Venerdì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un decreto per sospendere l'accoglienza dei rifugiati per 4 mesi e ha temporaneamente vietato l'ingresso dei cittadini di Siria, Iraq, Yemen, Somalia, Libia e Sudan.
Il decreto ha provocato proteste di massa nelle città degli Stati Uniti e negli aeroporti. Vari gruppi di attivisti per i diritti umani, diversi gruppi religiosi e alcuni politici del Partito Democratico hanno espresso indignazione per il decreto.
Il giorno dopo, un giudice federale di Brooklyn, New York, Ann Donnelly, ha deciso di rinviare l'entrata in vigore del decreto.
Questo è quello che è successo negli Stati Uniti durante il fine settimana.
@realDonaldTrump send back your wives. Your Mother was an immigrant or did you forget? @JoyAnnReid @JoeNBC @Morning_Joe #Muslim Ban pic.twitter.com/TW6gXKC7BI
— Renee B (@Divalixious73) January 30, 2017
"Senza immigrazione Trump non avrebbe avuto mogli".
Il co-fondatore di Google (NASDAQ: Alphabet Class A [GOOGL]), Sergey Brin, si è unito ai manifestanti all'aeroporto di San Francisco. Lui ei suoi genitori è venuto negli Stati Uniti dall'Unione Sovietica nel 1979. "Sono qui perché sono un rifugiato."
.@google founder supported the SFO protesters tonight #resist #MuslimBanprotest . I did not have to ask him anything, we immigrants get it pic.twitter.com/eD8N2eEzc3
— Vassil Mladjov 🎾 (@vassko) January 29, 2017