Altaba, la società che emerge dalla vendita del core business di Yahoo! a Verizon, suona malissimo ma non è la prima volta che una grande azienda fallisce clamorosamente nel cucirsi addosso una nuova identità.
Lunedì Yahoo! (NASDAQ: YHOO) ha annunciato che dopo la vendita del suo core business a Verizon Communications (NYSE: VZ), gli asset rimanenti saranno collocati presso una holding chiamata “Altaba”, un nome che a molti è suonato più come il farfugliare di un neonato piuttosto che una società sorta dalle ceneri di un ex colosso di internet.
Twitter si è rapidamente popolato di commenti ironici da parte dei suoi utenti dopo l’annuncio che la società conterrà il 15% delle azioni di Yahoo in Alibaba (NYSE: BABA) e il 35,5% della sua partecipazione in Yahoo Japan.
Non sono mancate le battute su Twitter: “Chiedi al tuo dottore se Altaba va bene per te”.
“Altaba in latino vuol dire ‘Avremmo dovuto accettare l’offerta da 45 miliardi di dollari di Microsoft nel 2008”.
Alla luce della decisione di Yahoo di cambiare nome in “Altaba” (a quanto pare un mix di “alternative” e “Alibaba”) abbiamo deciso di compilare una lista di società che hanno lanciato una nuova identità cambiando il loro nome e hanno fallito miseramente.
Tribune Publishing tronca il suo nome in Tronc, 2016
Sì, non si tratta di un errore di battitura (per una volta, ndr). Appena un anno e mezzo fa Tribune Publishing (NASDAQ: TRNC) ha deciso di cambiare nome in “Tronc Inc.”, ovvero “contenuto online di Tribune”, mentre stava provando a respingere un takeover ostile da parte di Gannett (NYSE: GCI). Il rebranding rappresentò una specie di promessa che Tribune avrebbe tenuto il passo della tecnologia attuale e avrebbe cominciato a utilizzare l'apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale nella sua macchina di “monetizzazione del contenuto”.
Google va sotto una società madre chiamata Alphabet, 2015
Alphabet (NASDAQ: GOOGL) è abbastanza innocuo come nome data la mancanza di onomatopee. Ma ad alcuni critici la decisione di usare un nuovo nome per la società ombrello di Google sembrò un po’ arbitrario. Altri dissero che il nome era piuttosto infantile per una società tech con una capitalizzazione di mercato che al tempo superava i 300 miliardi di dollari. Oggi invece ha superato i 560 miliardi di dollari.
Gannet scorpora il suo business di media digitali e lo rinomina Tegna, 2015
Quando l’editore di USA Today ha deciso di scoporare il suo business di media digitali, fece notizia per aver scelto il nuovo nome cambiando un po’ l’ordine delle lettere. L’allora CEO Garcia Mortore disse che il nuovo nome era “un riferimento alla storia ultracentenaria di Gannett”. Molti utenti di Twitter non riuscirono a vedere in quel nome la dignità associata a un’eredità lunga oltre un secolo.
Netflix rinomina il suo servizio di dvd per posta Qwikster, 2011
Settembre 2011. Il CEO di Netflix (NASDAQ: NFLX) Reed Hastings annuncia uno split in due società: un servizio di dvd per posta e uno di streaming. Il primo si sarebbe chiamato “Qwikster”, come riferimento alla velocità di spedizione della società. Tuttavia questa scelta si dimostrò dannosa per il riconoscimento del brand e fece arrabbiare i consumatori a causa degli aumenti dei prezzi associati allo split. Pochi mesi dopo l’annuncio, il CEO fu forzato a fare marcia indietro.
Da Blackwater a Xe Services ad Acdemi, 2009-2011
Verso il 2009, il nome Blackwater era diventato tossico per l’esercito di mercenari. Cinque dei suoi dipendenti erano stati incriminati in relazione alle morti di 17 civili disarmati in Iraq e questo ha forza la società a cambiare nome in Xe Services, nel tentativo di mettere un po’ di distanza tra sé e le polemiche. Nel 2010 la società è stata venduta a un gruppo di investitori privati e il suo nome è stato mutato ancora, stavolta in Academi. L’ex CEO Ted Wright disse al Wall Street Journal che stava provando a rendere la società più “noiosa”.
Philip Morris ha provato a liberarsi della sua immagine poco salutista cambiando nome in Altria, 2003
C’era una volta un mondo in cui i legami tra sigarette e cancro non erano ben noti e Philip Morris (NYSE: PM) era un nome del tutto plausibile per una società. Poi nel 1994 il pubblico si ribellò contro i big del tabacco dopo le rivelazioni secondi cui i responsabili della società fossero a conoscenze di ricerche che suggerivano che la nicotina creava dipendenza e che le sigarette potevano causare cancro ai polmoni. Nel 2003 l’obiettivo di Philip Morris era di far sapere ai suoi consumatori che era “più di una società di tabacco”. E quindi adottò il nome di Altria, insieme a un nuovo logo a mosaico che non faceva alcun riferimento alle sue radici.