Pete Woodring, esperto nella gestione del patrimonio, spiega come preparare un portafoglio di investimenti capace di contrastare le incertezze derivanti dalla comparsa dei cigni neri.
Dopo il grande boom del mercato azionario negli anni ‘80 e ‘90 gli investitori pensavano che niente sarebbe potuto andare storto.
Ma l’11 settembre e gli eventi seguenti hanno fatto in modo che gli investitori si dovessero risvegliare bruscamente da quell’illusione. Si è dovuta accettare l’esistenza di forze molto potenti al di fuori del mercato e che presentano un rischio molto più grande rispetto alle dinamiche interne del mercato stesso.
Chiamiamoli pure eventi “macro” e dal 9/11 in poi sembra che i mercati abbiano sviluppato una sorta di ipersensibilità a shock simili per l’economia globale, che hanno prodotto oscillazioni drammatiche.
La sfida per gli investitori è data dal fatto che l’incertezza degli eventi macro non è misurabile in termini di rischio potenziale, il che li rende ancora più temibili.
Cosa sono esattamente gli eventi macro?
I disastri naturali (Uragano Katrina), gli shock geopolitici (Primavera Araba), i fallimenti sistemici dei mercati e delle economie nazionali (la crisi del debito europeo o le svalutazioni dello yuan cinese nel 2015) sono tutti eventi macro che possono accadere con o senza preavviso, ma nella maggior parte dei casi hanno effetti su scala globale.
Più inattesi sono questi eventi, più possono risultare pericolosi e dannosi. I cosiddetti cigni neri, chiamati così con riferimento alla rarità dei cigni con quel colore, sono generalmente degli eventi non tenuti in considerazione nelle strategie di allocazione degli asset, nei modelli di investimento o, più in generale, da parte degli investitori, perciò quando si verificano il loro impatto può essere devastante.
Laddove in passate potremmo aver avuto un cigno nero forse ogni due o tre decenni, adesso sembrano apparire con più frequenza. Alcuni degli eventi verificatesi negli ultimi dieci anni, come la crisi finanziaria del 2008-2009 e lo tsunami in Giappone, potrebbero essere definiti cigni neri. E l’incertezza che ne è risultata ha avuto un effetto paralizzante sugli investitori, che temono il prossimo shock.
Cosa puoi fare
Preparare il tuo portafoglio contro l’eventualità degli eventi macro non è così difficile come potreste pensare. Ad ogni modo, per gli investitori che si tengono a distanza dai fondamentali degli investimenti a lungo termine, tutto ciò potrebbe risultare complicato.
1. Calma e sangue freddo
Prima di tutto, hai bisogno di cambiare assetto mentale, adottare una prospettiva corretta e tenere sotto controllo le tue emozioni. Pensa che il più grande investitore di tutti i tempi, Warren Buffett, che ha fatto milioni sulle paure degli investitori, comprava mentre tutti gli altri vendevano. Nella sua lettera del 1994 agli azionisti di Berkshire Hathaway ha scritto:
“Immaginate il costo per noi, allora, se avessimo permesso alla paura dell’ignoto di rinviare o alterare il dispiegamento di capitale. A dir la verità in genere abbiamo compiuto i nostri acquisti migliori quando i timori circa qualche evento macro erano al massimo. La paura è nemica di chi segue le tendenze, ma amica di chi segue i fondamentali… Una serie di grossi shock è destinata a verificarsi nei prossimi 30 anni. Noi non proveremo né a prevederli né a trarne profitto. Se riusciamo a identificare dei business simili a quelli che abbiamo acquistato in passato, le sorprese esterne avranno pochi effetti sui nostri risultati a lungo termine”.
2. Smetti di ascoltare quello che dicono gli altri
Tra guru, esperti e commentatori sui social media il mondo è diventato assordante e tutto questo rumore ha ben poco a che fare con i tuoi obiettivi specifici.
I movimenti dei mercati e i fondamentali raramente si muovono in sincrono. Il tuo istinto potrebbe fornire più azzeccate rispetto a quelle di qualsiasi analista. Oppure non fidarti di nessuno, a lancia i tuoi soldi a caso. Ma meglio ancora, imposta una strategia che si basa sui tuoi obiettivi di investimento, le tue preferenza, le tue priorità e la tua tolleranza al rischio perché sono gli unici indici di riferimento che contano in questo caso.
3. Diversifica
La diversificazione, nel contesto dell’attesa di eventi macro, è qualcosa di più che spalmare i tuoi soldi tra un sacco di azioni e bond. È invece importante strutturare il tuo portafoglio con diversi tipi di classi di asset che facciano da contrappeso in risposta a diverse circostanze, economiche o finanziarie che siano.
Per esempio, un evento macro che fa crollare a picco il dollaro probabilmente farà aumentare il prezzo dell’oro. Un aumento dell’inflazione potrebbe essere negativo per i titoli a capitalizzazione medio-piccola, ma potrebbe alimentare i grossi titoli che pagano dividendi.
Perseguendo l’assenza di correlazione tra le diverse classi di attivi nel tuo portafoglio ne guadagnerai in stabilità nel lungo periodo.
4. Non provare a cronometrare il mercato
Non funziona, punto e basta. La maggior parte degli investitori vende in prossimità dei minimi e compra vicino in prossimità dei massimi. Gli investitori che hanno abbandonato il mercato nel 2008-2009 non recupereranno mai le loro perdite del 40% o 50%.
Invece ti conviene aggiustare la tua esposizione gradualmente. Resta fedele alla tua strategia e serviti dei cali del mercato come opportunità per comprare e dei rally per agguantare qualche guadagno, ma prova sempre a mantenere la tua allocazione degli asset.
5. Ricorda il motivo per cui investi e non staccare gli occhi dal tuo obiettivo
Non devi inseguire i rendimenti del mercato, l’ultima next big thing del mercato azionario o dei fondi comuni. Se il tuo portafoglio sta registrando il rendimento medio del 7% o 8% di cui hai bisogno per raggiungere i tuoi obiettivi di lungo termine, cosa ti importa se il fondo XYZ ha guadagnato il 27% quest’anno? Probabilmente quel fondo registrerà una performance sotto le aspettative l’anno dopo.