Le intuizioni di Ritorno al Futuro
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21/10/2015: riguardando Ritorno al futuro - Parte II potremmo trovare familiari molte cose.

È finalmente giunto il "Ritorno al Futuro Day”, il giorno in cui Marty e Doc arrivano nel futuro nel secondo capitolo della famosa trilogia fantascientifica di viaggi nel tempo.

Guardandolo quasi 26 anni più tardi, è impressionante notare come il film abbia previsto molte tendenze tecnologiche di oggi, nonostante comunque contenga la sua buona dose di fiaschi.

Spostamenti

“Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade…” ebbene, questa è una promessa che non è stata mantenuta.

La realtà delle automobili volanti si è sempre profilata all’orizzonte. L’azienda di Boston Terrafugia, ad esempio, aveva promesso di iniziare a venderne un modello nel 2012, eppure sta ancora cercando di far decollare il proprio business.

Ma anche se Ritorno al Futuro era eccessivamente ottimistico in merito ai decolli verticali diventati la norma, almeno su un dettaglio ci ha preso.

Prestate attenzione agli effetti sonori utilizzati nel film per il passaggio delle automobili, e sentirete il ronzio appena percettibile caratteristico di Toyota Prius e altre automobili elettriche.

Gettare la spazzatura nel convertitore energetico Mr. Fusion di un’automobile per fornirle energia rimane un’ipotesi fantasiosa.

Eppure sono stati compiuti importanti passi in avanti per alimentare i veicoli con i rifiuti.

Le città inglesi di Bristol e Bath hanno recentemente adottato degli autobus che viaggiano grazie ai rifiuti organici domestici e fognari, opportunamente trattati, e anche altrove si stanno portando avanti degli sforzi per convertire i rifiuti agricoli in integratori del petrolio.

Inoltre l’uso dell’impronta digitale con cui Biff paga la sua corsa in taxi non è poi così diverso dal modo in cui oggi chiamiamo i taxi e li paghiamo senza usare contanti, attraverso servizi come Uber, Hailo o Lyft, solo per citarne alcuni.

Anche le indimenticabili scene di inseguimenti sul volopattino non sono più completamente fuori dalla realtà.

In agosto Lexus ha presentato una sua creazione funzionante simile al volopattino, sebbene basata sulla presenza di un tracciato metallico nascosto sotto la superficie del terreno. Più di recente, lo skateboarder Tony Hawk è stato filmato mentre testava un modello della concorrenza, chiamato Hendo, basato su una simile tecnologia magnetica.

Le targhe con codici a barre, tuttavia, hanno compiuto minimi progressi ad eccezione di qualche pesce d’aprile.

Aspetto fisico

L’attuale infatuazione del mondo hi-tech nei confronti della tecnologia indossabile venne previsto dalla giacca parlante di Marty.

E anche se i vestiti di oggi non riescono ancora ad asciugarci quando ci bagnamo, alcuni pionieri dalla moda stanno sperimentando l’utilizzo dell’elettronica intessuta direttamente nei loro capi.

Perciò i cappelli della polizia in grado di riportare messaggi visti in Ritorno al Futuro presentano analogie con gli abiti CuteCircuit che mostrano i tweet, senza dimenticare che Nike ha persino registrato un brevetto riguardante scarpe capaci di allacciarsi da sole simili a quelle mostrate nel film.

Parlando di cura del corpo, non possiamo ancora sbarazzarci degli anni di troppo con la “clinica di ringiovanimento” utilizzata da Doc.

Ma i 6.7 milioni di iniezioni di botulino e gli 1.2 milioni di peeling chimici effettuati negli USA lo scorso anno suggeriscono che molti ci stiano almeno provando.

L’ascesa dei robot

I droni di Ritorno al Futuro potranno anche essere delle apparizioni sfuggevoli, ma sono decisamente rappresentativi dell’attuale momento.

Molti media, tra cui anche la BBC, hanno iniziato a sviluppare dispositivi volanti dotati di videocamere allo scopo di mostrare prospettive diverse delle news – anche se probabilmente non si sentirebbero a loro agio nel mandarli in una situazione così affollata come quella riportata da USA Today nel film.

Anche i cani robot in grado di camminare sono un’altra realtà – perlomeno se credete a tutto quello che si può vedere su Vimeo e YouTube.

Un altro tipo di robot rappresentato nel film è il benzinaio meccanico di una stazione di rifornimento.

Qualche anno fa i Paesi Bassi avevano già testato un simile dispositivo nell’ambito del progetto TankPitstop, e anche Tesla sta sviluppando un’analoga tecnologia per i suoi veicoli elettrici.

Intrattenimento

Per fortuna siamo stati risparmiati dal sequel Holomax del film “Lo Squalo”.

Ma l’industria cinematografica non ha certo abbandonato l’idea delle tecnologie 3D: la sua ultima trovata è un sistema di proiezione basato sul laser che si dice essere in grado di offrire immagini “più luminose, nitide e definite.”

Neanche a farlo apposta, il debutto di questa innovativa tecnologia è avvenuto questo mese fa a Londra in occasione della presentazione di The Walk, ultimo film di Robert Zemeckis – che, ovviamente, è anche il regista della trilogia di Ritorno al Futuro.

Parlando di home entertainment, Ritorno al Futuro è quasi riuscito a cogliere nel segno.

Uno schermo piatto avvolgibile mostrato nella casa dei McFly ricorda molto da vicino i pannelli flessibili che LG ha recentemente presentato nel corso delle ultime fiere, e che si vocifera potrebbero entrare presto in commercio.

Al tempo stesso, le televisioni a comando vocale sono già una realtà grazie alle smart TV prodotte da Samsung e Sony e ai set-top box di Amazon e Apple.

Smartglasses, ma niente smartphone…

Abbiamo solo qualche piccolo indizio riguardo a ciò che nel film Marty Jr vede attraverso i suoi occhiali ultratecnologici; e l’azienda che li ha prodotti, JVC, oggi ha un ruolo molto meno importante nell’elettronica di consumo rispetto al passato.

Ma molte delle più grandi aziende stanno scommettendo su questa tecnologia, come Hololens di Microsoft, gli occhiali di Facebook per la realtà virtuale Oculus Rift, oppure la seconda versione dei Google Glass.

Probabilmente, però, la più grande svista di Ritorno al Futuro è la mancanza degli smartphone.

In una scena del film si vede addirittura Marty Jr chiamare da un telefono pubblico AT&T – cosa decisamente ironica, dal momento che questa è stata la prima compagnia a offrire l’iPhone.

Non è che i creatori di Ritorno al Futuro non si siano immaginati un mondo connesso – a un certo punto nel film si assiste a una videochiamata simile a quelle su Skype, che non solo mostra l’interlocutore ma anche i suoi dettagli personali – eppure, più di una volta, le comunicazioni avvengono tramite una TV piuttosto che con un dispositivo tascabile.

Analogamente, è difficile non notare come il film abbia perso un’altra occasione utilizzando un giornale, e non un touchscreen, per avvertire Marty Jr del suo imminente arresto.

Nel film di Stanley Kubrick “2001: Odissea nello spazio” – risalente a due decenni prima – si potevano già osservare degli schermi di questo tipo.

E nel tentativo di salvare la torre dell’orologio di Hill Valley, un attivista sembra persino usare un tablet in un’altra scena di Ritorno al Futuro 2.

Un futuro offline

È comunque difficile essere critici se si considera che il World Wide Web venne inventato nello stesso anno di uscita del film, e che Tim Berners-Lee creò il suo primo browser solamente l’anno successivo.

Ciò potrebbe spiegare perché i cumuli di spazzatura formati da CD-ROM e Laser Discs sono tanto evidenti.

Per lo stesso motivo, in un’epoca in cui le e-mail non avevano ancora un nome, probabilmente non sorprende il fatto che i visionari del film abbiano immaginato di poter inviare fax dal pavimento.

Ma anche così non ci si spiega per quale motivo la casa dei McFly disponesse di così tanti fax.

Altri centri e fiaschi

I forni controllati tramite computer sono tutto sommato ancora una rarità, anche se uno chef robotico è stato una delle maggiori attrazioni nel corso di una recente presentazione di startup avvenuta a San Francisco.

Purtroppo gli idratatori per pizza rimangono tuttora un sogno per i buongustai, e nel farne le veci i frigoriferi in grado di scattare selfie si sono rivelati una misera compensazione.

Ritorno al Futuro tuttavia ha fatto centro con le serrature comandate dai computer – ai primi di ottobre, Yale è stata l’ultima azienda in ordine di tempo a presentare uno di questi prodotti.

Tuttavia sembra che agli autori sia davvero andato il sangue alla testa con l’idea della macchina Ortho-lev che tiene George McFly a testa in giù – almeno finché non ci si rende conto che essa venne inclusa nel film per nascondere il fatto che l’attore non era lo stesso del film precedente.

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