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La funzione Safety Check di Facebook è sempre stata utilizzata in caso di catastrofi naturali. Dopo Parigi le cose sono cambiate.

Mark Zuckerberg spiega perché Facebook ha attivato Safety Check per gli attacchi di Parigi, ma non per quelli di Beirut.

Nel pieno degli orribili attacchi terroristici di Parigi, venerdì scorso, Facebook ha attivato la sua funzione “Safety Check” per aiutare gli utenti a far sapere facilmente a familiari e amici che stavano bene. Più di 4,1 milioni di persone l’hanno usata.

Mentre in molti hanno lodato Safety Check per essere una funzione di comunicazione cruciale, Facebook ha anche attirato critiche da coloro che hanno notato che la compagnia non l’ha attivata per un altro tragico attentato: le esplosioni a Beirut, in Libano, che sono accadute il giorno precedente.

La mancanza dell’attivazione sembra indicare una differenza di compassione globale per le vittime del terrorismo in Europa, rispetto a quelle in Medio Oriente.

In un post intitolato “Da Beirut, questa è Parigi: in un mondo che se ne frega delle vite degli arabi” un dottore libanese, Elie Fares, descrive la situazione in modo pungente:

Quando la mia gente è morta, nessuna nazione si è preoccupata di illuminare i propri monumenti con i colori della nostra bandiera. Neanche Facebook si è degnato di controllare se la mia gente fosse fuori pericolo, per quanto banale possa sembrare. Ecco allora il vostro ‘safety check’ di Facebook: siamo sopravvissuti, finora, a tutti gli attacchi terroristici di Beirut.

L’AD di Fecebook Mark Zuckerberg ha affrontato l’argomento in un post su Facebook:

“Molte persone hanno giustamente chiesto perché abbiamo attivato Safety Check per Parigi ma non per le esplosioni di Beirut o altri luoghi” ha scritto Zuckerberg. “Fino a ieri, la nostra politica era di attivare Safety Check solo per disastri naturali. L’abbiamo appena cambiata e adesso abbiamo intenzione di continuare ad attivare Safety Check per altri disastri che colpiscono le persone”.

Facebook ha attivato la funzione solo cinque volte dal suo lancio a ottobre 2014 ed ogni volta solo per eventi come terremoti e tsunami.

“Ringrazio tutti coloro che hanno aperto un dialogo con domande e preoccupazioni su questo argomento”, ha continuato Zuckerberg. “Avete ragione, ci sono molti altri conflitti importanti nel mondo. Tutte le persone per noi sono ugualmente importanti e lavoreremo duro per aiutare le persone che soffrono ogni volta che ci sarà possibile”.

Un altro dirigente di Facebook, il Vice Presidente dell’acquisizione e fidelizzazione degli utenti Alex Schultz, ha approfondito sulle parole di Zuckerberg in un suo post.

Ha detto che il sito continuerà a migliorare Safety Check e a rendere la funzione più efficace.

“Durante una crisi ininterrrotta, come una guerra o un’epidemia, Safety Check nella sua forma attuale non è molto utile per le persone: perché non c’è un chiaro punto di inizio e di fine e, sfortunatamente, è impossibile sapere quando qualcuno è veramente al sicuro”, ha scritto.

La compagnia sta ancora cercando di capire come la funzione potrebbe essere impiegata al meglio.

“Quest’attivazione cambierà la nostra politica sull’uso di Safety Check e su quando attivarla per altri incidenti tragici e seri in futuro”, ha detto. “Vogliamo che questa funzione sia disponibile ogni volta e in ogni luogo in cui possa aiutare”.

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