Cosa possono fare gli investitori se Kim Jong-un passa dalle minacce ai fatti?
Molti investitori vogliono sapere come muoversi nell’eventualità che la crisi con la Corea del Nord sfoci in un conflitto vero e proprio.
Richard Shaw, che si occupa di asset management per conto della società di investimento QVM Group LLC, ha provato a rispondere a questi dubbi, ma non prima di lanciare un avvertimento.
“Preparare un portafoglio in vista di un Cigno Nero o di un evento catastrofico in generale è prudente. Tutti noi dovremmo sempre avere una componente difensiva nei nostri portafogli”, chiosa Shaw. “Ad ogni modo, di solito adattare un portafoglio su misura di un evento catastrofico specifico non è prudente, a meno che tu non sia assolutamente certo che accadrà”.
Questa precisazione si basa sul fatto che un portafoglio simile non rappresenterebbe una buona strategia di lungo termine, soprattutto se l’evento specifico attorno cui è stata creata non si materializzasse.
Detto questo, Shaw elenca quelli che secondo lui sono gli asset e i movimenti che offrono maggiore protezione se scoppierà davvero una guerra tra Stati Uniti e Corea del Nord (escludendo posizioni corte e opzioni).
- Aumentare la posizione cash sopra il target
- Aumentare la posizione sull’oro a livello del target o superiore
- Aumentare la posizione in Titoli di Stato a livello del target o superiore
- Aumentare l’esposizione al settore della difesa
- Ridurre l’esposizione ai Mercati Emergenti e in particolare ridurre l’esposizione a Cina, Taiwan, Hong Kong e Corea del Sud
- Eliminare esposizione all’Emerging Markets index di iShares (di cui la Corea del Sud rappresenta il 15%) e mantere la propria posizione sull’indice Vanguard FTSE Emerging Markets
- Mantere la posizione nell’ETF MSCI EAFE di iShares ma cancellare la posizione nell’ETF di Vanguard FTSE Developed Markets (di cui la Corea del Sud rappresenta il 5%)
- Ridurre l’esposizione al Giappone derivata da posizioni nei fondi nei mercati avanzati non statunitensi e rimpiazzarla con l’esposizione ai fondi europei
- Ridurre l’esposizione ai fondi nel settore tech
- Vendere le azioni Apple (NASDAQ: AAPL).
Shaw spiega gli ultimi due suggerimento sottolineando che la “Corea del Sud (pensate a Samsung) è una parte fondamentale della supply chain del settore tecnologico (comprese le parti con cui sono costruiti gli iPhone). Potrebbero servire due anni per costruire dei rimpiazzi agli stabilimenti che forniscono i chip di cui ha bisogno Apple, a meno che non si trovino dei fornitori non asiatici”.
Ma lo scenario potrebbe complicarsi ulteriormente:
“Pensate a questa guerra guardando un po’ più in là. La Cina decide di non combattere gli USA per conto della Corea della Nord, ma decide che la guerra è il momento perfetto per invadere Taiwan e reclamarla. Gli Stati Uniti potrebbero essere impreparati a questa eventualità e accettare l’invasione di Taiwan in cambio della mancanza di coinvolgimento della Cina nel conflitto con la Corea del Nord. Questa invasione danneggerebbe ancora di più la supply chain del settore tecnologico. Dopo, ovviamente, Vladimir potrebbe decidere di prendersi il resto dell’Ucraina o qualche altro territorio, cosa che colpirebbe molto duramente i mercati azionari europei”.