Gli investitori aspettano con trepidazione l’arrivo del nuovo iPhone, eppure l’amministratore delegato di Apple sembra andare in controtendenza.
Due giorni fa il CEO di Apple (NASDAQ: AAPL), Tim Cook, ha venduto circa 43 milioni di dollari in azioni della società, secondo quanto riportato dai documenti consegnati alla SEC; questo vuol dire che le azioni nette ottenute la scorsa settimana come premio annuale sono già state vendute.
Da un certo punto di vista Cook non ha certamente scelto un brutto momento, dopotutto il titolo della sua società ha toccato un nuovo massimo storico questo martedì e il suo valore è salito del 41% nel 2017. Eppure se, come gran parte di Wall Street, ritieni che Apple sia prossima a un forte rialzo nel breve termine, questa mossa non sembrera avere molto senso a prima vista.
Tra poche settimane Apple lancerà l’iPhone 8, l’ultima versione della sua fortunata serie di smartphone. Il parere generale è che le vendite del nuovo modello schizzeranno alle stelle. E proprio per questo motivo nessun analista che segue Apple consiglia agli investitori di vendere le azioni della società, secondo quanto riferisce Bloomberg. Ma, a quanto pare, Cook ha preferito non ascoltarli.
L’anno scorso Cook ha venduto circa 65 milioni di dollari in azioni proprio in questo periodo, subito dopo aver incassato il suo bonus. Nei tre anni precedenti ciò non si è verificato.
Forse non ha senso elucubrare più di tanto sulle transazioni personali di un CEO, eppure il tempismo di questa operazione potrebbe acquistare un significato particolare alla luce del debutto del nuovo iPhone sul mercato. Idealmente Cook conosce le prospettive di Apple meglio di chiunque altro.
A ben vedere è dal 2008 il titolo della Mela segue un pattern abbastanza chiaro: cresce prima della presentazione di un nuovo iPhone e registra un battuta d’arresto o cala nei mesi successivi all’uscita dello smartphone.
Tra il 2018 e il 2016 le azioni di Apple sono cresciute in media del 16,1% durante i sei mesi antecedenti il lancio dei nuovi iPhone e sono diminuite in media del 4,1% nei sei mesi successivi (dati di Bernstein Research).
In effetti Apple ha tenuto fede a questa tendenza durante l’ultimo semestre, nel quale ha guadagnato il 16,5%. Quella cifra è vicina ai risultati conseguiti nel 2014 in occasione del debutto iPhone 6, uno degli highlight dell’azienda. Quell’anno le azioni di Apple continuarono a crescere del 25% nei sei mesi successivi e fu chiaro a tutti che l’iPhone 6 era riuscito a catapultare l’azienda in una nuova dimensione in termini di crescita e profitti.
Certo, oggi nemmeno i più ottimisti si aspettano numeri simili, ma secondo i pronostici degli analisti le vendite aumenteranno (molti possessori di iPhone 6 sono pronti a spendere circa 1000 dollari per il nuovo modello) e il fatturato totale crescerà del 15% in occasione della fine dell’anno fiscale a settembre 2018. Sarebbe il risultato migliore dai tempi dell’iPhone 6.
Resta da capire se gli investitori che vogliono trarre profitto aspetteranno i nuovi iPhone o seguiranno la strada percorsa da Tim Cook. I più impazienti potranno comunque dire di essere in buona compagnia.