Goldman specula sul cambio di governo in Venezuela, ma l’opposizione non ci sta.
Goldman Sachs (NYSE: Goldman Sachs Group [GS]) dona una boccata d’ossigeno al governo venezuelano, sottoscrivendo bond emessi dalla banca centrale del Paese per 2,8 miliardi di dollari.
La scorsa settimana la banca d’affari newyorkese Goldman Sachs aveva pagato 865 milioni di dollari per dei bond emessi nel 2014 dalla compagnia petrolifera di Stato, Petroleos de Venezuela, e con scadenza nel 2022, beneficiando di uno sconto del 31% rispetto al valore medio dei titoli che maturano nello stesso anno
La banca si aspetta un cambio di governo nel prossimo futuro, evento che potrebbe raddoppiare il valore delle obbligazioni. Queste ultime vengono scambiate a tassi bassissimi e con rendimenti attorno al 30% sulla scia dei timori di un default.
Il governo di Nicolas Maduro è da oltre un anno in stato di crisi e da due mesi affronta ogni giorno proteste che chiedono le sue dimissioni o nuove elezioni. In oltre otto settimane di scontri tra polizia e manifestanti il bilancio delle vittime è arrivato a 66.
L’economia del Venezuela si è contratta di quasi il 30% dal 2013 e il FMI prevede che quest’anno il suo tasso d’inflazione si attesterà intorno al 720%. Secondo il politico dell’opposizione Angel Alvarado, Goldman ha compiuto un grave errore e ha dato una mano al governo di Maduro, cosa che farebbe passare la banca “dal lato sbagliato della storia”. Dice Alvarado:
“Questa è una decisione cattiva non solo dal punto di vista etico ma anche da quello economico”.
Alvarado ha aggiunto che che se una nuova amministrazione guidata dall’opposizione salirà al potere, non farà mai affari con Goldman.