L’annus horribilis delle banche europee
Arnd Wiegmann/Reuters
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Le banche d’investimento europee stanno rapidamente perdendo fatturato e clienti, mentre le loro controparti statunitensi continuano a guadagnare quote di mercato.

Il fatturato globale delle banche d’investimento si riduce sempre di più e quel che è peggio è che gli istituti europei si beccano la fetta più piccola.

Nel 2016 il fatturato dei servizi bancari d’investimento è calato per il quarto anno di fila, secondo Coalition, una società di ricerche indipendente. In media il fatturato è diminuito del 3% all’anno a partire dal 2012.

Ma molte banche d’investimento stanno registrando risultati peggiori. Il quarto trimestre potrebbe portare qualche segnale di ripresa, ma gli ultimi tre mesi del 2015 sono stati un fiasco, quindi il paragone è generoso. E quel che conta di più è che le banche europee sono ancora in ritardo rispetto a quelle americane, il che fa pensare che continuano a perdere quote di mercato.

Parte del problema è dato dal fatto che stanno ancora riducendo il loro budget o aumentando il loro capitale - o entrambi - mentre le rivali negli USA hanno da tempo portato a termine questi aggiustamenti.

Le banche d’investimento europee più grandi hanno ancora problemi a tornare in profitto. Sono quelle un gradino sotto che stanno avendo i ritorni migliori, secondo gli analisti di Goldman Sachs: BNP Paribas, HSBC (NYSE: HSBC Holdings [HSBC]) e Société Générale (EURONEXT PARIS STOCKS: Societe Generale [GLE]). La ragione principale è che stanno pagando meno multe per illeciti del passato.

In termini di fatturato la situazione è più contrastata, ma una cosa è chiara: quasi tutte le società europee incontrano difficoltà ad attrarre business dovendo essere più tirate nel gestire il loro capitale, oppure rischiano di meno.

Per farsi un’idea basta guardare alla quantità di ricavi trimestrali per unità degli asset classificati in base al rischio e contenuti nelle loro divisioni di servizi d'investimento e mercati.

Le banche d’investimento più grandi, Barclays (NYSE: Barclays [BCS]), Credit Suisse (NYSE: Credit Suisse Group [CS]), Deutsche Bank (NYSE: Deutsche Bank [DB]) e UBS (NYSE: UBS Group [UBS]), hanno terminato il 2016 producendo meno ricavi per unità di rischio rispetto all’inizio del 2015. Deutsche è stata di gran lunga la peggiore: l’ultimo trimestre del 2016 ha segnato -40% rispetto al primo trimestre del 2015. La banca tedesca ha compiuto la più grande operazione di ristrutturazione nel settore e ha perso clienti a causa dei timori riguardanti la sua stabilità.

Credit Suisse e UBS hanno perso rispettivamente il 24% e il 31%. Hanno avuto un inizio particolarmente buono nel 2015 a causa dell’attività generata dalla decisione della Banca Nazionale Svizzera di abbandonare la soglia minima nel tasso di cambio con l’euro. Ma già al secondo trimestre del 2015 i ricavi per unità di rischio erano ancora giù del 20% per entrambe le banche.

Di tutte e sette le banche solo HSBC ha fatto di meglio nell’ultimo trimestre del 2016 rispetto all’inizio del 2015. Probabilmente è riuscita a sottrarre ai rivali quote nel settore dei servizi d’investimento.

Le banche statunitensi sono aiutate dal fatto che il capitale dei mercati in America è più grande, più profondo e capace di riprendersi più rapidamente. Invece in Europa la circolazione di capitale resta debole e mentre l’Asia risulta dipendente da un’elite di persone particolarmente ricche. E tenuto conto che il Presidente USA Donald Trump potrebbe allentare la regulation nel suo paese, le banche statunitensi potrebbero ricevere una spinta ulteriore.

Le banche europee continueranno a perdere terreno, a meno che non riescano a far fruttare in modo migliore il capitale a loro disposizione.

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