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17 dicembre 2015

9 grandi banche si sono coalizzate per valorizzare di più la tecnologia alla base del bitcoin.

Martedì nove delle maggiori banche del mondo hanno deciso di sostenere blockchain, la tecnologia che alimenta il bitcoin.

Barclays, BBVA, Commonwealth Bank of Australia, Credit Suisse, JPMorgan, State Street, Royal Bank of Scotland e UBS hanno formato un accordo per redigere una serie di norme e procedure per usare blockchain nel settore bancario.

L’accordo è condotto da R3, una startup con uffici a New York e Londra, diretta da David Rutter, ex AD di ICAP Electronic Broking ed esperto di Wall Street da 32 anni.

Rutter ha spiegato a Business Insider che il piano è di costruire la ‘struttura’ della tecnologia di blockchain per il settore bancario e nel frattempo svilupparne i fini commerciali per banche e imprese finanziarie.

Ha anche detto che altre banche hanno già aderito all’accordo, ma i tempi di svincolo non danno il permesso di nominarle. Il Financial Times riporta che anche Goldman Sachs è coinvolta nell’accordo.

Il blockchain è il protocollo che alimenta e regola la criptovaluta bitcoin. Nella sua forma più basilare, registra la proprietà di bitcoin (denaro) e le transazioni (una persona ne paga un’altra).

Le transazioni sono autorizzate dalle parti interessate usando il software e poi vengono aggiunte alla blockchain, una lunga stringa di codice che registra tutte le attività.

Quando avviene una transazione, questa viene aggiunta al registro in via permanente e non può essere modificata, nello stesso modo in cui non si può più cambiare un mattone, una volta che diventa parte di un muro.

Il software elimina la necessità di un “intermediario di fiducia” tra le parti di una transazione perché agisce già per se stesso da intermediario. Questo fa sì che le transazioni diventino più veloci, meno care e più facili se paragonate ai sistemi correntemente usati dalle banche.

Le banche sono quindi desiderose di vedere se ciò può essere adattato a un uso con la valuta tradizionale, non solo al bitcoin.

La blockchain usa una tecnologia detta del registro distribuito, cioé tutte queste transazioni possono essere viste liberamente da chiunque. Non sono segregate in un centro dati privato nel Canary Wharf: chiunque in teoria può controllare per vedere se qualcuno usa bitcoin rubati e ciò aumenta il livello di trasparenza del sistema.

Le banche più importanti, incluse Barclays, Citi, Santander e UBS hanno tutte espresso interesse nel blockchain, ma questa è la prima volta che le banche lavorano insieme su un progetto.

Rutter dice di aver cominciato ad approcciare le banche circa 15 mesi fa, dopo aver visitato più o meno 30 compagnie blockchain e bitcoin in cui stava considerando di investire:

“Ci venne in mente l’idea che la tecnologia del registro distribuito poteva essere per la finanza quello che l’internet era per i media”.

Rutter dice che R3 ha redatto una “lista dei desideri” che elenca i modi in cui i suoi soci bancari vogliano usare la tecnologia blockchain. Questa lista include di tutto, “dall’emissione allo sgombero e estinzione e gli smart contract, dove il codice è il contratto e fa risparmiare sui costi di amministrazione”.

Derek White di Barclays recentemente ha detto a Business Insider che la banca ha identificato 45 usi potenziali della tecnologia blockchain, mentre Santander ha detto che sta considerando 25 usi.

“In generale penso che entro 1 o 2 anni potremo dimostrare che la tecnologia è adeguata allo scopo. Non ne so abbastanza per poter commentare quanto ci vorrà per lanciarla e integrarla nel sistema attuale”.

“Il nostro scopo è avere già entro il prossimo anno alcuni esempi reali di come ciò potrebbe funzionare, quindi abbastanza presto”. Come parte della collaborazione, le banche stanno investendo su R3. Rutter dice: “Non lo posso rivelare, ma si parla di parecchi milioni. Da parte mia, per quanto riguarda il coinvolgimento delle banche, l’elemento umano è più importante”.

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