Alcuni estratti da “Finance for Normal People: How Investors and Markets Behave” di Meir Statman, professore di finanza all’Università di Santa Clara.
State pensando ad un regalo per la vostra dolce metà e vi chiedete se farlo consistere in una rosa rossa oppure in 10 dollari, il prezzo della rosa.
Siete delle persone razionali con una discreta conoscenza in ambito finanziario, quindi formulate questo pensiero: una rosa non ha benefici funzionali – la vostra dolce metà non può mangiarla né berla. Inoltre è uno spreco. Si deve buttare dopo pochi giorni, quando cadono i petali. Una banconota da 10 dollari, al contrario, può riempire un libretto di risparmio o venire spesa per qualcosa che il vostro partner realmente desideri.
Tale modo di pensare potrebbe essere razionale, ma è anche abbastanza stupido. Seguire questo copione di certo non vi farà venire apprezzati. Le persone normali sanno che le rose non hanno benefici funzionali, ma che ne posseggono a livello emotivo ed espressivo. Una rosa dice “ti amo”. E dice anche “sono una persona premurosa, faresti bene a sposarmi”. Immaginatevi invece nel giorno di San Valentino, mentre presentate come regalo una banconota da 10 dollari.
Beh, adesso direte: “Bella storia, ma cosa ha a che fare con la finanza?”
Molto.
Le azioni, le obbligazioni e tutti gli altri strumenti finanziari sono come le rose, gli orologi, le auto e le cene al ristorante – forniscono tutti quanti benefici funzionali, espressivi ed emotivi. Quando pensiamo che i prodotti e i servizi finanziari forniscano soltanto benefici a livello funzionale, ci perdiamo molte intuizioni in merito al nostro comportamento finanziario e a quello dei mercati.
La finanza comportamentale è la finanza per le persone normali, come me e voi. Le persone normali non sono irrazionali. Al contrario, siamo perlopiù sagaci e di solito “mediamente intelligenti”. Non siamo per nulla ignoranti e cerchiamo di non commettere errori cognitivi ed emotivi. Piuttosto, le situazioni avverse si verificano proprio perché cerchiamo di ottenere i benefici funzionali, espressivi ed emotivi che desideriamo.
A volte, tuttavia, siamo “mediamente sciocchi”, tratti in inganno da errori cognitivi come ripensamenti ed eccessiva sicurezza ed errori emotivi come timori esagerati e speranze irrealistiche. Utilizziamo il termine “razionale” nel linguaggio quotidiano come equivalente a mediamente informato e intelligente.
Gli economisti finanziari, tuttavia, usano il termine in senso più restrittivo nei loro scritti e modelli. I cervelli delle persone razionali non sono mai pieni; sono immuni agli errori cognitivi ed emotivi e in grado di elaborare enormi quantità di informazioni in maniera veloce e corretta. I cervelli delle persone normali, invece, sono spesso pieni.
In quanto investitori, dobbiamo passare da uno stadio di media-ignoranza a uno di media-informazione, apprendendo le lezioni di finanza comportamentale e mettendole in pratica in modo da ridurre l’ignoranza e ottenere conoscenza mentre cerchiamo di ottenere ciò che vogliamo.
Quella in cui ci troviamo è la seconda generazione di finanza comportamentale. La prima generazione, nata all’inizio degli anni ’80, accettava ampiamente le nozioni standard della finanza relative ai desideri delle persone, che considerava desideri “razionali” – limitati ai benefici funzionali di alti rendimenti e bassi rischi. Quella prima generazione descriveva comunemente le persone come “irrazionali” – inclini ad errori emotivi e cognitivi e indotte in errore nel tentativo di raggiungere i propri desideri razionali.
La seconda generazione descrive le persone come normali. Inizia con il riconoscimento dell’ampia gamma dei desideri delle persone e dei loro benefici – funzionali, espressivi ed emotivi – distingue i desideri normali dagli errori e offre una guida in merito all’utilizzo di scorciatoie e all’elusione di errori durante il processo di soddisfazione dei desideri normali. Quest’ultimi, ancor più delle scorciatoie e degli errori emotivi e cognitivi, costituiscono il fondamento di importanti domande finanziarie, tra cui spesa e risparmio, costituzione del portafoglio, asset pricing ed efficienza del mercato.
Le lezioni di finanza comportamentale ci portano, ad esempio, ad ignorare le “spese irrecuperabili” che sono già state sostenute e che non possono essere recuperate, persino quando gli errori cognitivi ed emotivi ci stimolano a fare il contrario. I docenti di economia sono più propensi a sospendere la visione di film deludenti rispetto ai docenti di biologia o di scienze umane, in quanto sanno che sia meglio lasciar perdere il tempo irrecuperabile trascorso a guardare l’inizio di un brutto film, poiché non può essere recuperato, e non perdere ulteriore tempo salvabile abbandonando il cinema.
L’apprendimento, tuttavia, non è semplice, e viene reso più difficile dalla diffidenza degli esperti. Durante un sondaggio è stato chiesto ad esperti di economia e a persone americane comuni se fossero d’accordo o meno con dichiarazioni quali “è difficile predire l’andamento dei prezzi dei titoli”.
Le risposte hanno rivelato che il 100% degli esperti di economia si è mostrato d’accordo, mentre soltanto il 55% degli americani ha fatto altrettanto. Quando è stato detto loro che gli esperti di economia avevano concordato con la dichiarazione, la proporzione degli americani che si erano mostrati d’accordo con l’affermazione precedente è scesa dal 55 al 42%, constatando una sfiducia molto evidente.
In effetti, molti elementi dimostrano quanto sia difficile predire i prezzi delle azioni. Né gli investitori amatoriali, né gli scrittori di newsletter sull’investimento e nemmeno gli strateghi di Wall Street sono bravi a predire gli andamenti dei titoli. Infatti, le previsioni di ricavi sopra la media vengono generalmente seguite da ricavi sotto la media e viceversa.
La buona notizia è che apprendendo le lezioni di finanza comportamentale e mettendole in pratica in modo da ridurre l’ignoranza, ottenere la conoscenza e incrementare la proporzione tra comportamento intelligente e atteggiamento stupido, possiamo passare dall’essere mediamente ignoranti e stupidi al diventare mediamente intelligenti e informati.