Se vuoi guadagnare col Forex ti conviene avere Twitter
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Due studiosi affermano che, quando si investe nel mercato valutario, seguire i profili Twitter con oltre 500 follower è quattro volte più redditizio rispetto al carry trade.

I trader non hanno che da guardare al loro feed di Twitter per guadagnare una marcia in più sui mercati valutari, secondo una nuova ricerca di due studiosi.

Vahid Gholampour e Eric van Wincoop hanno scoperto in un paper pubblicato il mese scorso che comprare e vendere l’euro (EUR/USD) sulla base di previsioni twittate da profili che seguono il Forex darebbe ritorni aggiustati al rischio quasi quattro volte superiori rispetto alle strategie carry trade.

Le probabilità di battere il mercato migliorano se seguite utenti Twitter che hanno almeno 500 follower, denominati “agenti informati” nella ricerca perché molti di loro lavorano come broker, analisti e commentatori finanziari. Questi risultati sono gli ultimi di un numero crescente di studi per cui le informazioni che muovono il mercato circolano sui social media prima di essere incorporate in pieno dai prezzi degli asset.

“Il livello della performance mi ha certamente sorpreso” ha detto van Wincoop, ex economista presso la Federal Reserve di New York, mentre Gholampour è il PhD che ha supervisionato questo studio durato 3 anni alla University of Virginia.

“Conferma l’idea che Twitter è una buona fonte di informazioni private”.

Sebbene Twitter abbia 313 milioni di utenti attivi mensili che offrono opinioni lunghe 140 caratteri su qualsiasi cosa, dai risultati delle elezioni a quelli delle partite, le previsioni sulle valute tendono a essere condivise da persone che vivono il gioco sulla loro pelle e che tengono alla loro credibilità, il che spiegherebbe perché sarebbe saggio ascoltare quello che hanno da dire.

Molti di loro hanno coltivato un audience sostanziosa. Le riflessioni del trader londinese @trader_dante specializzato nei mercati esteri, spuntano nei feed di 23.600 utenti, mentre i consigli di @50Pips, che twitta di previsioni sul mercato azionario e offre giornalmente analisi tecnica, ha quasi 65.000 follower.

Gholampour e van Wincoop, che hanno raccolto dati tra ottobre 2013 e marzo 2016, hanno identificato 25.557 tweet the contenevano una previsione per cui l’euro sarebbe andato su, giù o rimasto piatto contro il biglietto verde. Dopo hanno messo alla prova la precisione delle stime creando un modello che calcola i rendimenti aggiustati al rischio per gli investitori che hanno seguito i consigli cinguettati.

Gli studiosi hanno scoperto che eseguire delle operazioni di trading seguendo le indicazioni degli “agenti informati” ha generato un risultato di 1,68 sull’indice di Sharpe (che misura i ritorni per unità di rischio). Invece seguire per un anno una strategia di carry trade a lungo termine genera risultati pari a 0,44.

Più l’indice di Sharpe è alto meglio è perché indica che, tolta la volatilità, una strategia di investimento offre rendimenti consistenti nel corso del tempo. Persino i profili di Twitter con meno di 500 follower sono riusciti a raggiungere lo 0,77.

Questo non è il primo studio che sostiene che Twitter sta emergendo come uno strumento potente per gli investitori. Nel 2010 un gruppo di professori dell’Indiana University hanno scoperto che gli “stati d’umore” di tutti gli utenti Twitter (quanto sono “felici” o “calmi”, per semplificare) erano correlati al fatto che il Dow Jones Industrial Average avesse terminato la seduta giornaliera in crescita o no.

Cinque anni dopo, degli studiosi della Scuola IMT Alti Studi Lucca hanno pubblicato una ricerca che suggerisce che il sentiment durante i periodi con alti volumi di operazioni, come prima della pubblicazione degli utili trimestrali, offre quantomeno un’indicazione rispetto al movimento di una singola azione.

Anche se sembra esserci della saggezza nelle moltitudini digitali, che possa essere sfruttata per fare soldi è meno sicuro. Diversi fonti hedge hanno provato a mettere in piedi dei fondi che utilizzano i social media per analizzare il mercato e prendere decisioni, ma due dei più importanti, gestiti da Derwent Capital Markets e MarketPsy Capital, hanno chiuso i battenti dopo pochi mesi per mancanza di investimenti.

Da parte sua, Gholampour, ora assistente universitario alla University of Pennsylvania, resta immune allo scetticismo, Dopo aver speso oltre quattro anni ad analizzare tweet, sta già programmando il suo prossimo obiettivo di studio: il mercato azionario statunitense.

Alla domanda se sarebbe disponibile a mettere in pratica i risultati della sua ricerca nel settore finanziario, Gholampour ha risposto di non escluderlo. Sempre più money manager incorporano i social media nelle loro decisioni dopo tutto.

“Se qualcuno trova il lavoro interessante sono felice di avere una conversazione. Un pezzo cruciale di informazione per ogni modello di investimento finanziario si basa sulle aspettative degli altri, ed è proprio quello che offre Twitter”.

Fonte: Bloomberg

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