PIVX, la privacy coin che sfida Monero
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09 gennaio 2018

Lo scorso anno PIVX ha guadagnato circa il 142.000%: a cosa si deve il grande interesse riscontrato tra gli investitori?

Nel corso della storia, il mercato azionario è stato il maggiore creatore di ricchezza nel lungo periodo. Tuttavia nel 2017, il mercato azionario, che storicamente ha reso circa il 7% per anno, compreso di reinvestimento dei dividendi e tenuto conto dell’inflazione, è stato messo in secondo piano dal mercato delle criptovalute.

Quanto in secondo piano? Gli indici azionari americani sono stati decantati per aver registrato rendimenti di circa il 20% nel 2017, arrivando quasi a triplicare la loro media storica. Nel frattempo, la capitalizzazione di mercato complessiva delle criptovalute è cresciuta di valore per più del 3.300% dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017, secondo Coinmarketcap.

Al bitcoin (Bitcoin), la più grande valuta virtuale del mondo per capitalizzazione di mercato e quella più accettata dai commercianti a livello mondiale, viene spesso attribuito l’essersi lasciato alle spalle il rally delle criptovalute durante lo scorso anno. Dopo aver iniziato l’anno a soli 967 dollari per token, il bitcoin ha chiuso il 2017 a 14.156 dollari a moneta, dopo aver raggiunto quasi i 20.000 nel mese di dicembre.

Ma nel 2017 il rally delle criptovalute non ha affatto riguardato il solo bitcoin. Al contrario, ha coinvolto qualsiasi altra cosa che non fosse il bitcoin. Il valore aggregato del mercato delle criptovalute, bitcoin escluso, è schizzato da 2,24 miliardi di dollari a partire dal 31 dicembre 2016 a 374 miliardi di dollari per la fine dell’anno (e al momento della scrittura quella stessa cifra si aggira sui 500 miliardi di dollari). In altre parole, è stata la ricerca del prossimo bitcoin a guidare i risultati delle criptovalute nel 2017.

Nel 2017 hanno brillato le privacy coin

Tra le tendenze che non sono passate inosservate e che hanno spinto verso l’alto le monete virtuali vi è stato l’entusiasmo per le privacy coin. Tutte le reti di blockchain delle criptovalute sono progettate per essere sicure e per fornire un certo grado di privacy. Dopotutto non è richiesto nessun conto corrente o numero di previdenza sociale per acquistare valute virtuali, cosa che è uno dei loro punti di forza principali. Tuttavia, come abbiamo appreso di recente, le transazioni di criptovalute non sono tanto anonime come si credeva un tempo.

Verso la fine di novembre, l’Internal Revenue Service (IRS) ha vinto un procedimento giudiziario contro l’exchange di criptovalute Coinbase, richiedendo a quest’ultimo di consegnare informazioni su 14.355 utenti.

Questi utenti avevano scambiato almeno 20.000 dollari in bitcoin tra il 2013 e il 2015. Sebbene lo scopo dell’IRS in questo caso fosse quello di individuare possibili evasori fiscali (soltanto 800-900 contribuenti all’anno hanno riportato plusvalenze basate su bitcoin tra il 2013 e il 2015), il quadro generale ha mostrato che queste transazioni basate sulla blockchain potevano essere ricollegate a singoli individui. In breve, la blockchain del bitcoin non era così anonima, dopotutto.

È in questo modo che sono entrati in gioco le privacy coin.

Le privacy coin si concentrano sulla privacy e l’anonimato sperati e associati alla tecnologia della blockchain – il ledger decentralizzato, digitale e distribuito che registra tutte le transazioni – per fornire segretezza al mittente, e possibilmente al destinatario, dei fondi.

Nel 2017 PIVX ha fatto mangiare la polvere

Uno dei protagonisti dell’arena delle privacy coin, e beneficiario di un guadagno del 2.433% nel 2017, è Monero (XMR/USD) e il suo token, XMR.

Mentre la maggior parte delle criptovalute utilizza una firma immutabile per la verifica delle transazioni, il protocollo CryptoNote di Monero utilizza firme “ring” che agiscono come un conto in banca in comune con multipli firmatari.

Il trucco è che queste firme “ring” oscurano il “firmatario” reale o, in questo caso, il mittente di monete XMR. Ciascuna transazione sulla rete di Monero crea una chiave utilizzabile una sola volta, nota come stealth address, che garantisce che soltanto il beneficiario di un pagamento possa individuare e spendere quei fondi.

Eppure, nonostante la fama del suo nome e il protocollo open source CryptoNote, non è stato Monero a rubare la scena tra i privacy coin degli ultimi tempi, ma PIVX, che è ha registrato un incremento di circa il 142.000% nel 2017, superando la performance di Monero del 2.433% di circa 57 volte!

Ecco cosa offre PIVX

Diamo ora un’occhiata più da vicino a cosa ha reso PIVX un progetto così prezioso tra gli investitori di criptovalute.

Proprio come Monero, PIVX offre una sua versione dei protocolli creati per rendere le transazioni anonime. Utilizza una versione personalizzata dei protocolli Zerocoin per oscurare gli indirizzi associati alle monete e, contrariamente ad altre privacy coin come ZCash e Dash, promette un anonimato completo. Non esiste alcun modo per cui un’analisi della blockchain possa rivelare il mittente o destinatario di fondi.

Secondo CoinCentral.com, per poter spendere monete PIVX in maniera anonima, un utente dovrebbe convertire i token standard PIVX in token zPIV, che possono in seguito essere inviati in maniera anonima a qualsiasi indirizzo. Dato che PIVX gestisce un modello “proof-of-stake” (uno in cui i possessori di monete svolgono un ruolo nella verifica delle transazioni), e che i block time sono di soli 60 secondi, le transazioni sulla blockchain di PIVX dovrebbero essere veloci e abbastanza economiche. Generalmente, la privacy aggiuntiva comporta un costo di transazione più alto, ma PIVX sta lavorando a dei modi per fornire privacy e anonimato come diritto basilare per un costo economico.

Inoltre PIVX sta puntando a sostituire il contante e le carte di credito tradizionali diventando una prestigiosa valuta peer-to-peer e basata su merci o servizi. Ha sviluppato portafogli Android e iOS forniti di misure di sicurezza uniche che consentiranno ai consumatori di utilizzarli non soltanto come strumenti per conservare le monete PIVX, ma anche come mezzi per l’elaborazione di pagamenti per l’acquisto di beni e servizi.

Curiosamente, PIVX si comporta anche come una valuta tradizionale, in quanto il suo numero massimo di monete non è fisso. Ogni anno vengono minate 2,6 milioni di monete PIVX, rappresentando un’inflazione di circa il 4%.

Minare costantemente nuove monete tramite il modello proof-of-stake scoraggia la tesaurizzazione e incoraggia la spesa di queste monete. Inoltre, dato che queste monete finiscono principalmente nelle mani di stakeholder o masternode (utenti che possiedono monete come garanzia), PIVX sta essenzialmente controbilanciando gli effetti dell’inflazione diffondendo le monete tra gli stakeholder esistenti.

Attenzione!

Ovviamente, il grande interrogativo è se PIVX continuerà a registrare performance così eclatanti.

PIVX offre molti protocolli personalizzati e funzioni uniche che possono essere trovate soltanto nel suo network di privacy. Tuttavia ci sono più di una mezza dozzina di altri privacy coin che competono nello stesso spazio e anche loro offrono funzioni uniche che dovrebbero aiutarli a spiccare.

Inoltre, tenendo conto della crescita del mercato delle criptovalute, lo stesso è accaduto al potenziale per maggiori regolamentazioni da governi di tutto il mondo. Diversi paesi hanno già bandito le criptovalute e, cosa ugualmente preoccupante, alcune grandi imprese si sono coalizzate per creare le loro monete virtuali e tecnologie per la blockchain.

A questo si aggiunge che le barriere per entrare nell’arena delle criptovalute sono attualmente piuttosto deboli, cosa che dovrebbe preoccupare gli attuali investitori. Una possibile moneta o blockchain migliore potrebbe emergere dal nulla in qualsiasi momento.

Sebbene possa valere la pena tenere d’occhio PIVX, è comprensibile essere scettici riguardo a questi movimenti parabolici e aspettarsi prima o poi una brusca correzione.

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