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L’esperto di marketing, media e pubblicità Ryan Holiday ha raccolto su Forbes nove citazioni del grande conquistatore mongolo su perseveranza, fiducia in se stessi e modestia.

Su una delle estremità dello spettro della leadership abbiamo Machiavelli – subdolo, ambizioso e spietato. Dall’altra c’è Ciro il Grande – umile, generoso e leale. Lungo questo spettro di leader e motivatori, utilizzato molto spesso in libri, discorsi e aneddoti sul business ce n’è uno innominabile: Genghis Khan. Un uomo così malvagio, sporco e assetato di sangue da cui è impossibile imparare qualcosa.

O almeno è quello che vorrebbero farci credere i tentativi di sopprimere la sua influenza (l’Unione Sovietica, ad esempio, ha ripulito la terra natia di Khan in Mongolia e ha proibito qualsiasi riferimento nei suoi confronti). Ma sono qui per dirvi che si può imparare di più sulla leadership e sul portare a termine le cose da Genghis Khan che da qualsiasi altra figura storica. Perché quasi tutto ciò che sapete di lui è sbagliato…

Innanzitutto, abolì la tortura, abbracciò la libertà religiosa, unì tribù diverse, odiava i privilegi aristocratici, guidò i suoi regni in maniera meritocratica, amava imparare e promosse i diritti delle donne nella società mongola. Fu inoltre il più grande conquistatore e generale che sia mai vissuto, governando su un regno creatosi da solo di circa 33 milioni di chilometri quadrati, che durò in alcune sue parti per circa sette secoli (quando le forze degli Stati Uniti presero Baghdad, furono i primi invasori a conquistare la città con successo dai tempi di Khan). Sì, fu violento e belligerante, ma mai per suo interesse.

I mongoli non trovavano alcun onore nel vincere soltanto combattendo. La vittoria era il loro obiettivo e facevano qualsiasi cosa per ottenerla. Si concentrarono quindi sulla costruzione della pace con uguale intensità. E mentre altri conquistatori morirono di morti violente e precoci, Khan morì anziano e circondato dalla sua amata famiglia.

La sua grande missione era semplice ma audace: “Unire l’intero mondo in un impero”. Tuttavia, come disse lui stesso: “Essendo una vocazione elevata, anche gli oneri che incombono su di me sono imponenti”. Utilizzando l’impareggiabile biografia di Jack Weatherford ‘Genghis Khan: and Making of the Modern World’ come nostra guida, vediamo come Khan – con parole sue – riuscì a portare a termine questa grande opera e quali erano gli oneri che sentiva di avere.

1. Non perdete di vista l’obiettivo

“Per il guerriero mongolo, non esiste un onore individuale nella battaglia se questa viene persa. Come disse Genghis Khan, non c'è nulla di buono nelle cose finché non vengono portate a compimento”.

2. Guidate dalla prima linea

“Quando pioveva, abbiamo affrontato la pioggia insieme e quando faceva freddo, abbiamo affrontato il freddo insieme”.

3. Servite un bene più grande di voi stessi

“[Un leader] non può essere felice finché non lo è la sua gente”.

4. Abbiate una visione

“Senza la visione di un obiettivo, un uomo non può gestire la sua vita, ancor meno la vita degli altri… Gli antichi dicevano: ‘l’unità d’intenti è una fortuna nella sofferenza’”.

5. Siate indipendenti

“Nessun amico è migliore del vostro saggio cuore! Sebbene ci siano molte cose su cui potete fare affidamento, nessuno è più affidabile di voi stessi. Sebbene molte persone possano aiutarvi, nessuna dovrebbe esservi più vicina della vostra coscienza. Sebbene ci siano molte cose che dovreste apprezzare, nessuna ha più valore della vostra vita”.

6. Siate umili

“Dominare l’orgoglio, spiegò, è più difficile che sottomettere un leone. Avvisò i suoi uomini che ‘Se non saprete mettere da parte l’orgoglio, non potrete comandare’”.

7. Siate moderati

“Odio il lusso. Pratico la moderazione… Vi sarà facile dimenticare la vostra visione e il vostro scopo quando avrete dei bei vestiti, cavalli veloci e donne bellissime. [In questo caso] non sarete migliori di uno schiavo e sicuramente perderete tutto”.

8. Comprendete la vostra gente

“Le persone conquistate su diversi lati del lago dovrebbero essere governate su diversi lati del lago”.

9. Cambiate il mondo, ma fatelo gradualmente

“La visione non dovrebbe mai discostarsi molto dagli insegnamenti degli anziani. La vecchia tunica veste meglio ed è sempre più comoda; resiste alle avversità della giungla, mentre la tunica nuova o quella mai indossata si rovina rapidamente”.

Come scrive Weatherford, questi principi di leadership non giunsero al futuro conquistatore mongolo in quanto parte di una costosa istruzione. Nacque povero e analfabeta in un mondo di guerre e conflitti. Insegnò a se stesso come essere un Khan:

“Non acquisì improvvisamente il suo genio nell’arte bellica, la sua abilità di ispirare la lealtà dei suoi seguaci o la sua ineguagliabile capacità di sapere organizzare su scala mondiale. Tutto ciò non derivò da un’illuminazione o da un’istruzione formale, ma da un ciclo costante di apprendimento pragmatico, di adattamento sperimentale e revisione continua, guidati dalla sua mente straordinariamente disciplinata e dalla sua determinazione”.

Possiamo fare lo stesso. E possiamo farlo iniziando con l’esempio di qualcuno che inizialmente potrebbe farci sentire un po’ a disagio. La reputazione di Genghis Khan lo precede (un brutale saccheggiatore che non mostrava pietà verso uomini, donne o bambini), ma ciò è stato intenzionale.

Khan permise la diffusione delle voci sulle sue atrocità per incoraggiare la resa e la cooperazione da parte di nemici che altrimenti avrebbero potuto fare resistenza. Tralasciando questo fatto, possiamo imparare dal Gran Khan come essere leali, come comprendere la nostra gente, come indurre il cambiamento e come avere una visione.

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