Numeri gonfiati e vecchie fotografie: perchè non fidarsi delle statistiche sulle guerre
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Quando Pasquale Cirillo ed io abbiamo esaminato i resoconti storici delle guerre per la nostra analisi statistica sulla violenza, abbiamo scoperto degli enormi buchi: le persone si fidano dei numeri come se fossero il vangelo, ma molti conti sono stati inventati.

Molti storici, "scienziati", politici, e altri fanno semplicemente i propri, e poi li scrivono sui libri. Per esempio abbiamo notato che l'autore di opere di divulgazione scientifica Steven Pinker basa la sua analisi della gravità della ribellione An Lushan su una sovrastima scadente, e il numero reale di vittime potrebbe essere inferiore in ordine di grandezza.

Gran parte della tesi di Pinker di calo della violenza dipendono dal passato, quando erano più violente; esse vengono poi ulteriormente screditate (la tesi è comunque traballante cosi come le affermazioni generali sul conflitto di Pinker con i dati statistici che egli stesso fornisce).

Peter Frankopan, nel suo capolavoro Le Vie della Seta, sembra invece aver fatto la stessa cosa: le stime delle vittime dalle invasioni mongole sono state gonfiate cosi come i conti esagerati delle devastazioni che hanno causato al fine di intimidire gli avversari.

Ma Steven Pinker non è il solo a darsi delle arie: i numeri di molte guerre sembrano essere stati tirati fuori da un cappello. Alcuni giornalisti citano semplicemente una persona in una conferenza, o trovano un qualche dato su Le Monde o il New York Times, e questo numero viene poi fissato per le generazioni future. Nel nostro tentativo di costruire un metodo rigoroso di storiografia quantitativa, abbiamo ideato delle tecniche di robustezza statistica: consistono nel far progredire le "storie" dal passato, considerando il passato una realizzazione tra la stima più alta disponibile e quella più bassa, producendo decine di migliaia di tali " percorsi storici "e valutando come "robusto" uno stimatore alle variazioni dell'aggregato. Più tristemente, abbiamo scoperto che nessuno storico si è mai preso la briga di fare una pulizia simile con il lavoro o il controllo di robustezza, nonostante l'apparato statistico sia lì per aiutare.

Cosi mi è venuto in mente che avevo bisogno di esaminare le stime dei rifugiati siriani in Libano. Ed ecco che di nuovo i numeri stanno volando senza molto rigore, gonfiandosi verso l'alto dalla relazione al rapporto. Ma siamo in grado di valutare il pregiudizio: sono potenzialmente sopravvalutati. Infatti in una cittadella del Libano mi è stato detto che li il numero di rifugiati, cosi come nelle grandi città, era notevolmente inferiore a quello che era stato utilizzato dai burocrati dell'ONU. Il numero reale è circa un terzo di quello pubblicato. Anche se questa è una notizia positiva per il Libano (se ci dovrebbe essere un minor numero di rifugiati rispetto a quello stimato, allora ci si preoccupa meno circa la stabilità del luogo), non la è altrettanto per l'economia e per il finanziamento delle agenzie ONU e per lo stile di vita dei loro burocrati.

Ora passiamo al numero reale di vittime nella guerra siriana. Sentiamo che mezzo milione di persone sono morte in Siria. Ci viene anche detto che molte sono state uccise da Putin, Assad, e cosi via. E' facile verificare che gran parte delle informazioni che otteniamo dal "macellaio" di Damasco siano sospette: alcune aziende di Arabia Qatar P.R. Finanziate da Washington e Londra hanno mostrato evidenza di iperattività. Proprio come il numero degli ospedali nella parte orientale di Aleppo dove è basata al Qaeda o il numero di ospedali pro capite, che a me sembra maggiore del numero degli ospedali nel resto del mondo (ogni giorno si sente dire che i russi hanno distrutto un altro ospedale). Vedo propagandisti e apologeti di Al Qaeda come Charles Lister (salafita finanziato dal Middle East Institute) gettare di qua e di là i numeri che vengono citati. Sì, qualche idiota cita i numeri dalla propaganda di Charles Lister su Al Qaeda, e questi numeri possono eventualmente essere poi citati a loro volta da qualche giornale decente, diventando poi dei dati fissi e affidabili per i posteri.

Una volta ho visto un serio giornalista americano ed ex amico postare su Twitter un'immagine macabra come testimonianza degli omicidi di Assad: si è poi scoperto che l'immagine dei “bambini vittime di Assad" risaliva alla Libia quattro anni prima, e sembra essere stata promossa da una società del Qatar di PR finanziata dall'Ue. La sua reazione è stata antipatica: «Non pensi che Assad sia anch'egli in grado di commettere questi crimini?"

Non fidarti di quello che senti in giro, della metà di ciò che leggi, e della maggior parte di ciò che vedi.

In quanto trader e statistico matematico, mi è stato insegnato di prendere i dati sul serio, di non fidarsi dei numeri di nessuno, e di evitare la gente tanto ingenua che prende sul serio una politica basata su immagini sensazionali, ma discutibili, di distruzione: l'immagine falsa di un bambino morente è qualcosa che nessuno può mettere in discussione, senza poi sembrar essere uno stronzo.

Come cittadino, ho bisogno che la denominazione di "assassino" venga determinata in un tribunale, e non da punti finanziati dai sauditi: una volta che qualcuno è chiamato assassino o macellaio, tutte le porte sono ormai chiuse. Non posso credere che i governi e burocrati siano così stupido. Eppure lo sono.

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