La storia di Netflix dalla sua IPO a oggi.
Netflix (NASDAQ: NFLX.NASDAQ) è stata quotata in Borsa 15 anni. Allora il suo valore stimato era 300 milioni di dollari. Oggi il valore di mercato del colosso dello streaming è vicino ai 68 miliardi di dollari.
Il primo giorno di contrattazioni per il titolo è stato il 23 maggio 2002, quando le azioni di Netflix sono state piazzate a un prezzo di 15 $ l’una. All’epoca la società si occupava della vendita e del noleggio di DVD (e per i residenti degli Stati Uniti era disponibile un servizio di spedizioni di DVD via posta) e contava circa 600.000 clienti.
Dopo ci fu una rivoluzione tecnologica e società come Apple (NASDAQ: AAPL) hanno iniziato a vendere versioni digitali di film e programmi televisivi. Netflix nel 2007 cavalcò l’onda e lanciò un servizio di streaming con una scelta di contenuti. Lo stesso anno Apple faceva debuttare il suo primo iPhone.
Nel 2010 il CEO e co-fondatore di Netflix, Reed Hastings, salì sul palco della presentazione dell’iPhone 4 in compagnia di Steve Jobs a presentare la prima applicazione per iOS. Fu un punto di svolta: la popolarità dello smartphone aiutò a espandere significativamente il pubblico del servizio di streaming.
Il rapporto della società di inizio 2011 diceva che da quel momento in avanti tutto il focus sarebbe passato al servizio di streaming, rilegando la spedizione di DVD per posta a un ruolo secondario.
E così fu. Il mondo passò dai DVD ai video in streaming a pagamento, con abbonamenti mensili (e ai download illegali, anche). Netflix era diventato un player influente nel mercato della creazione di contenuti e aveva attratto l’attenzione di Wall Street.
Ma Hastings distrusse ogni cosa.
Il 12 luglio 2011 Netflix annunciò lo scorporo del suo business di noleggio DVD da quello di streaming. Invece di una sottoscrizione da 9,99 dollari al mese (per entrambi i servizi) gli utenti passarono a pagare due abbonamenti separati, ognuno da 7,99 dollari. Senza esserne avvertiti.
Inoltre Hastings dichiarò che il servizio di spedizioni di DVD via posta sarebbe diventato una società a parte, chiamata Qwikster. Gli investitori non apprezzarono questa idea: il giorno dopo le azioni Neflix crollarono del 19%. E non era finita lì. Il titolo perse un altro 35% dopo la notizia del calo degli abbonati (a causa dell’aumento del costo degli abbonamenti).
Netflix perse più di ¾ del suo valore di mercato e divenne lo zimbello di Wall Street. E il progetto Qwikster venne messo da parte.
A salvare la situazione ci pensò la serie “House of Cards” nel 2013. La firma di un contratto di esclusiva fece incrementare il numero di iscritti a 33,3 milioni e le azioni di Netflix si riprese quasi completamente dopo la debacle del 2011.
E da allora non ha smesso di crescere. La società ha investito miliardi in contenuti premium originali, ha allargato significativamente le sue opzioni e migliorato la tecnologia del suo streaming.
Il numero degli abbonati è arrivato a 100 milioni, ma la società, diventata protagonista nel panorama internazionale, non ha ancora raggiunto il mercato cinese.
Le azioni di Netflix sono cresciute di quasi il 13.000% dal debutto in Borsa e la capitalizzazione di mercato si è avvicinata a 68 miliardi di dollari, il 22.000% rispetto al periodo precedente l’IPO.
L’anno prima di entrare a Wall Street, Netflix registrava 38,6 milioni di dollari in perdite a fronte di un fatturato di 75,9 milioni. Lo scorso anno la società ha registrato un profitto di 186,7 milioni di dollari per un giro d’affari di 8,8 miliardi di dollari.
Da parte sua Hastings crede che il meglio deve ancora venire e che la sua impresa ha ancora una lunga strada davanti:
“Questo è un buon inizio”.