La guerra di Anonymous contro l’ISIS si sta già sgretolando
REUTERS/Steve Dipaola
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La campagna #OpISIS è stata progettata per combattere l’ISIS, ma invece i suoi seguaci stanno semplicemente attaccando qualsiasi profilo scritto in arabo.

Quando un video ha annunciato la campagna di Anonymous contro l’ISIS, molti erano scettici. All’indomani degli attacchi dell’ISIS a Parigi, la campagna #OpIsis ha offerto agli attivisti di Internet un modo semplice per combattere un gruppo terroristico senza neanche dover spegnere il portatile. Mentre la campagna prendeva slancio, molti hanno espresso il timore che gli sforzi di Anonymous avrebbero in realtà danneggiato la lotta all’ISIS, screditando le fonti dell’intelligence e inondando i canali tradizionali di informazioni errate. Ora sembra che queste previsioni si stiano rivelando corrette.

La maggior parte degli sforzi di Anonymous sono stati tesi a oscurare gli account di Twitter e i siti online legati all’ISIS. Tuttavia, per quanto riguarda Twitter, le informazioni sono state approssimative, secondo un impiegato di Twitter che ha parlato con il Daily Dot la settimana scorsa. Un’altra indagine di Ars Technica ha rivelato che sono stati violati numerosi account non legati all’ISIS, soltanto per aver scritto dei tweet irriverenti su degli account non ISIS o semplicemente per aver pubblicato dei tweet in arabo. Secondo un altro osservatore, nella lista sono finiti anche degli account curdi, iraniani, palestinesi e ceceni. Come ha sottolineato: “Non sto dicendo che siano tutte delle brave persone, ma sicuramente non fanno parte dell’ISIS”.

Se state sostenendo #OpIsis, concedetevi un momento per capire quali sono i veri obiettivi. Ricordate che #OpIsis comprende persone di diversi paesi con credenze religiose varie quanto le lingue che parliamo. Il fatto che un sito o un post siano in arabo o vengano redatti da una persona di fede islamica non li rende e non dovrebbe renderli degli obiettivi. Alcuni dei più impegnati attivisti di #OpIsis sono musulmani.

Non lo si può sottolineare abbastanza! #GhostSec #OpIsis

Molti attivisti della campagna sembrano consapevoli del problema e oggi diversi account hanno cominciato a far circolare un messaggio che incita i partecipanti a ricordare che “Il fatto che un sito o un post siano in arabo o vengano redatti da una persona di fede islamica non li rende e non dovrebbe renderli degli obiettivi”. D’altro canto, la natura stessa della campagna rende difficile l’applicazione uniforme di tale messaggio. I passi falsi sono divenuti così pronunciati che altri gruppi di Anonymous hanno cominciato a prendere pubblicamente le distanze da #OpIsis, come nel tweet in basso.

Davvero, dopo #OpIsis ci sono troppe persone in cerca di facile fama. Non si tratta del numero di follower o di Retweet. Si tratta della verità. Abbiate un po’ di integrità.

  • Dopo l'attacco alla rivista Charlie Hebdo editore nel mese di gennaio, gli attivisti hanno lanciato una operazione sotto l'hashtag #OpCharlieHebdo. Più tardi divenne la campagna #OpISIS, in cui gli hacker pubblicano gli elenchi di account Twitter che sostengono lo Stato Islamico. Il 16 novembre Anonymus ha pubblicato un elenco di 900 account Twitter su Pastebin. Secondo Dazed, questi conti sono stati eliminati quasi subito.
  • La reazione di ISIS è stata immediata. Ha mandato ai suoi membri le istruzioni su come proteggersi dagli hacker e ha chiamato "idioti" gli attivisti anonimi.
  • Più tardi, gli attivisti di Anonymous hanno postato un messaggio su Twitter dichiarando guerra informatica allo stato islamico. Secondo gli hacker da febbraio 2015 sono già stati bloccati decine di migliaia di provili in cui avevano luogo reclutamenti e propaganda.
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