Come risvegliare la generosità
Pagina principale Stile di vita

Innumerevoli studi collegano gentilezza e generosità a una vita soddisfacente.

Uno dei modi migliori per essere più felici è fare qualcosa che renda felici le altre persone. Innumerevoli studi hanno dimostrato che la gentilezza e la generosità sono associate a una vita maggiormente appagante, a relazioni più forti e a una migliore salute sia mentale che fisica; le persone generose vivono persino di più.

La felicità che le persone traggono dal donare agli altri innesca inoltre un circolo virtuoso: i sentimenti positivi ispirano ulteriore generosità che, a sua volta, crea una maggior felicità. E le ricerche suggeriscono che la gentilezza sia realmente contagiosa: quelli che testimoniano e beneficiano di buone azioni da parte di altre persone sono essi stessi più propensi ad essere gentili; un singolo atto di gentilezza si diffonde attraverso le reti sociali lungo tre diversi gradi di separazione, da una persona a un’altra persona a un’altra persona ancora.

Ma solo perché siamo in grado di essere gentili e possiamo trarne dei benefici concreti, ciò non significa che ci comportiamo sempre con gentilezza. Potremmo essere talmente impegnati, distratti oppure assorbiti dalle nostre stesse preoccupazioni da non prestare attenzione alle necessità degli altri o da non ricercare attivamente delle opportunità per offrire il nostro aiuto. Oppure siamo semplicemente fuori allenamento: i ricercatori sostengono che la gentilezza è come un muscolo, che deve essere reso più forte attraverso un allenamento continuo.

In che modo possiamo rafforzare la gentilezza? Gli studiosi hanno messo a punto diversi efficaci esercizi, molti dei quali sono stati raccolti nel nuovo sito web Greater Good in Action (GGIA) del Greater Good Science Center dell’Università della California di Berkeley. Sul sito si possono consultare le attività scientificamente comprovate in grado di promuovere la felicità, la gentilezza, i legami interpersonali e la flessibilità.

Ecco le 10 pratiche fondamentali della gentilezza secondo il GGIA, raggruppate in tre macrocategorie.

1. Come coltivare i sentimenti di gentilezza

Ci comportiamo in modo gentile più spontaneamente quando avvertiamo un senso di compassione e di connessione emotiva con gli altri. Il primo gruppo di buone pratiche si concentra proprio sulla promozione di questi sentimenti.

1. Sentirsi Connessi

La pratica del “Sentirsi Connessi” inizia col ricordare un particolare episodio in cui hai provato un forte legame con un’altra persona – pensiamo a una conversazione densa di significati, oppure all’aver vissuto insieme una sconfitta, un successo oppure un evento storico – per poi descrivere quell’esperienza con parole scritte. Uno studio del 2011 condotto nel Regno Unito dalla ricercatrice Louisa Pavey ha scoperto che le persone che avevano portato a termine questo esercizio si sentivano, nelle successive sei settimane, più premurose nei confronti degli altri e maggiormente intenzionate a impegnarsi in atti di generosità come ad esempio fare un’offerta di beneficenza o aiutare uno sconosciuto bisognoso.

In che modo questa pratica predispone a una maggior gentilezza? I ricercatori suggeriscono che il sentirsi connessi agli altri soddisfa il nostro fondamentale bisogno psicologico di appartenenza; quando esso non è corrisposto, le persone tendono a concentrarsi sulle loro esigenze piuttosto che a prendersi cura degli altri.

2. Sentirsi Supportati

Simile al Sentirsi Connessi è la pratica del “Sentirsi Supportati”, che consiste nel pensare alle qualità delle persone alle quali ti rivolgi quando ti senti stressato, per poi ricordare un episodio del passato in cui hai ricevuto conforto da loro. Una ricerca svolta nel 2005 da Mario Mikulincer, decano della scuola di psicologia dell’Interdisciplinary Center Herzliya (Israele), ha rivelato che le persone che avevano portato a termine questo esercizio scritto, confrontate con quelle che invece avevano descritto in modo più generico un collega o un conoscente, successivamente dichiaravano di sentirsi più compassionevoli e maggiormente disposte ad aiutare qualcuno in difficoltà. Questa semplice pratica è potente dal momento che accresce la “sicurezza del legame”, uno stato che coinvolge i sentimenti di fiducia e di benessere e che risulta d’aiuto soprattutto quando ci sentiamo minacciati o insicuri. Ci può anche aiutare a ricordare quali sono le qualità che desideriamo impersonare quando, con la nostra gentilezza, supportiamo gli altri.

3. Passeggiata della Meraviglia

Un altro ottimo modo per rendere più profondi i sentimenti di compassione e premura nei confronti degli altri è quello di fare una “Passeggiata della Meraviglia”, che consiste nell’andare a camminare in un luogo che appaia vasto e in grado di cambiare le prospettive, e che ci faccia quindi sentire in connessione con qualcosa che è più grande di noi. In un’indagine del 2015 condotta da Paul Piff, ricercatore presso l’Università della California di Berkeley, alcuni partecipanti erano stati fatti sedere sotto la chioma di un imponente esemplare di eucalipto da dove avevano guardato all’insù per circa un minuto; lo sguardo di altri partecipanti era invece rivolto altrove, verso un edificio. Le persone che avevano ammirato l’albero erano più predisposte ad aiutare qualcuno in difficoltà e avvertivano un minor senso di superiorità nei confronti degli altri.

4. Meditazione sulla Compassione

Potrai infine provare la “Meditazione sulla Compassione”. Questa semplice – anche se non necessariamente banale – tecnica consiste nel focalizzare l’attenzione sul tuo respiro mentre esprimi i tuoi sentimenti benevoli nei confronti di qualcuno a cui vuoi bene, di te stesso, di una persona neutrale o addirittura di un nemico. I risultati emersi da uno studio del 2013 coordinato da Helen Weng, all’epoca ricercatrice presso l’Investigating Healthy Minds della University of Wisconsin di Madison, hanno indicato che i partecipanti che avevano meditato per due settimane sulla compassione si comportavano più generosamente, donavano somme maggiori di denaro alle vittime di violenze e mostravano anche una maggior attività nelle regioni del cervello associate con la comprensione del disagio altrui e con la risposta emotiva alle immagini di sofferenze. (Potrai trovare il file audio di una meditazione guidata sulla compassione sul sito internet del GGIA, corredato di testo).

2. Come accrescere la felicità che ricaviamo dalla gentilezza

1. Atti Casuali di Generosità

Un altro modo per incrementare la gentilezza che esprimiamo nel lungo periodo appare semplice: impegnarsi nel compimento di più atti gentili e generosi nel breve periodo.

Praticare intenzionalmente la gentilezza nella nostra esistenza quotidiana, anche nei giorni in cui non ci sentiamo particolarmente generosi, con il passare del tempo può trasformarsi in un’abitudine. Questo si verifica soprattutto a causa del modo in cui l’essere gentili genera la felicità: i buoni sentimenti rafforzano le nostre azioni generose e ci rendono più propensi a ripeterle i futuro.

La messa in pratica degli “Atti Casuali di Generosità” rappresenta un buon punto di partenza. Essa consiste nel dedicarsi a cinque atti di gentilezza in un giorno, per poi riferire con parole scritte di questa esperienza. Le azioni potrebbero essere di ogni tipo: dal portare un pasto caldo a un amico malato al cedere il tuo posto sull’autobus, dal donare il sangue all’offrire un caffè alla persona in coda dietro di te al bar. Lasciati ispirare dalle gentilezze di cui in passato sei stato testimone o destinatario. Gli atti casuali di generosità non solamente sollevano il nostro spirito nel momento in cui vengono compiuti, ma hanno anche la capacità di cambiare ciò che pensiamo di noi stessi, supportando quindi forme positive di autostima.

2. Donare

Le ricerche suggeriscono che non tutti gli atti di generosità, tuttavia, sono uguali. Molti sono i fattori in grado di influenzare se e come queste azioni siano in grado di offrirci degli effettivi benefici a livello psicologico. La pratica del “Donare fa Sentire Bene” definisce tre strategie che possono massimizzare i risvolti positivi della generosità.

La prima delle strategie è far sì che il donare sia una scelta. Gli studi condotti in materia suggeriscono che nel momento in cui sentiamo obbligati a donare – ad esempio quando una richiesta aggressiva ci mette con le spalle al muro – siamo meno propensi ad apprezzare il nostro gesto. È importante darsi la possibilità di dire no, concedendola anche alle persone a cui chiediamo aiuto. La seconda strategia consiste nel creare una connessione con il destinatario del tuo atto di gentilezza, ad esempio invitando un collega a pranzo piuttosto che dandogli semplicemente un buono regalo. La terza strategia è quella di prendere l’iniziativa allo scopo di comprendere quale sarà l’impatto della tua generosità, cosa che può generare sentimenti contagiosi di gioia.

3. Come ispirare la gentilezza negli altri

È importante scoprire delle strategie che ci rendano più gentili. Ma probabilmente il bene più grande che possiamo fare al mondo è trovare il modo di rendere più gentili gli altri. Ecco qual è l’obiettivo del prossimo gruppo di buone pratiche.

1. Promemoria dei Legami

Il sito web GGIA offre tre strategie, basate su ricerche scientifiche, che possono aiutare educatori, genitori e leader di ogni tipo a superare le barriere che ostacolano la gentilezza e la generosità. La prima è la creazione di “Promemoria dei Legami” a casa, in ufficio o a scuola. Questi promemoria possono essere molto semplici come, ad esempio, una citazione che ricorda dei risultati raggiunti insieme, parole come “comunità” oppure una fotografia che trasmette un senso di calore o amicizia.

2. Dare alla Sofferenza un Volto Umano

La seconda modalità consiste nel “Dare alla Sofferenza un Volto Umano”: essere in grado di identificare chiaramente le vittime di una situazione negativa – e venire a conoscenza delle loro storie personali – può rendere quel problema più vivido, facendo sì che vengano toccate le corde emotive e perciò motivando all’aiuto.

3. Identità Condivisa

La terza strategia, “Identità Condivisa”, consiste nel creare un senso comune di umanità che attraversi le barriere presenti in un gruppo. Ricordare alle persone quali siano i principi umani di base condivisi con chi appare diverso può aiutare a superare la paura e la sfiducia, promuovendo così la cooperazione. Somiglianze anche piccole, come ad esempio l’amore per lo sport, possono instillare un maggior senso di comunanza.

4. Incoraggiare la Gentilezza nei Bambini

Infine, la strategia di “Incoraggiare la Gentilezza nei Bambini” offre tecniche mirate per far emergere la naturale propensione da parte dei più piccoli nei confronti dell’altruismo e della generosità. Queste tecniche non prevedono l’assegnazione di una ricompensa per un comportamento gentile, così che i ragazzi possano sperimentare quanto la gentilezza sia essa stessa la ricompensa. La strategia elogia il carattere dei bambini piuttosto che il loro comportamento, così da evidenziare che la gentilezza rappresenta una componente innata della loro persona. Così facendo si plasma questa dote a livello di comportamento personale poiché, quando si tratta di coltivare la generosità, le azioni sono più importanti delle parole.

Diventare una persona più gentile, e riuscire a instillare la gentilezza nei tuoi figli o nei tuoi studenti, non è un traguardo che si conquista da un giorno all’altro. Occorre molta pratica per fare in modo che le tue migliori intenzioni si trasformino in azioni concrete. Speriamo che gli esercizi sulla gentilezza di Greater Good in Action rappresentino per te un buon punto di partenza per iniziare sin da oggi a sviluppare questa dote.

Perfavore descrivi l'errore
Chiudere