La promessa infranta in Afghanistan
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Come molti americani, il deputato democratico Jeanne Shaheen è ancora ossessionato dalle immagini degli ultimi giorni del ritiro degli Stati Uniti dal Vietnam nel 1975.

I telegiornali hanno mostrato i sud-vietnamiti che cercavano disperatamente di scalare le pareti dell'ambasciata americana a Saigon per salire a bordo degli ultimi elicotteri e volare via fuori del paese.

La paura nei loro occhi era agghiacciante. Molti di questi Vietnamiti avevano collaborato con la missione americana. Mentre i vietnamiti del nord avanzavano sulla città, queste persone sapevano che avrebbero dovuto affrontare un duro destino se fossero stati lasciati li.

Negli ultimi tre anni, il senatore John McCain, repubblicano dell'Arizona, e altri politici americani hanno cercato di evitare che la storia si ripeta, questa volta in Afghanistan.

Dall'invasione guidata dagli americani nel 2001, i membri di servizio americani e diplomatici hanno fatto affidamento su migliaia di afghani, in particolare per quanto riguarda gli interpreti. Si tratta di uomini e donne coraggiosi che hanno messo a rischio se stessi e le loro famiglie per aiutare i funzionari e le truppe americane a compiere le loro missioni e tornare a casa in sicurezza. Implicita nella loro disponibilità ad aiutare gli Stati Uniti vi era l'accordo che essi sarebbero stati protetti.

Il programma speciale Immigrant Visa del Dipartimento di Stato americano permette a questi afghani di ottenere rifugio negli Stati Uniti. Questi visti sono riservati agli uomini e alle donne che si sottopongono ad uno screening rigoroso e che sono in grado di dimostrare che hanno prestato un servizio fedele e prezioso per gli Stati Uniti per almeno due anni.

Eppure, mentre quasi 10.000 afghani stanno ancora cercando di ottenere questi visti speciali, il Congresso è in procinto di far terminare bruscamente il programma.

La scorsa settimana, il Senato americano ha chiesto alla Camera di far passare un disegno di legge di “difesa” che interrompa il programma. Ciò significa che il Dipartimento di Stato sarà molto probabilmente a corto di visti, l'unica possibilità e unica via di fuga per più di 9.000 afgani e per le loro famiglie.

Negli anni precedenti alcuni senatori Democratici erano riusciti a convincere i loro colleghi del Senato a fornire più visti. Ma quest'anno è stato diverso: vi sono state molte obiezioni sul costo e sulle domande di visti aggiuntivi, ritenuti da molti non più necessari. Un compromesso è stato raggiunto alla fine: gli Stati Uniti avrebbero fornito altri 2.500 visti, ma non ci sarà alcuna estensione del programma di visto nel disegno di legge annuale sull'autorizzazione della difesa.

La minaccia per questi afghani è fin troppo reale. A causa del loro aiuto prestato al servizio degli americani, loro e le proprie famiglie vengono braccati dai talebani. Alcuni interpreti sono stati uccisi e feriti in attesa di un visto americano. Molti hanno paura persino di lasciare le loro case, di andare al negozio o in mercati aperti o a prendere i figli a scuola. Alcuni hanno già sperimentato l'orrore inimmaginabile di vedere i propri familiari uccisi a causa della loro associazione con il nostro governo.

Abbandonare questi afghani non sarebbe solo una macchia sull'onore nazionale americano, ma avrebbe anche conseguenze strategiche profondi. Le forze degli Stati Uniti hanno sempre fatto affidamento sugli alleati locali per compiere missioni militari e diplomatiche, e avranno ancora bisogno di questo supporto in futuro. Ma perché qualcuno dovrebbe accettare di aiutare gli Stati Uniti se questi hanno il record di infrangere le loro promesse e abbandonare quelli che li aiutano? Comprensibilmente, i leader militari, passati e presenti, sono molto preoccupati.

L'ex comandante delle forze statunitensi in Afghanistan, il generale David H. Petraeus, e il suo predecessore, il generale Stanley A. McChrystal, hanno inviato suppliche urgenti al Congresso. L'attuale comandante in Afghanistan, il generale John W. Nicholson, ha avvertito la leadership del Congresso che infrangere quella promessa sui visti "potrebbe avere gravi conseguenze per questi individui e rafforzare la propaganda dei nemici."

C'è ancora la possibilità di mantenere il programma in vita. Il Senato prenderà presto in considerazione la proposta di legge per finanziare il Dipartimento di Stato.

Rinnovando questo programma, il Congresso ha la possibilità di inviare un messaggio potente al mondo, ovvero che gli Americani, e più in generale le potenze occidentali, non permettono che la paura e il pregiudizio impediscano di rimanere fedele ai principi e alle promesse fatte a chi presta aiuto e servizio rischiando la propria vita. Solo proteggendo gli afgani dalle rappresaglie, e dando il benvenuto a loro e alle loro famiglie nel suolo americano, gli Stati Uniti potranno affermare di essere ancora un Paese grande e buono come sostengono i suoi politici.

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