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01 marzo 2017

Elaine Ou, esperta di tecnologia blockchain per la società finanziaria Global Financial Access, è convinta che i tentativi della Cina di frenare l’ascesa dei bitcoin sono destinati al fallimento.

Ogni volta che un governo decide di abolire qualcosa che piace alle persone, quella cosa si sposterà in un luogo dove non la si può fermare. È successo con il proibizionismo, con il gioco d’azzardo, con la guerra alla droga e con la pirateria digitale. Ora sta succedendo lo stesso in Cina, dove il governo sta provando a mettere una stretta sul bitcoin.

Come parte del tentativo di controllare le fughe di capitale, la banca centrale cinese ha chiesto agli exchage che scambiano bitcoin di sospendere i prelievi fino quando non avrebbero aggiornato i loro sistemi. Gli scambi ne hanno risentito molto, ma l’attività nelle operazioni in bitcoin è tornata su piattaforme over the counter meno formali.

Questo grafico mostra il volume di scambi su LocalBitcoins, un sito dove gli utenti postano “inserzioni” per comprare o vendere bitcoin in cambio della valuta locale, lo yuan.

Bitcoin, in Cina il volume degli scambi scende del 90%

Ma bloccare LocalBitcoins non sarebbe una soluzione, in parte perché le persone possono usare network virtuali privati per accedervi comunque. Inoltre gran parte degli scambi avvengono su siti meno conosciuti e su servizi di messaggistica come WeChat e QQ. Il secondo possiede già un proprio sistema di pagamento che permette agli utenti di costruire chatbot per automatizzare l’attività di trading. Per quelli che preferiscono un’interfaccia più tradizionale, software decentralizzato come Bitsquare possono costruire un libro di ordini in base alle offerte in sospeso accumulate da parte degli altri partecipanti.

La Cina non è la sola a prendere di mira la criptovaluta. Il trading peer-to-peer ha ricevuto un duro colpo in Turchia, dopo che un exchange locale che scambiava bitcoin ha smesso di operare, e in Venezuela, dopo che il conto bancario del principale exchange è stato chiuso. La Russia ha uno dei mercati di bitcoin non ufficiali più attivi al mondo, grazie all’incertezza regolatoria che vige in questo campo.

Il mercato delle criptovalute

Anche se le piattaforme centralizzate offrono dei benefici, come mettere insieme grandi quantità di compratori e venditori e la garanzia di pagamenti, non sono comunque necessarie all’esistenza della valuta. Gli utenti Bitcoin non possiedono monete fisiche e neanche digitali. Possiedono storici permanenti di transazioni su un registro globale, che viene replicato da tutti gli utenti sparsi per il mondo. Anche se un governo chiude ogni nodo bitcoin nel suo paese, un utente potrà ancora fare delle transazioni finché un singolo nodo all’estero sarà accessibile.

Questo pone gli enti regolatori in una posizione difficile. È difficile controllare qualcosa che esiste allo stesso tempo ovunque e da nessuna parte. Nel caso delle transazioni peer-to-peer non ci sono server da chiudere, non ci sono boss della mala da arrestare, non ci sono depositi da confiscare. I regolatori possono solo bloccare gli exchange locali che scambiano bitcoin e i siti che offrono servizi del genere, compromettendo la loro capacità di vedere cosa succede realmente.

I tentativi di togliere di mezzo Bitcoin servono solo a ricordare agli utenti il bisogno dell’esistenza di una valuta decentralizzata.

Il Bitcoin è arrivato alla ribalta perché il suo sistema di pagamento peer-to-peer permette di condurre transazioni finanziarie che non possono essere censurate da terze parti. Gli utenti sono liberi di fare transazioni con chiunque, fino a quando sono loro ad avere le chiavi in mano.

Il fatto che molte persone ancora danno a terze parti la custodia dei loro conti bitcoin è in gran parte un relitto della nostra abitudine alle banche. Quando i regolatori provano a porre delle restrizioni agli exchange di bitcoin, riducono sia fiducia nel governo (che sembra incapace di non mettere le mani nelle tasche altrui) e in ogni tipo di provider che potrebbe essere in debito nei confronti del governo.

È arrivato il momento della verità per i bitcoin

Il modo migliore di frenare l’uso del bitcoin è convincere le persone che non hanno bisogno della criptovaluta. Se Visa e Mastercard iniziassero a elaborare i pagamenti per i mercati darknet e di rimesse estere, la domanda di bitcoin crollerebbe a picco.

Ma tutto questo sarebbe probabile quanto una legge per allentare i controlli di capitale da parte della Cina. Quanto le regolamentazioni creano delle barriere che impediscono a dei business legittimi di servire certi clienti, i business meno legittimi si fanno avanti per incontrare la domanda al di fuori del sistema.

I mercati non possono essere regolati fino a smettere di esistere. La cosa migliore da fare sarebbe lasciarli operare a cielo aperto.

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