Motorola ovvero la creazione di un moderno eroe russo
AP Photo/Alexander Ermochenko
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In Russia in questi giorni si sente spesso ripetere la parola Motorola; questo termine però qui non è usata per indicare una marca di cellulari, ma si riferisce al nome di battaglia di un famoso comandante separatista filo-russo in Ucraina.

Motorola, il cui vero nome era Arsen Pavlov, è stato ucciso il 16 ottobre, quando una bomba è esplosa nell'ascensore del suo condominio a Donetsk, roccaforte dei ribelli dell'Ucraina orientale.

La ragione per cui Motorola è stato ucciso rimane ancora oscura. Alcuni dicono che le dispute tra le fazioni orientali e i leader dei ribelli ucraini hanno portato alcune persone a volerlo morto. Il governo separatista di Donetsk ha accusato il governo ucraino di Kiev. Ciò che è chiaro è che il funerale di Motorola il 19 ottobre è stato un grande evento, una manifestazione di massa di lutto in tutta l'Ucraina orientale. E nei loro elogi a Motorola, che originariamente proveniva dalla regione di Komi del nord-ovest della Russia, i media qui lo hanno elevato quasi alla status di un eroe nazionale. La sua popolarità in Russia è divenuta a dir poco sorprendente.

Il segreto principale di Motorola è codificato nel suo soprannome. Perché Motorola? Secondo la storia presentata dai media di stampa russa, questo soprannome gli era stato dato dai separatisti che erano rimasti divertiti quando, nella primavera del 2014, egli era solito filmare con il suo cellulare a basso costo le battaglie con l'esercito ucraino. I giornalisti televisivi russi avevano avidamente acquistato i suoi video, e il giovane era cosi diventato rapidamente una stella tabloid russi e poi un comandante influente dei ribelli.

I Russi amano la frase "guerra dell'informazione". Di solito questo termine si riferisce all'uso di notizie e idee per combattere i nemici. Ma con Motorola le parole hanno un significato letterale. I mezzi di informazione russi preferiscono non parlare di partecipazione delle truppe russe nella guerra in Ucraina. All'inizio del 2015, il presidente Vladimir Putin ha affermato che gli uomini che combattono contro l'esercito ucraino a Donetsk e le zone circostanti erano minatori locali e conducenti di trattori. La verità, naturalmente, è sono soldati russi carrarmati, e hanno ben poco a che fare con conducenti di trattori e minatori.

Motorola, però, era un vero e proprio ragazzo normale. Aveva una barba rossa rada e - almeno quando ancora non combatteva- aveva un temperamento amichevole. Era stato un soldato dell'esercito russo durante le guerre in Cecenia, ma poi si era ritirato, temporaneamente, ad una vita civile normale. Prima della guerra in Ucraina lavorava in un autolavaggio. Questa immagine è stata molto utile per i media russi nei loro tentativi di spiegare che in realtà egli stesse combattendo in Ucraina, dal momento che - secondo la versione ufficiale - non era e non è mai stato sotto l'esercito russo.

L'immagine di Motorola deve essere inserita nel contesto della moderna coscienza di massa russa. Putin ha posto particolare enfasi sul culto della storia nazionale, il che significa che in questi giorni assume un importanza fondamentale la seconda guerra mondiale. Questo è il periodo in cui, grazie a Putin, il russo incapsula l'auto-identità nazionale. Il numero di film fatti ora sulla guerra è superiore a quello degli anni sovietici. E ci sono anche alcune nuove tradizioni russe relativi a quella guerra che sono sorte nel corso degli anni di governo Putin, come l'applicazione di un nastro arancione e nero sull'auto o sulla giacca - un simbolo nazionalista che è emerso poco più di 10 anni fa. La marcia del " Reggimento Immortale", in cui centinaia di migliaia di persone manifestano per le strade tenendo in mano i ritratti dei loro antenati che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale, è nata solo cinque anni fa.

Motorola ovvero la creazione di un moderno eroe russo
Mosca, marcia del Reggimento Immortale, 2015

I quattro anni della seconda guerra mondiale sono state catastrofici per il popolo russo, ma allo stesso tempo - paradossalmente - hanno rappresentato il picco della verità, della libertà e della giustizia nella storia sovietica. Per le persone che hanno vissuto sotto la dittatura di Stalin, la guerra fungeva da vero e proprio, anche se tragico, mezzo di fuga. In tempo di pace, le persone vivevano immerse nel terrore, tra miseria e menzogne, ma sul campo di battaglia tutto era diverso. Questi erano gli uomini che, come ha scritto il poeta Josif Brodskij, "hanno marciato con coraggio nelle capitali straniere ma hanno restituito loro la paura".

La stessa formula può spiegare le motivazioni di quei russi che, come Motorola, hanno preferito la guerra in Ucraina alla loro vita triste una volta ritornati a casa. In tempo di pace, tu sei un dipendente di un autolavaggio sommerso dai debiti e con una vita familiare travagliata; in guerra sei un comandante coraggioso con il petto ricoperto di medaglie, una figura carismatica di interesse per tutti quelli che incontri.

Motorola è stato spesso paragonato agli eroi archetipici della seconda guerra mondiale. La mitologia russa della guerra sottolinea il ruolo svolto dai partigiani, cioè dai minatori e dagli autisti di trattori che, quando le loro città e villaggi sono stati occupati dai nazisti, hanno continuato a combattere i tedeschi indipendentemente anche senza gli aiuti dell'esercito regolare. (In realtà, i servizi speciali sovietici dirigevano i partigiani, un dato di fatto che il mito ignora.) La propaganda russa ritiene che le autorità ucraine di oggi siano non tanto gli avversari di Putin, quanto piuttosto degli eredi dei nazionalisti ucraini che nel 1940 appoggiavano Hitler. La barba rossa di Motorola rappresenta l'adattamento di un'immagine del soldato e partigiano tratto dai film di guerra sovietici.

La maggior parte dei necrologi per Motorola sono stati scritti da giornalisti dei tabloid russi. Semyon Pegov, giornalista per LIFEnews, è apparso una volta in diretta tv nel 2014 con un fucile d'assalto appoggiato contro il muro dietro di lui. Egli ha rivelato che l'arma apparteneva a Motorola, che l'aveva appoggiata lì in modo da poter prendere una macchina fotografica e scattare una foto di Mr. Pegov. Nello stesso periodo, Aleksandr Kots, giornalista del tabloid russo Komsomolskaya Pravda, con orgoglio aveva detto una volta che egli era stato il primo ad individuare una colonna di carri armati ucraini. Secondo il racconto del signor Kots, Motorola stesso aveva poi elogiato il giornalista per il suo "Eagle Eye", e aveva poi quindi aperto il fuoco. Si narra inoltre che in un'altra battaglia, il battaglione di Motorola aveva ritardato appositamente la sua ritirata cosi da dare ai corrispondenti russi la possibilità di recuperare un drone con una macchina fotografica che avevano lanciato li sul campo.

Questo particolare rapporto tra il governo e le notizie dei media è sorto negli anni di Putin. Per una qualche ragione, i tabloid sono i diventati mezzi di comunicazione preferiti del Cremlino. Komsomolskaya Pravda è l'unico giornale per il quale Putin ha accettato di essere fotografato. Queste sono le agenzie di stampa che, negli intervalli tra i pettegolezzi sullo show-business e le ricette gustose, informano i russi circa la saggezza di Putin, gli intrighi del nemico occidentale e le gesta di Motorola. Questa assurda combinazione di cultura mediatica contemporanea con la mitologia della seconda guerra mondiale sta producendo i nuovi eroi russi, del calibro di cui non potrebbero mai essere stati immaginati prima.

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