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Jenny Santi, autrice del libro “The Giving Way to Happiness”, parla di quanto ha imparato dal mondo della filantropia.

Sebbene io stesso sia una consulente dei filantropi per professione, il più delle volte non amo il termine “filantropia”. È spesso frainteso… e scritto in modo errato. Sembra essere troppo di élite e tende ad escludere la persona comune. Persino alcuni degli investitori più benestanti non considerano l’idea di venirne coinvolti perché non sono ricchi quanto Bill Gates. Nel corso degli anni siamo arrivati ad associare la parola a donazioni tra le decine e le centinaia di milioni di dollari.

Quindi è tempo di ridefinire la filantropia – tornando alle sue radici. La parola filantropia deriva dai termini greci phil, che significa “amante” e anthropos, che significa “umanità”, quindi significa semplicemente l’amore per l’umanità.

E tutti possiamo essere filantropi dando il nostro tempo, talento o ricchezze a qualcosa a cui teniamo – e migliorare le nostre vite durante il processo.

Nel corso degli anni, ho raccolto opinioni di centinaia di filantropi di ogni estrazione sociale – tra questi vi erano imprenditori brillanti, studenti idealisti, attivisti sfegatati, volontari appassionati e persino bambini molto piccoli e generosi, ognuno dei quali ha donato a qualcosa per loro caro. Ecco alcune delle cose migliori che ho imparato da loro su cosa succede quando si dona.

1. Ci si diverte

Quando ho chiesto ad attivisti, volontari e donatori come si sentissero in merito all’aver donato per cause difficili, – come fare propaganda contro la guerra o la sperimentazione sugli animali o spronare a cambiamenti ambiziosi per i diritti LGBT – il senso di felicità e spirito di squadra promosso attraverso intense esperienze condivise è stato uno dei temi che hanno espresso più frequentemente. E questo è uno dei molti motivi per cui coloro che sanno di stare facendo la differenza sono tra le persone più felici, soddisfatte e meno angosciate che potrete mai incontrare.

2. Si incontrano molte persone interessanti

Tom Freston, co-fondatore di MTV, ha detto riguardo all’aver fatto dono del suo tempo: “Una porta apre altre 10 porte. (Il donare) ha reso la mia cerchia di amici e conoscenze molto più diversificata e interessante”.

3. Aiuta a guarire e a superare le sfide personali

In uno studio di alcolisti condotto tramite il programma Alcolisti anonimi, coloro che avevano aiutato gli altri avevano circa il doppio delle probabilità di restare sobri dopo un anno e anche i loro livelli di depressione erano più bassi. Gli esperti lo definiscono il principio del “guaritore ferito”. L’aiuto ha enormi benefici per coloro che ne hanno bisogno e anche per gli stessi che aiutano.

4. Si diventa più ricchi

In alcuni casi, dare soldi ha paradossalmente fatto sì che i donatori guadagnassero di più. Come mi hanno riferito le persone seguenti:

Mo Ibrahim, magnate della telefonia mobile anglo-sudanese: “Qualsiasi impresa vorrebbe associarsi a te. È come avere un certificato di buona salute che fa sì che molte imprese vogliano fare coppia con te”.

Ted Turner, fondatore della CNN: “Essere generoso mi ha sempre fatto sentire bene e sembra che ogni volta che do via i miei soldi, in qualche modo ne guadagno di più”.

Bill Ackman, il gestore miliardario di fondi hedge: “Sebbene le mie motivazioni per donare non siano guidate da motivi di profitto, sono abbastanza sicuro di aver ottenuto dei rendimenti finanziari derivanti dall’aver dato via dei soldi. Non direttamente con qualunque mezzo, ma come risultato delle persone, degli amici, dei soci e dei consulenti che ho incontrato attraverso la beneficenza. Il loro consiglio, giudizio e collaborazione è stato inestimabile nei miei affari e nella mia vita. Più uno dà, più la sua vita diventa ricca”.

5. Si è più felici e più soddisfatti

Ackman: “Nel corso degli anni, i rendimenti emotivi e psicologici che ho guadagnato dalla beneficenza sono stati enormi. Più faccio per gli altri, più sono felice. La felicità e l’ottimismo che ho ottenuto dall’aiutare gli altri sono una grossa parte di ciò che mi tiene lucido”.

Michael Bloomberg, fondatore di Bloomberg: “Fare la differenza nella vita delle persone – e vederlo con i propri occhi – è probabilmente la cosa più soddisfacente che potrete mai fare. Se volete godervi appieno la vita, donate”.

Il gestore miliardario di fondi hedge John Arnold: “Non esiste nessun lavoro più utile e nessuna missione più grande [della filantropia]”.

L’imprenditore di telefonia mobile John Caudwell: “La filantropia mi dona molto più piacere e soddisfazione del fare soldi. Infatti, il fare soldi è adesso in gran parte spinto dalla consapevolezza che quando me ne andrò sarò in grado di lasciarmi alle spalle ancora più ricchezza per cause di beneficenza”.

Il gestore miliardario di fondi hedge Tom Steyer: “Di certo, il piacere che ricaviamo dal… confortare, comprendere, amare, dare e perdonare supera di gran lunga qualsiasi egoistico piacere passivo dell’avere o del possedere”.

6. Si trova appagamento

Chiunque abbia sentito parlare della gerarchia di Maslow sa che la più alta delle motivazioni umane è l’auto-realizzazione: al suo massimo livello, l’individuo lavora infine per soddisfare il suo potenziale. Ma ciò che molte persone non sanno è che verso la fine degli anni ’60, dopo aver svolto ulteriori ricerche sul comportamento umano, Maslow modificò il suo modello. Questo non è stato molto pubblicizzato perché lo psicologo ebbe un infarto e morì appena dopo aver riesaminato il suo lavoro.

Il nuovo modello piazzava l’auto-trascendenza, in cui l’individuo persegue un beneficio oltre il puramente personale, come fase finale – al di sopra dell’auto-realizzazione. Come scrisse Maslow in un suo documento non pubblicato dell’ottobre 1966, “deve venire evocato il bene degli altri”. Al livello dell’auto-trascendenza – la maggiore necessità dell’uomo – i bisogni dell’individuo vengono messi da parte per una vita al servizio degli altri.

Queste idee sono supportate da numerosi studi scientifici. In uno studio del 2009, lo psicologo tedesco Malte Klar e il professore americano Tim Kasser hanno rilevato che l’attivismo o la dedizione a cause sociali forniscano molti dei requisiti per la felicità umana, tra cui un senso di determinazione, la convinzione di stare cambiando il mondo, una ricca rete sociale e un senso di auto-trascendenza, di essere parte di qualcosa di più grande delle proprie preoccupazioni individuali.

Dare il vostro tempo, le vostre ricchezze o il vostro talento a qualcosa a cui tenete è più facile di quel che pensiate ed è probabile che lo troviate molto soddisfacente. Non vi costerà molti soldi e non porterà via molto del vostro tempo, ma renderà la vostra vita più interessante. Le porte si apriranno, vi sentirete più capaci ed inizieranno a succedervi cose incredibili, che non avreste mai immaginato potessero capitarvi.

Quindi, perché non fare un tentativo? Non avete davvero nulla da perdere.

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