Il Vaticano punirà davvero i vescovi che hanno protetto i preti accusati di pedofilia?
Max Rossi/Reuters
Pagina principale Opinione

Le vittime e i loro sostenitori sono comprensibilmente scettici circa l'ultimo piano di Papa Francesco per disciplinare i vescovi che tramano da anni per proteggere i sacerdoti accusati di abusi sessuali nel devastante scandalo della pedofilia della chiesa.

Il Papa aveva annunciato un piano lo scorso anno per creare un tribunale speciale per indagare sui vescovi accusati di reati gravi, tra i quali quello di aver protetto o taciuto riguardo ai sacerdoti coinvolti in casi di pedofilia. Papa Francesco aveva infatti deciso di creare un tribunale speciale e istituire un nuovo reato, quello di abuso episcopale d'ufficio.

La straordinaria riforma giudiziaria voluta da Francesco scaturiva da una relazione del presidente della Commissione per la Tutela dei Minori, il cardinale Sean Patrick O'Malley, che conteneva due proposte avanzate dal nuovo organismo, del quale come è noto fanno parte anche due vittime di abusi: una "riguardo alle denunce di abuso d'ufficio episcopale" e l'altra "sul tema delle denunce di abusi sessuali su minori e adulti vulnerabili da parte del Clero”. Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, aveva spiegato:

"Per ciascuna delle due proposte la relazione ha indicato i termini generali che la definiscono, le questioni relative alla procedura e al Tribunale giudicante, nonché i vantaggi presenti nella proposta stessa rispetto ad altre ipotesi (...) Il Consiglio dei cardinali ha concordato all'unanimità su tali proposte e ha deliberato di sottoporle al Santo Padre Francesco che ha approvato le proposte e ha concesso l'autorizzazione affinchè siano fornite risorse adeguate per conseguire questi fini".

Sembrava dunque che le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti fossero davvero vicine all’ottenere un po' di giustizia...

Invece, la settimana scorsa, il Sommo Pontefice ha consegnato il compito ad alcune agenzie del Vaticano già esistenti, accompagnato da un ordine personale di indagare e rimuovere dall'incarico anche i leader diocesani ritenuti colpevoli di aver tentato di occultare le prove e proteggere i colleghi.

I poteri pseudo feudali dei vescovi, più il fallimento di poter agire subito del Vaticano hanno infatti reso possibili gli insabbiamenti delle prove. Quando Francesco era stato eletto Papa, aveva promesso che il Vaticano avrebbe fatto di più per affrontare questo scandalo che, grazie e a causa dei mezzi di informazione, aveva raggiunto proporzioni impressionanti.

Nei soli Stati Uniti, dove più di 700 sacerdoti sono stati poi licenziati, nessun vescovo è stato punito da Roma da quando lo scandalo è emerso. Questo nonostante un'indagine condotta da leader laici che hanno messo in guardia che "ci devono essere conseguenze" per coloro che hanno fornito rifugio ai preti accusati di aver violentato scolari, il che significa che i sacerdoti accusati sono stati spostati di parrocchia in parrocchia.

La reazione del pubblico al nuovo approccio del papa suggerisce che egli dovrà fornire un'applicazione della disciplina tempestiva e credibile da Roma se la chiesa ha l'obiettivo di riconquistare la fiducia dei laici. Mitchell Garabedian, l'avvocato di Boston che ha giocato un ruolo chiave nello scoprire lo scandalo e che è stato descritto nel film "Spotlight", ha detto al National Catholic Reporter che "La storia ci ha mostrato che la Chiesa cattolica è incapace di indagare oggettivamente sui casi di abusi sessuali del clero ".

Il Vaticano ha avuto per lungo tempo il potere di rimuovere un prelato della diocesi incriminata, ma questo potere è stato raramente utilizzato. Un portavoce papale dice che il nuovo ordine Francesco è stato progettato per ampliare il potere, rendendo più facile eliminare dalla carica un vescovo, in particolare "quando vi è la negligenza e per quanto riguarda i casi di abusi sessuali." L'ordine sottolinea che qualsiasi vescovo accusato avrà diritto di difendersi, ma sarà il Papa ad esercitare il giudizio finale nelle indagini.

E' comunque incoraggiante che Papa Francesco stia usando la sua autorità per spingere la macchina vaticana ad agire. Il 4 giugno infatti attraverso una lettera apostolica (Motu proprio) intitolata “Come una madre amorevole”, il Sommo Pontefice si è impegnato a proteggere i minori autorizzando se necessario la revoca dei vescovi che si dovessero rendere colpevoli di “negligenza”. La lettera apostolica è composta di cinque articoli che prevedono che in caso di seri indizi la congregazione competente ha la possibilità di avviare un’inchiesta, che può portare a un decreto di dimissione sottoposto all’approvazione del papa. L’obiettivo è appunto, ha spiegato Francesco, quello di difendere “i più deboli”.

Come già detto in precedenza, il diritto canonico prevedeva già che i vescovi potessero essere dimessi dalle loro funzioni per “cause gravi”, ma con il documento emesso pochi giorni fa il pontefice ha voluto far capire che la “negligenza” dei servitori della chiesa, in particolare nei casi di abusi sessuali sui minori e sugli adulti vulnerabili, rientra tra le “cause gravi”.

C’è ancora speranza quindi, ma i fedeli della chiesa staranno a guardare per vedere se i leader diocesani potranno mai essere giudicati responsabili e puniti per aver anche solo preso parte nel permettere l'abuso sessuale dei bambini e per essere stati a guardare quando gran parte di essi avrebbero potuto essere fermati.

Arresti in Vaticano per fuga di documenti riservati
Perfavore descrivi l'errore
Chiudere