L’editorialista di Bloomberg Lionel Laurent parla del ruolo della speculazione intorno alle criptovalute.
L’ultimo avvertimento contro le valute digitali viene da Peter Denious, un importante venture capitalist di Aberdeen Asset Management. Denious afferma che l’esplosione dei prezzi delle nuove monete è colpa di una frenesia speculativa:
“Verranno imparate molte lezioni e verranno persi molti soldi”, ha detto a Bloomberg News. “È una mentalità da cercatori d’oro”.
Denious ha ragione quando dice che il mercato si trova in una fase speculativa e non sostenibile. Nonostante le recenti fluttuazioni del prezzo, il Bitcoin ha quasi triplicato il suo valore dall’inizio dell’anno, raggiungendo quota 2.677 dollari. Il valore di Ethereum, il suo concorrente più accreditato, è cresciuto di 40 volte dalla fine del 2016, quando era quotato a 8 dollari.
E questo non accade perché la gente usa le criptovalute per comprare case o macchine, o perché gli enti regolatori se ne sono innamorati all’improvviso. Semplicemente Bitcoin, Ethereum e le altre monete digitali sono considerate un modo come un altro modo di fare soldi.
È difficile separare questa moda improvvisa dalle preoccupazioni riguardanti i mercati regolati e l’economia reale, dopo un decennio di costo del denaro a livelli bassissimi.
Oggi nei mercati finanziari si parla in continuazione della possibilità di una bolla. Venerdì una ricerca condotta da Bank of America ha elencato diversi segnali che indicano un “eccesso di Wall Street”:
- Il boom di bond argentini a 100 anni Argentina;
- La capitalizzazione di mercato di Facebook (NASDAQ: FB.NASDAQ) che ora supera quella dell’intero MSCI India index;
- La volatilità nel mercato dei Treasury statunitense è vicina ai minimi storici.
Ma il Bitcoin non è stato menzionato nemmeno un volta. Le critiche alle criptovalute tendono a essere dimenticate facilmente. Persino il CEO di Fidelity e John McAfee si stanno dando al mining di bitcoin.
Gli impressionanti rendimenti delle criptovalute riflettono inoltre il desiderio di scappare dalle bolle dei mercati regolati, piuttosto che la voglia di emularli. Se i bond sono il bene rifugio del vecchio mondo, il Bitcoin è l’assicurazione contro l’apocalisse per la generazione dei Millennial.
Le criptovalute vengono pubblicizzate come un’espressione dell’opposizione alla politica monetaria delle banche centrali e dei governi, molto più dell’oro per esempio. Mentre i rendimenti bassi spingono gli investitori ricchi a prendersi dei rischi più grandi (come comprare debito argentino), altre persone vedono il Bitcoin come una via di fuga dalla repressione finanziaria e dall’instabilità.
Proprio per questo motivo il Venezuela, con la svalutazione della sua moneta e la crisi politica, è uno dei due paesi dove l’adozione del bitcoin ha il potenziale più alti al mondo. Lo dice la London School of Economics, che fa notare come nel paese di Maduro la domanda di monete digitali sta crescendo nel bel mezzo dell’inflazione a tre cifre. L’altra nazione? L’Argentina. Gli esperimenti monetari generano esperimenti tecnologici.
Tutto ciò non vuol dire che ci sono spiegazioni puramente razionali al prezzo che oggi hanno le criptovalute, né per quello di domani o di ieri. Se la bolla scoppierà, gli investitori dovranno abbassare le loro aspettative nei confronti del Bitcoin e delle altre criptovalute, in particolare nei confronti del loro valore di investimento senza l’aiuto della speculazione e dell’impiego in attività illecite.
Ma lo scenario più preoccupante è un altro: il clima politico avverso nei confronti delle banche centrali e delle ineguaglianze economiche non farà altro che incanalare ancora più soldi nelle criptovalute.
Secondo Albert Edwards di Societe Generale i cittadini sono pronti a passare a delle “banche centrali non elette e che virtualmente non devono rispondere a nessuno” dopo anni di crisi economica e stagnazione.
I geni informatici dietro al Bitcoin non meritano di essere considerati l’alternativa migliore. Ma se l’uscita dalla crisi finanziaria prenderà all’improvviso una brutta direzione, allora potrebbe essere troppo tardi.
Entrambe le bolle, quella del mercato finanziario globale e quella della criptovaluta, sembrano essere fin troppo correlate.