L’ETF sul bitcoin è un’arma a doppio taglio
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24 luglio 2018

Igor Feerer di KryptoLoop, piattaforma di previsioni crowd-sourced dei prezzi delle criptovalute, parla dell’impatto del primo ETF basato sul bitcoin.

Le ultime novità sul fronte della regulation suggeriscono che l’ETF sul bitcoin diventerà una classe di asset riconosciuta e che verrà lanciato presto. Ciò farà arrivare sicuramente i prezzi delle valute alle stelle. Ma è quello che Satoshi aveva immaginato per la sua creazione?

Il sogno di Satoshi e la nostra realtà attuale si trovano a un punto morto. Satoshi voleva che il bitcoin diventasse l’e-currency dominante in tutto il mondo e, considerando l’andamento attuale, è altamente probabile che il suo sogno debba affrontare alcune sfide tradizionali.

Partiamo dalle basi.

Le prime righe del white paper di Bitcoin indicano chiaramente che il bitcoin deve essere usato come mezzo di scambio e, per alcuni, come riserva di valore.

“Una versione puramente peer-to-peer di denaro elettronicopermetterebbe di spedire direttamente pagamenti online da un'entità ad un'altra senza passare tramite un'istituzione finanziaria”, scrive Satoshi.

Detto questo, Satoshi ha affrontato lo stesso problema a cui tutti noi siamo soggetti, ovvero “la questione della variabile mancante”.

Le variabili mancanti sono eventi che non si verificano o semplicemente elementi che affidiamo al caso. Per quel che riguarda Satoshi, ritengo che in primo luogo non avrebbe potuto immaginare un simile successo di Bitcoin, ancor meno l’ultima mercificazione da parte delle grosse istituzioni finanziarie.

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Cosa porterà l’ETF sul bitcoin?

Gli ETF sono business di grandi dimensioni e lo scorso anno il loro mercato era pari a tremila miliardi di dollari. Il loro successo è dovuto principalmente alla facilità d’uso, alle commissioni di negoziazione ridotte e all’essere vantaggiosi per gli investitori stanchi delle imposte.

Lo sviluppo dell’interesse per un ETF tra gli appassionati di criptovalute può essere attribuito in gran parte all’avidità. Non sto dicendo che siate avidi, ma il presupposto è che gli ETF avranno un grosso impatto sul prezzo del BTC e lo renderanno involontariamente una riserva di valore piuttosto che un mezzo di scambio, come nella sua visione originale.

Gli ETF su BTC porteranno il prezzo alle stelle

Il bitcoin è limitato ad un’offerta circolante totale pari a 21 milioni. In questo momento ci sono 17,2 milioni di monete minate. Con 4 milioni di BTC persi o inattivi, abbiamo in realtà solo 13,2 milioni di bitcoin disponibili per le negoziazioni. Un altro problema sono gli hodler.

Un recente sondaggio effettuato tra coloro che a novembre 2017 avevano già investito in bitcoin ha rivelato che il 40% hodlerà per uno o tre anni, mentre il 44% ha intenzione di tenere aperte la propria posizione per più di quattro anni.

Con l’offerta che è già bassa e la domanda in aumento, qualsiasi economista è in grado di predire che il prezzo del BTC decollerà. So che questa è una buona cosa per la maggior parte degli hodler, ma è difficile immaginare come il BTC verrà utilizzato in qualità di mezzo di scambio.

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Le conseguenze sulla visione di Satoshin Nakamoto

Gli ETF non sono bitcoin. Siamo già a corto di fornitura di bitcoin (tenendo presenti i BTC persi e quelli che vengono hodlati).

Ho fatto notare che l’attuazione degli ETF di BTC farà salire il prezzo e sebbene non possa lamentarmi di ciò (perché farà crescere il mio portafoglio), posso affermare che avrà un impatto sul bitcoin in quanto mezzo di scambio. Ma prima le basi.

Quando acquistate un ETF, quello che state facendo realmente è comprare azioni di un portafoglio che mira a tenere traccia dei rendimenti e degli utili del suo indice di riferimento. In questo caso, la società del portafoglio acquisirà i bitcoin e vi venderà una percentuale della loro partecipazione complessiva.

In altre parole, non avrete bitcoin reali e di conseguenza non potrete spendere ciò che non possederete. Questo è uno dei rischi derivanti dall’acquistare un ETF su BTC.

Ci sono altri due rischi da spiegarvi brevemente prima che acquistiate degli ETF su BTC e non spendiate i bitcoin nel modo che era stato per loro previsto (perdonate il mio sarcasmo).

  1. Il rischio della controparte. Se una delle parti coinvolte nello schema (ovvero quelle che acquistano il bitcoin per il gestore del portafoglio) non adempie al suo compito, l’ETF sarà in disequilibrio e non in parità con il tasso di mercato. In altre parole, dipendete dalla competenza della gestione, la struttura del fondo, la catena di custodia, l’integrità operativa, la sorveglianza regolamentare e i protocolli di consegna.
  2. L’ecosistema instabile del bitcoin. I depositari e i sotto-depositari, generalmente le banche, sono responsabili del rifornimento e della conservazione dei bitcoin fisici associati ad un ETF di BTC. La domanda è: ci si può fidare che le banche depositarie 1) durino quanto i bitcoin presenti nelle loro casseforti e 2) proteggano adeguatamente le loro holding?

E quindi?

È indubbio che il bitcoin subirà un fork o che dovremo fare affidamento su Bitcoin Cash come mezzo di scambio. Dopotutto, se l’offerta di BTC è bloccata in conti istituzionali e tra gli hodler, in quale altro modo potremo creare un’economia alimentata dalle criptovalute?

Un consiglio

Vi invito a tenere in considerazione i punti di cui sopra, prima di cominciare a comprare bitcoin in preda a questa mania. Non è così bella come si vuol far credere e mentre il prezzo salirà alle stelle, chiedetevi se questa traiettoria porterà la visione di Satoshi più vicina alla realtà o se il bitcoin non si trasformerà in qualcosa che oggi Satoshi non sarebbe in grado di riconoscere. E se comunque non ve ne importa nulla, almeno acquistate il vero bitcoin.

Fonte: Hacker Noon

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