L’Italia è la vera vittima dell’euro
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03 febbraio 2017

In Italia il PIL pro capite ha subito una contrazione dello 0,4% dall’adozione dell’euro.

Quasi due decenni dopo la creazione dell’euro, sembra che gli italiani siano i cittadini ad averci rimesso di più tra quelli dei 19 paesi membri dell’eurozona.

Il prodotto interno lordo pro capite in termini reali si è contratto dello 0,4% durante gli ultimi 18 anni, secondo dei calcoli effettuati da Bloomberg su dati forniti dall’Unione europea e su delle stime per il 2016.

Sebbene l’economia italiana sia cresciuta del 6,2% dal 1998, la sua popolazione è aumentata del 6,6% in quello stesso periodo.

Loredana Federico, economista di UniCredit, ha commentato così i dati:

“Il paragone con gli altri paesi mostra chiaramente che l’economia italiana si è espansa a un ritmo troppo lento durante questo periodo di tempo. Negli anni a venire, sarà molto difficile per l’Italia chiudere il gap con le altre economie che sono già tornate ai livelli pre-crisi o addirittura li hanno sorpassati”.

Undici paesi membri dell’Ue hanno introdotto l’euro come moneta unica nel gennaio 1999; in seguito a loro si unita la Grecia. Le banconote e le monete vere e proprie sono state introdotte a gennaio 2002 e da allora l’eurozona ha continuato a espandersi, con la Lituania che ne è divenuta il 19mo membro nel 2015.

In questo stesso lasso di tempo il PIL pro capite italiano ha registrato risultati addirittura peggiori di quelli della Grecia, che è stata colpita duramente dalla crisi finanziaria. Il valore di tutti i beni e i servizi prodotti in Grecia negli ultimi 18 anni è salito del 4% su base annua, secondo i calcoli di Bloomberg.

In Germania, l’economia più grande dell’eurozona, il prodotto interno lordo pro capite è salito invece del 26,1% dal 1998. I cittadini tedeschi risultano i veri vincitori tra i paesi che hanno adottato la moneta unica.

Fonte: Bloomberg

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