in Gmail, ma andò incontro a grossi problemi di privacy e non fu molto incisivo. Nell’ottobre del 2011, la società annunciò la chiusura del servizio e la sua volontà di concentrarsi invece su Google+.
Il telefono Android edizione Google Play venne lanciato nella primavera del 2014. Tuttavia, a gennaio 2015 venne segnalato come “non più disponibile per la vendita” e non si ebbe mai un’edizione Galaxy S5 del telefono, sebbene trapelarono online alcune foto.
Google Wave era stato creato per permettere alle persone di inviarsi messaggi tra loro e di modificare documenti insieme, ma gli utenti lo trovarono confusionario e divenne rapidamente un fiasco. Wave durò circa un anno, prima di venire tolto di mezzo ad agosto del 2010.
Google Video era il servizio di video streaming di Google, lanciato prima che la società acquisisse YouTube nel 2006. Google Video smise di accettare nuovi upload nel 2009, ma coesistette insieme a YouTube fino al 2012, quando Google lo eliminò definitivamente.
Il Nexus Q di Google, un riproduttore multimediale di contenuti streaming che era stato progettato per connettere tutti i dispositivi presenti in casa, venne presentato con gran clamore alla conferenza di sviluppatori della società nel 2012. Tuttavia, le recensioni nei blog di tecnologia furono tremende e Google archiviò il prodotto ancor prima che raggiungesse gli scaffali.
Google X, un’interfaccia alternativa per il motore di ricerca, durò esattamente un anno prima che Google gli staccasse la spina. Presentandosi come strano tributo al dock del Mac OS X, il sito recitava: “Roses are red. Violets are blue. OS X rocks. Homage to you” (Le rose sono rosse. Le viole sono blu. OS X spacca. Omaggi a te). Google X andò presto offline il 16 marzo del 2005; il nome “X” venne presto riutilizzato per la divisione di ricerca di Google.
Inteso originariamente per fornire alla gente accesso a informazioni relative alla salute e al benessere, Google Health venne chiuso definitivamente nel gennaio 2012, dopo che Google si era reso conto che “non aveva avuto l’ampio impatto che si sperava”.
Google Reader era una app per la lettura di notizie che consentiva agli utenti di inserire storie da blog o da siti d’informazione. Google ne annunciò la chiusura nel marzo 2013 – con gran sgomento e indignazione da parte degli utenti – e la eliminò definitivamente nel luglio 2013.
Google Catalogs, un programma di shopping interattivo che digitalizzava i cataloghi, venne chiuso nel 2015. Google disattivò la versione mobile di Catalogs nel 2013 e due anni dopo fece lo stesso con la versione desktop.
Google Hangouts On Air – il servizio live streaming di Google – si spostò su YouTube Live nel settembre 2016. Il servizio era stato creato originariamente nel 2012, quando lo streaming live stava prendendo piede, e venne usato da Obama e da Papa Francesco.
Dodgeball, un servizio che consentiva agli utenti di registrare la propria posizione nei luoghi in cui si trovavano, venne acquisito da Google nel 2005. Si dice che i suoi fondatori, tra cui Dennis Crowley, avrebbero lasciato Google in cattivi rapporti nel 2007. Crowley si mobilitò per sviluppare un servizio molto simile due anni dopo, ovvero Foursquare.
iGoogle, una homepage personalizzata, venne chiuso nel 2013. Creato nel 2005, iGoogle consentiva agli utenti di personalizzare le proprie homepage con dei widget. Google dichiarò che iGoogle non era più necessario, date le app che funzionavano su Chrome e Android.
Orkut era un social network più popolare all’estero che negli USA. Google decise di eliminarlo nel settembre del 2014.
Google Notebooks fu un precursore di Google Docs: era possibile copiare e incollare URL o scrivere note che potevano essere condivise o pubblicate. Google interruppe lo sviluppo di Notebook nel 2009 e lo chiuse ufficialmente nel luglio 2012, trasferendo tutti i dati su Google Docs.
Gchat, noto anche come Google Talk, andò online nel 2005 come servizio per chattare online con colleghi, familiari e amici. Tuttavia nel 2013, Google ha iniziato ad effettuare una transizione da Talk ad Hangouts e a marzo è stata data agli utenti la possibilità di passare ad Hangouts o di continuare con Talk per un altro paio di mesi. Adesso, tutti gli utenti verranno trasferiti su Hangouts.