Apple è un buco nero
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Apple è diventata così grande che entrare dentro il suo campo gravitazionale può rivelarsi non proprio una buona idea.

La casa produttrice di smartphone più ricca del mondo esercita un enorme potere nei confronti dei fornitori che realizzano i componenti dei suoi dispositivi mobili. Quando sceglie di servirsi dei loro design o chip, Apple (NASDAQ: AAPL.NASDAQ:) contribuisce a creare la loro fortuna. Quando se ne libera, li mette nei guai. Soprattutto nel caso in cui la società in questione non abbia preparato a un piano B.

Lunedì Imagination Technologies Group Plc, una piccola azienda britannica che produce chip, ha toccato tutto questo con mano e questo perché ha rivelato che Apple, il suo cliente più grande, avrebbe smesso di servirsi dei suoi chip entro due anni in quanto avrebbe cominciato a crearli tramite una divisione interna.

Dato che Apple contava per metà del fatturato annuale (120 milioni di sterline) nel suo ultimo anno fiscale, Imagination ha di che preoccuparsi in effetti. Le azioni hanno segnato fino a -70%; la notizia è stata un fulmine a ciel sereno per gli investitori. Tranne per uno, ovviamente: Apple stessa, che possiede l’8% delle azioni di Imagination.

Microsoft contro Apple e altre rivalità che sono finite in tribunale

Imagination dice di star negoziando con Apple un nuovo accordo in merito alle royalties e sospetta che il colosso californiano non sarà in grado di creare dei nuovi chip senza infrangere la proprietà intellettuale della società britannica.

C’è una buona possibilità che si finisca in tribunale. Gli scontri sui brevetti sono comuni nel settore tecnologico. Ma anche se vince, le cose non sembrano mettersi bene lo stesso per Imagination. Di certo non sarà facile trovare nuovi clienti capaci di promettere ricavi così alti.

I rischi del genere sono alti nel mercato degli smartphone, dove sono Apple e Samsung ad accaparrarsi la maggior parte del profitti. Per assicurarsi il loro dominio nel settore, entrambe scelgono i migliori processori, chip e componenti in modo da produrre prodotti premium da vendere a prezzi alti. All’estremo opposto, società come Huawei o Oppo Electronics, che producono telefoni Android a prezzi più bassi, tendono a comprare gruppi di componenti standard per tenere giù i costi.

Appena qualche giorno fa Imagination si godeva un posto al sole nell’universo di Apple e Samsung. L’eventualità di modificare il design dei propri processori grafici per cercare di attrarre un tipo opposto di clientela potrebbe rivelarsi arduo.

Forse saranno necessari tagli ai prezzi, una revisione del settore ricerca e sviluppo e in generale mettere a repentaglio il talento ingegneristico della società, che poi è il vero asset della società.

La realtà è che doversi affidare così tanto a un singolo cliente è sempre un rischio. Un rischio che Imagination probabilmente avrebbe voluto gestire meglio,

Anche se Apple registra i profitti più alti nel mondo degli smartphone, la sua quota di mercato è di solo l’11%. La dipendenza da una sola fonte può essere evitata, per esempio grazie a prodotti dotati di appeal per una gamma più ampia di clienti.

ARM Holdings Plc, una specie di cugino più grande di Imagination nel mondo dei chip per processori, ha evitato la trappola di Apple permettendo ai suoi prodotti di essere più personalizzabili. Ciò li ha reso uno standard per tutto il settore e quindi una fonte di ricavi diversificati.

Altre società fortemente legate ad Apple sono la tedesca Dialog Semiconductor e Cirrus Logic (NASDAQ: CRUS), con sede negli USA. Nel caso della prima, lo scorso anno Apple ha contato per il 69% delle vendite, mentre per la seconda si arriva all’85% (dati di Bloomberg).

Il caso Imagination mostra come legami così stretti possono finire in maniera dolorosa.

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