5 società pronte a un frazionamento azionario
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Gli investitori interessati agli stock split dovrebbero tenere d’occhio questi titoli.

Sono passati 20 anni dal debutto in Borsa di Amazon.com (NASDAQ: Amazon.com [AMZN]) e un semplice investimento di 100 dollari compiuto all’epoca oggi varrebbe 57.000 dollari. E questi guadagni sono stati in gran parte senza alcun frazionamento azionario. In effetti non ci sono stati particolari sforzi per tenere sotto controllo il prezzo delle azioni di Amazon e questo ha fatto sì che oggi la società venga scambiata a ridosso dei 1.000 dollari per azione (soglia peraltro superata ieri).

Il frazionamento azionario (stock split) consiste nell’aumentare il numero di azioni in circolazione mediante la divisione dei valori esistenti. Lo scopo del frazionamento è quello di rendere più accessibili le azioni divenute troppo costose.

Molti investitori tengono molto al prezzo delle singole azioni e preferiscono titoli “più economici” dal punto di vista nominale che gli permettono di comprare lotti rotondi o che rendono più facile il calcolo di metriche come gli utili per azione.

Ma sfortunatamente per questo tipo di investitori, gli stock split sono sempre più rari: secondo una ricerca citata recentemente dal Wall Street Journal, solo 6 società nell’S&P 500 (INDEX: S&P 500 index [SPX]) hanno realizzato un frazionamento azionario, mentre nel 1997 quel numero era 93.

Essendo uno dei titoli più chiaccherati (e costosi) del momento, Amazon è un facile obiettivo per chi è alla ricerca di nuovi stock split. Ma questa eventualità riguarda anche molti altri titoli meno conosciuti.

Qui ne passiamo in rassegna cinque, tutti al di fuori del settore tech.

3M

  • Settore: Prodotti industriali
  • Ultimo split: 2003

Quando gli investitori pensano ai settori che vantano le società più costose sulla base del prezzo per azione, in genere pensano al mondo della tecnologia.

Anche per questo il prezzo del colosso dei prodotti chimici 3M (NYSE: 3M Company [MMM]) è degno di nota. La società viene scambiata intorno ai 200 dollari per azione ed è vicina ai massimi storici dopo aver registrato una crescita impressionante che l’ha portata a segnare +20% nell’ultimo anno.

A questo si aggiunge che 3M era una grande sostenitrice degli stock split fino a poco tempo fa. In particolare si ricordano 3 stock split 2-per-1 nel corso di 16 anni, datati 1987, 1994 e 2003.

3M non sarà il primo candidato a uno split secondo molti investitori, ma sembra quasi dovuto tenendo conto di tutti questi elementi.

Cracker Barrel

  • Settore: Ristoranti
  • Ultimo stock split: 1993

Un altro di candidato al frazionamento azionario poco considerato è Cracker Barrel Old Country Store (NASDAQ: Cracker Barrel Old Country Store [CBRL]). La società ha realizzato alcuni frazionamenti azionari nei primi anni di contrattazioni: dopo l’IPO nel 1981, CBRL conta 7 stock split 3-per-2 nei 12 anni seguenti. Ma a oggi l’ultimo risale al 1993 e da allora il titolo ha superato i 100 dollari per azione.

Certo, Cracker Barrel non è Amazon è ha raggiunto la quotazione a tripla cifra solo nel 2013. Ma un rendimento su cinque anni di circa il 180% e la forza costante dimostrata dal titolo suggerisce che è arrivata l’ora di servire un nuovo stock split.

Markel

  • Settore: Assucurazioni
  • Ultimo stock split: 1989

Markel (NYSE: Markel Corporation [MKL]) vanta uno dei prezzi più alti di Wall Street ed è in diritto di arrivo al traguardo dei 1.000 dollari per azione. Negli ultimi cinque anni il titolo è cresciuto del 125%, mentre l’S&P 500 solo dell’85% nello stesso periodo.

La società è molto stabile e può contare su circa 2 miliardi di dollari in cash nei suoi libri contabili, ma la sua storia è senza dividendi e le sue azioni sono rimaste fondamentalmente piatte negli ultimi 12 mesi.

Un grosso stock split rappresenterebbe una iniezione di fiducia per gli investitori e attirare l’attenzione di Wall Street.

Regeneron

  • Settore: Biopharmaceuticals

La società biotecnologica Regeneron Pharmaceuticals (NASDAQ: Regeneron Pharmaceuticals [REGN]) non ha mai diviso le sue azioni. C’è una ragione: durante i primi 26 anni in Borsa il titolo è stato scambiato sotto i 30 dollari per azione e solo in tempi più recenti ha registrato una forte crescita, raggiungendo i 100 dollari per azione all’inizio del 2012 e segnando +250% nel corso degli ultimi cinque anni.

Nonostante i massimi registrati nel 2015 (quasi 600 dollari per azione) siano ben lontani, il range attuale (intorno ai 450 dollari per azione) fa presagire un possibile split.

Chipotle

  • Settore: Ristoranti

Dopo la sua IPO nel 2006 Chipotle Mexican Grill (NYSE: Chipotle Mexican Grill [CMG]) Chipotle Mexican Grill Inc. ha più che triplicato il prezzo delle sue azioni fino alla fine del 2007, superando i 100 dollari per azione prima della crisi finanziaria che ha investito Wall Street.

Allora il titolo di Chipotle calò come gli altri, ma presto emerse come una delle azioni growth preferite dagli investitori. Nel 2015 raggiunse il suo massimo storico, superando quota 700 dollari per azione.

Gli investitori non facevano che chiedere uno split, ma dopo la società venne colpita da uno scandalo di intossicazione alimentare e problemi nella supply chain. Il titolo subì un grosso calo.

Oggi la società sembra essersi stabilizzata. Ha registrato degli utili societari solidi in aprile e si appresta a superare i 500 dollari per azione per la prima volta dal 2015.

Qualora riuscisse nell’impresa, per Chipotle sarebbe ora prendere in considerazione uno stock split per mandare un segnale tanto a Wall Street che agli investitori che l’hanno abbandonata tempo fa.

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