13 cigni neri che potrebbero colpire le materie prime nel 2017
Reuters
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Il default venezuelano e le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Iran potrebbero rappresentare degli eventi traumatici e inattesi per i prezzi del petrolio.

Preparatevi a oscillazioni estreme nelle materie prime durante il 2017, perché uno stormo di “cigni neri” potrebbe oscurare la visuale degli investitori, secondo una nota pubblicata la scorsa settimana da Barclays.

“I cigni neri legati al mercato delle materie prime si presentano sotto molte forme e il mercato potrebbe impiegare anni o un istante a inglobarli nelle loro previsioni. Gli indici stanno già contando livelli record di volatilità dall’inizio del 2017 e gli investitori sono particolarmente preoccupati in merito agli sviluppi geopolitici.”

Tra questi rischi potenziali figura anche Elon Musk. Gli analisti dicono che una consegna in tempo della Model 3 di Tesla (NASDAQ: Tesla Motors [TSLA]) potrebbe scombussolare il settore energetico.

“I mercati hanno una tendenza a tenere in considerazione gli sviluppi futuri e questo sviluppo o una svolta nella tecnologia delle batterie che spinga i prezzi ben sotto gli attuali livelli potrebbe far cambiare il modo in cui il mercato percepisce l’effetto delle macchine elettriche sul petrolio nel medio termine”, ha detto il rapporto.

Ma quello è solo uno dei possibili cigni neri menzionati. Ovviamente alcuni hanno più probabilità di manifestarsi rispetto ad altri.

“Entrando nel 2017, il rischio cigno nero più importante per la domanda di materie prime è rappresentato da una recessione inattese in una qualsiasi delle nazioni che consumano maggiormente materie prime. In particolare, gli investitori continueranno a concentrarsi sull’economia cinese”.

Non tutti i rischi rimandano a uno scenario ribassista comunque. Le tensioni tra Stati Uniti e Iran e il rischio default del Venezuela potrebbe far crescere i prezzi del petrolio, mentre le eventuali rivolte in Cile o la posizione assunta dalla Russia contro la l’Ucraina potrebbe dare manforte ai metalli.

“Gli investitori dovranno trovare un equilibrio tra i rischi relativi a shock macroeconomici imprevisti e il loro effetto sulla domanda (prezzo ribassista) con i rischi geopolitici potenziali che potrebbero distruggere il lato offerta del mercato (prezzo rialzista)” hanno scritto gli analisti.

“Uno scenario delle materie prime sotto stretta finanziaria, specialmente nel petrolio, finirà probabilmente con inasprire il modo in cui mercati prezzano i rischi legati all’offerta anche qualora non si verificasse fisicamente alcuna perturpazione”.

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