È davvero sempre sbagliato fare paragoni con Hitler?
Danny Moloshok/Reuters
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Nel 1990, quando lo scrittore Mike Godwin per primo formulò la sua legge sull’analogia nazista

« Mano a mano che una discussione su internet si allunga, la probabilità di un paragone riguardante i nazisti o Hitler si avvicina ad 1 »

egli si riferiva solo alle discussioni sul newsgroup Usenet. Nel 2013, tuttavia, Godwin ha notato che l'uso di paragoni con Hitler si estendeva ben oltre le controversie online. In effetti, negli ultimi giorni, molti nel Regno Unito e in Russia hanno invocato il nome del Fuehrer per fare confronti politici. Anche se la legge di Godwin regge ancora, io non sono così sicuro riguardo al fatto che persone che nominano Hitler in un confronto perdono automaticamente in qualsiasi argomentazione. Le reazioni indignate alle menzioni di Hitler dall'ex sindaco di Londra Boris Johnson e del Presidente Corte Costituzionale russa Valery Zorkin sembrerebbero dimostrare che fare analogie con il nazismo significa abdicazione, ma respingere tutte le analogie con nazismo non è certo più utile. Al contrario, con la fine della seconda guerra mondiale ormai in un lontano passato, forse questi confronti dovrebbero essere l'occasione per ricordare cosa ha reso unico Hitler e cosa no.

È davvero sempre sbagliato fare paragoni con Hitler?
Presidente Corte Costituzionale russa Valery Zorkin

Zorkin ha convalidato la legge di Godwin parlando a proposito del presidente Barack Obama in un forum legale a San Pietroburgo:

“E' vero che Hitler sosteneva la Sonderweg della Germania. Ma, come George Steinmetz ha sottolineato in un documento sull’eccezionalismo tedesco "Ogni storiografia nazionale sembra avere la propria tesi di 'eccezionalità'. La struttura sottostante a queste teorie è più o meno simile: la propria storia si dimostra deviare da un modello standard di sviluppo in modi che producono alcuni esiti unici". In questo spirito, la convinzione dei politici degli Stati Uniti che il loro paese è speciale potrebbe essere equiparata all'antica idea della superiorità del popolo tedesco o addirittura alla variante russa. Ma ciò che ha reso l’idea dell'eccezionalismo tedesco del periodo nazista un fattore nocivo è che essa è stata accompagnata da una ideologia sterminazionista del razzismo. Il concetto di percorso unico e di una nazione unica non necessariamente si traduce in crimini come quelli commessi dai nazisti. Giocano un ottimo ruolo però per gli elettori: dubito che i politici americani o quelli russi avrebbe il coraggio di andare davanti ad una folla e dichiarare: “Questo paese è proprio come tutti gli altri, niente di speciale".

Johnson, che è a favore dell’uscita del Regno Unito dall'Unione europea, ha detto che l'Ue è solo un tentativo di riportare il "periodo d'oro di pace e prosperità che c’era sotto gli antichi Romani: "Napoleone, Hitler, diverse persone hanno provato a far ciò, e si è concluso tragicamente ".

L'ex sindaco ha già da tempo espresso questa sua teoria secondo la quale le radici dell'Unione europea possono essere ritrovate nella Germania di Hitler. In un testo del 2002 ha spiegato: Nel 1942, durante una conferenza a Berlino, a cui partecipavano alti funzionari, si è discussa l'idea di un Europaeische Wirtschaftgesellschaft, ovvero una Comunità economica europea, che fu poi ripresa da Albert Speer, l'architetto preferito di Hitler e uno dei suoi ministri. L'idea era quella di rimuovere le tariffe doganali e unificare l'economia europea sotto la guida tedesca. Johnson ha ragione. E anche uno dei nemici più implacabili di Hitler, Winston Churchill, aveva invocato il concetto di "Stati Uniti d'Europa". Il suo discorso del 1946 a Zurigo ha seguito una lunga tradizione di pensiero sull’unificazione del continente, pensiero che vede lo scrittore francese Victor Hugo e l'anarchico russo Mikhail Bakunin tra i suoi primi sostenitori.

La visione di Churchill era quella di una confederazione volontaria con lo scopo di evitare un'altra guerra. Oggi è abbastanza facile considerare la moderna Ue in linea con questo concetto più che con l'idea di Speer di ottenere economie di scala in un continente governato dai tedeschi.

Hitler era un nazionalista, e insieme ai suoi ministri sognava di unire l'Europa. Inoltre odiava il fumo e dipinti a acquerelli mediocri. Ognuno di questi attributi rende facile un confronto tra lui e un sacco di altre persone e, naturalmente, queste si offenderanno, perché Hitler ha anche ucciso milioni di persone. Ma non ha senso considerarlo un reato: una discussione calma rivela si dimostra irrilevante, e se è troppo generica non significa nulla sostanziale.

È davvero sempre sbagliato fare paragoni con Hitler?
AP Photo/Matthias Schrader

Ma questa discussione è necessaria perché alcune persone che vivono oggi ricordano ancora gli orrori nazisti. Per la maggior parte delle persone che invocano Hitler, e per il loro pubblico, il leader nazista è la figura astratta del male. La sua immagine è un guscio vuoto che può essere riempito con qualsiasi contenuto. Per i tedeschi di oggi, che hanno fatto un sacco di compiti a casa sul loro passato nazista, non è una cosa accettabile. Quando il "Mein Kampf" di Hitler è stato ripubblicato in Germania quest'anno, per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, con 3.700 note di accademici che spiegano come leggere quel testo correttamente, l’ideologia e le azioni, il libro è diventato rapidamente un best-seller. Le persone cercano di capire in modo più profondo Hitler, le sue idee e la sua storia personale. Dopo averne saputo di più si possono ben tracciare analogie con i politici attuali, ma queste persone che fanno le analogie devono essere informate.

Godwin ha formulato la sua legge per rendere più difficile la banalizzazione dell'Olocausto. Eppure non ha mai detto che l’analogia nazista era di cattivo gusto o fuori luogo. "Non è il caso dire che il confronto non è mai valido", ha dichiarato al New York Magazine nel 2013. "E' solo che, quando si fa un tale confronto, bisogna pensare a quello che si sta dicendo, perché ci sono un sacco di bagagli lì, e se si sta invocando un periodo storico con tanti bagagli è meglio essere pronti a portarli".

Questo vale per le persone, come Zorkin e Johnson, che citano Hitler nelle conversazioni politiche, ma vale anche per coloro che rifiutano tali confronti a priori. Non c'è niente di sbagliato nel discutere di nazismo e di Hitler, è solo che entrambe le parti devono essere pronte a portare la discussione al di là di semplici memi.

Fonte: BloombergView

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