L’euro continua a battere i pronostici
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Alcune ragioni per cui l’economia dell’eurozona appare sempre più promettente.

“L’euro è troppo debole”. Lo ha detto lunedì Angela Merkel. Eppure in Europa il mercato azionario sta facendo di tutto per rendere la cancelliere tedesca più felice della moneta unica.

L’euro ha guadagnato il 7% dall’2017. Questo ne fa la valuta con la migliore performance contro il dollaro statunitense (EUR/USD) tra le monete delle nazioni avanzate. E la storia dimostra che la sua avanzata può continuare.

L’economia dell’eurozona si sta abituando alle buone notizie. Le cifre rilasciate martedì dall’istituto Ifo hanno mostrato che questo mese la fiducia nelle imprese in Germania, la più grande economia dell’Ue, ha raggiunto il livello più alto dal 1991 e quindi superato i pronostici degli economisti per il quarto mese consecutivo.

L’indice PMI per l’eurozona a maggio, insieme a studi individuali su Germania e Francia, rafforza l’impressione che gli sforzi della Banca centrale europea per stimolare l’economia stiano finalmente fruttando.

A dirla tutta il bilancio annuale della Bce ha superato quello della Federal Reserve, 4,55 mila miliardi di dollari contro 4,47 mila miliardi di dollari.

E mentre la Fed dovrebbe iniziare politiche di tapering nei prossimi mesi, una previsione benigna circa l’inflazione dell’eurozona contribuirà a far sì che la Bce continui il suo programma di quantitative easing fino alla fine del 2017.

L’euro ha iniziato l’anno ai minimi dal 2003 contro il dollaro. Il suo valore lo ha superato il livello registrato a maggio 2016 e 2015. La traiettoria di questa ascesa è impressionante. Ma la media annuale di 1,30 $ registrata nel 2013-2014 è ancora lontana.

Non sono troppo lontani i tempi in cui un altro fallimento nelle trattative sulla Grecia, come nel caso di due giorni fa dopo un vertice di otto tra i ministri dell’economia, avrebbe dato agli investitori più di una ragione per dubitare della stessa sopravvivenza dell’euro e, soprattutto, vendere la moneta. Non oggi. A gennaio gli economisti hanno previsto una crescita annua dell’eurozona pari all’1,4%; adesso hanno rivisto quelle stime all1,7%.

La ripresa europea in 5 grafici

Certo, a un certo punto un euro più forte potrebbe indebolire le esportazioni dei paesi della moneta unica. Ma la verità è che gli investitori in genere preferiscono le valute di regioni con economie che presentano outlook positivi.

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