Neufund, la raccolta fondi nell’era della token economy
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11 ottobre 2018

La scorsa settimana ihodl.com ha fatto la conoscenza di Agnieszka Sarnecka, VP ventures di Neufund, nell’ambito del Delta Summit 2018 a Malta. Agnieszka ci ha parlato della sua azienda, una startup tedesca che fa da ponte tra il mondo della blockchain e quello off-chain, e del suo metodo di raccolta fondi creato su misura per l’era della token economy.

Ciao Agnieszka! Parlaci un po’ della tua società. Cosa offre Neufund alle aziende e agli investitori?

Neufund consiste in una serie di protocolli per la tokenizzazione di titoli finanziari (securities). Il nostro primo prodotto tokenizza i capitali privati. Di conseguenza, permettiamo alle aziende di registrare le loro quote e di offrirle come equity nelle cosiddette equity token offering (ETO) e security token offering (STO) sulla nostra piattaforma.

Inoltre, permettiamo agli investitori di essere verificati sulla nostra piattaforma, di investire in qualsiasi token offering e, di conseguenza, di diventare comproprietari della piattaforma.

Il vostro servizio è disponibile sia per investitori retail che accreditati. Parlaci di quest’ultimi: quanto interesse avete ricevuto da questa parte?

La nostra piattaforma attira tutti i generi di investitori. Abbiamo fondi di capitali di rischio e imprese private, investitori istituzionali e investitori accreditati (in Germania vengono chiamati “investitori qualificati”). E abbiamo anche investitori retail.

Al momento le persone verificate sulla piattaforma sono circa 2000 e sono composte da tutti i tipi di investitori. È questo ciò che vogliamo fornire. Vogliamo una certa varietà di investitori e vogliamo assicurarci che tutti possano investire.

E queste società possono raccogliere fondi sia per le aziende di capitale di rischio che per i loro familiari in un’unica offering.

In un’intervista precedente, hai dichiarato che classificare tutti i token come security mette a rischio il mercato. Qual è il vero pericolo, a tuo parere?

Ritengo che i token abbiano funzioni diverse. E che vengano usati per cose differenti. Molti hanno un senso, molti altri no. Se si vuole tokenizzare il proprio modello di business, di certo un utility token può essere utile.

L’unica cosa che non si dovrebbe fare con gli utility token è la raccolta fondi. In questo caso è opportuno un security token. Ma non penso che ogni token debba essere classificato come security token, perché ciò distruggerebbe il business.

Un report ha mostrato di recente che 64 delle 100 principali criptovalute non possiedono un prodotto funzionante. A tale proposito, in che modo la vostra società protegge gli investitori?

La nostra piattaforma non è per le ICO che raccolgono milioni in due minuti. Noi vendiamo token supportati da asset. E questi vengono acquistati da investitori, non da trader. Di conseguenza, si tratta di un approccio completamente diverso. È un misto tra un round di Venture Capital, una IPO e una ICO.

Ovviamente si usa la stessa tecnologia che viene utilizzata anche per le ICO. Tuttavia, le persone coinvolte sono diverse. E aggiungerei che il tipo di raccolta fondi è un po’ più maturo rispetto alla vendita di utility token a milioni di investitori che non ottengono alcun diritto e che non ricevono nulla dopo avere acquistato questi token. Quando invece comprano equity token, possiedono i diritti degli shareholder e possono applicarli dal punto di vista legale. È questo a rendere il tutto così importante.

Parlando di prodotti funzionanti, sono io a scegliere le società che finiranno nel nostro portafoglio e mi accerto che tutte le aziende siano imprese esistenti e affermate. Effettuiamo dei controlli legali, effettuiamo KYC. Non promuoviamo alcun progetto che non abbia almeno una demo.

Verifichiamo che i progetti abbiano un team volenteroso e dei buoni precedenti. Alcune di queste sono grosse società consolidate, che possiedono già dei ricavi e un’esperienza comprovata. Altre sono startup molto giovani, ma hanno team motivati e sono del tutto a posto a livello giuridico.

Faccio alcuni nomi: Binance, BitBay, Founders Bank, MSX… sono tutti parte di un ecosistema che viene sostenuto da Malta. Che ruolo svolge Neufund in questo puzzle?

Siamo a Malta dall’inizio di quest’anno e l’isola è stata molto accogliente nei nostri confronti. E sì, stiamo collaborando con società che si stanno trasferendo qui a Malta. Siamo spesso qui e interagiamo con la regolamentazione stessa.

Tuttavia, al momento seguiamo le normative tedesche, quindi facciamo tutte le nostre offering secondo la legge tedesca.

La nostra intera società è situata in Germania, la nostra sede è a Berlino ed eseguiamo tutte le operazioni della piattaforma e le public offering da lì.

Qui a Malta stiamo collaborando con la Founders Bank, che è una delle società in portafoglio. La Founders Bank condurrà una ETO con Neufund ed è da qui che deriva il nostro legame. Abbiamo partnership anche con BitBay e Binance ed è per questo che siamo spesso qui per incontrarli. Adesso stiamo parlando con la Borsa di Malta per la quotazione dei security token.

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