Una fortuna sotto il cuscino: i risparmiatori europei e i loro miliardi in lire, franchi e marchi
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06 aprile 2017

Gli abitanti dell’eurozona hanno perso circa 5 miliardi scegliendo di non convertire in tempo le loro vecchie valute nella moneta unica.

Oltre 15 miliardi di euro in vecchie valute e monete nell’eurozona non sono ancora state consegnate alle autorità e convertite in cambio di euro. Parliamo di una quantità di denaro vicina il valore annuale delle importazioni lettoni. Poco meno del tesoretto nascosto si trova in Germania, che comunque ha avuto dieci anni in più per passare alla valuta unica rispetto a paesi come Lettonia e Lituania.

Circa un terzo del totale delle vecchie valute ancora in circolazione in Europa non ha più nessun valore: 12 banche centrali nazionali hanno smesso di convertire le banconote scadute in Francia, Italia, Finlandia e Grecia. Invece, fortunati loro, i tedeschi non hanno motivo di affrettarsi: la Bundesbank ha detto che cambierà marchi in euro a tempo indeterminato.

La Banca del Portogallo, al contrario, ha smesso di operare conversioni delle monete alla fine dello stesso anno in cui l’euro è stato adottato, azzerando così il 48% degli escudos in circolazione.

Lo scorso anno la Banca d’Italia ha ordinato di riscattare un ammontare di lire pari a 2,5 milioni di euro, dopo che alcuni cittadini hanno portato il caso davanti la Corte costituzionale, perché nel 2011 la banca centrale aveva anticipato di 3 mesi la data di scadenza della possibilità di conversione da lire in euro.

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